Francesco Fasulo

Sottolineo, dopo questa trasferta amara come la bocca quando ti svegli il primo giorno dell’anno, la bellezza della sconfitta. I sentimenti che affiorano cocenti, intimi. Delusione, irritabilità, sconforto, rabbia. Pensate a quanto più genera nell’umano una sconfitta rispetto ad una vittoria.

Fasu, chetati e non filosofare“, questa riassumendo in italiano che si possa scrivere su un giornale l’esortazione del troglodita che vuole stare davanti in macchina nelle nostre trasferte. In realtà usa altri termini. I più ripetibili (comprensibili solo ai pisani) relativi al “mangiare dai bussoli”.

Io tento di rompere la sciarada di imprecazioni che silenzia il mio ragionamento. Abbozzo intuendo la non voglia di riflessione dopo l’ennesimo errore individuale che ci condanna a una sconfitta ingiusta, malgrado un secondo tempo troppo remissivo.

Il Principino che siede in panchina ha plasmato il gruppo. Il problema sono i momenti della partita che la squadra non riesce a capitalizzare. Quando attacca senza schemi e senza nulla da perdere sembra più incisiva.

Sabato un gol divorato come un cannolo, un giocatore distratto scartato come una caramella e la frittella del portiere, come ciliegia sulla torta, hanno regalato la vittoria alla squadra più talentuosa e costosa del campionato che festeggia la serie A.

Il tifoso del Parma a me più vicino ha ammesso a fine partita che è evidentemente il loro anno. Lo credo anch’io. Potrebbe essere anche il nostro, ma dai ragazzi, basta cassate!

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