Sul sito delle Gallerie degli Uffizi c’è scritto che il museo è aperto da martedì alla domenica, dalle ore 8.15 alle 18.30. Il giorno di chiusura è il lunedì, più altri due giorni, ogni anno: il 1° gennaio e il 25 dicembre. Lunedì 31 ottobre il museo era chiuso, come ogni altro lunedì. Ma stavolta la chiusura non è passata inosservata. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha scritto al direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, per manifestargli il proprio disappunto.

Gentile direttore, ho appreso dagli organi di stampa che nella giornata di lunedì 31 ottobre le Gallerie degli Uffizi sarebbero rimaste chiuse impedendo così a migliaia di visitatori di poterle visitare durante il ponte di Ognissanti. Mi risulta che in circostanze analoghe altri musei e gli stessi Uffizi abbiano anticipatamente modificato la normale giornata di chiusura settimanale proprio per evitare disagi a visitatori e turisti. Le chiedo se questa ricostruzione risponda al vero. Se così fosse, e lo riterrei gravissimo, vorrei sapere come mai in questa circostanza non si sia proceduto come nel passato. Non sfugge alla Sua intelligenza che una chiusura di questo tipo, oltre a costituire una perdita di introiti, rappresenti un danno di immagine per le Gallerie degli Uffizi e per l’intero Sistema museale nazionale”.

In altre parole secondo il ministro si sarebbe dovuta anticipare la chiusura per evitare che coincidesse con un ponte così importante (e pieno di visitatori). Era possibile una scelta simile? Pensiamo proprio di sì. Perché non lo si è fatto? Bisogna chiedere al direttore del museo. C’è da dire che nei mesi scorsi Eike Schmidt aveva lanciato l’allarme, dicendo che senza rinforzi, nel personale, non sarebbe stato possibile garantire le aperture straordinarie. La società “Opera Laboratori Fiorentini” si era detta disponibile a dare una mano ma qualcosa è andato storto. “Per aprire in giornate straordinarie – fanno sapere dagli Uffizi – c’è bisogno di personale statale non di lavoratori della società Opera. E al momento il bilancio è negativo di quasi 200 unità, anche se quando abbiamo lanciato l’allarme avevamo detto che se fossimo arrivati a 132 avremmo potuto pensare di tenere aperto in giornate come quella di oggi”.

Su una cosa non ci sono dubbi: Schmidt in questi ultimi anni ha lavorato bene e su suo input sono stati fatti passi avanti enormi nella gestione del museo, soprattutto a livello di mentalità. Quindi, se anche errore in qualche caso può esservi stato, bisognerà valutare l’operato del direttore a 360 gradi, a partire dalle risorse disponibili. Sicuramente si può e si deve fare meglio. Ma non dimentichiamo i grandi passi avanti compiuti negli ultimi anni.

La risposta di Eike Schmidt

“Ringrazio il ministro Gennaro Sangiuliano per essere con grande schiettezza subito intervenuto sul tema forse più critico in questo delicato momento per il settore dei musei statali: quello della carenza di personale – scrive in una nota il direttore degli Uffizi per rispondere alle critiche del ministro. “Da anni, come direttore degli Uffizi, chiedo rinforzi al ministero, perché l’assunzione delle risorse umane non è competenza dei singoli musei dotati da parziale autonomia, bensì degli uffici centrali del ministero. Abbiamo anche richiesto al Ministero in questi ultimi anni di poter aumentare il servizio (pagato con fondi del museo) dell’azienda in-house del Ministero Ales, o di bandire alcuni parti del servizio di vigilanza a una ditta esterna, ma per entrambe le richieste abbiamo ricevuto una risposta negativa. Anche il personale del concessionario dei servizi museali può solo integrare la vigilanza con una serie di unità di supporto, perché il mansionario di quel personale differisce da quello degli assistenti museali statali. L’ipotesi, che esiste sulla carta, di spostare il giorno di chiusura settimanale a mercoledì o a giovedì non è mai stata messa in atto agli Uffizi, perché in una macchina così complessa che richiede l’interazione di tante aziende diverse di loro (dagli elettricisti agli operatori del metal, dall’azienda statale di supporto al concessionario dell’accoglienza, e così via – con personale e contratti diversi – si è sempre rivelato impraticabile: ma soprattutto, con migliaia di prenotazioni anche da viaggiatori da altri continenti, pianificati da tanto tempo, già in essere per tutta questa settimana, il danno economico e d’immagine di un’insolita chiusura infrasettimanale degli Uffizi avrebbe a tutta evidenza vanificato il probabile guadagno in più del lunedì aperto. Manderò una relazione estesa al signor Ministro – conclude – ma per il momento assicuro che sono scandalizzato esattamente come lui di queste chiusure. Purtroppo, il problema della carenza degli organici è endemico riguarda praticamente tutto il panorama museale, bibliotecario e archivistico nazionale: è ormai irrisolvibile senza un intervento netto e deciso dalla parte centrale, che inverta la prassi consolidata in questi anni. Se le Gallerie degli Uffizi possono dare una mano a muoversi in questo senso, sono pronte”.

Schmidt rivela poi un altro dettaglio che fa riflettere: “Negli anni passati abbiamo potuto offrire numerose aperture straordinari di lunedì e di sera al pubblico. Queste aperture si basano sulla volontà del personale di lavorare in più – e di essere pagato in più – in questi occasioni. Tuttavia, una norma intervenuta due anni fa limita il guadagno in più al 15% del trattamento tabellare annuo lordo di ciascun dipendente: per questo motivo quest’anno abbiamo potuto offrire delle aperture speciali con grande successo nella primavera e ancora in estate, ma troppi tra gli assistenti in sala che volentieri partecipano a queste aperture”.

 

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