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Il Comune di San Giuliano Terme apre la caccia al piccione, ma c’è chi protesta

- Cronaca
5 Febbraio 2024

“Abbattimento dei volatili, a mezzo di sparo con armi da fuoco”, si legge nell’ordinanza del Comune di San Giuliano Terme (Pisa), che per il 7 e il 13 febbraio ha previsto degli interventi di contenimento dei piccioni nelle proprietà comunali, in particolar modo nei cimiteri di Pontasserchio e Orzignano. Per motivi di sicurezza i due cimiteri resteranno chiusi nei giorni della caccia al piccione. Ma per quale motivo si è arrivati a tanto? I volatili sarebbero troppi e il loro guano starebbe creando non pochi problemi ai cittadini, specie in alcune zone. Qualcuno però insorge: non c’erano altri modi per intervenire? È proprio necessario sparare coi fucili?

La “Rete gattare di San Giuliano Terme” definisce “arcaica e crudele” la decisione adottata dal Comune. “Ci auguriamo che ci sia un rapido ripensamento e un cambiamento sostanziale, in nome della civiltà”. E lamenta: “Che problema mai possono produrre? Anche nel caso che essi potessero creare qualche disagio, perché procedere con metodi cruenti e sbrigativi, per di più in giorni in cui la caccia è chiusa? Pensavamo che un Ente Locale, il Comune di San Giuliano Terme, fosse a conoscenza che oggi, nel mondo civile, esistono modalità non cruente e meno crudeli, ugualmente efficaci”.

Quali sarebbero questi metodi alternativi? Utilizzare uccelli antagonisti, riprodurre il verso di tali uccelli con degli altoparlanti (funziona davvero?), ad esempio. Le “gattare” inoltre chiedono all’amministrazione comunale se “è consapevole che quell’area è frequentata, oltre che da qualche piccione e dalle persone, da molti animali, randagi e domestici, che potrebbero subire danni seri”.

Quello di San Giuliano Terme non è l’unico caso in Italia in cui, per contenere l’aumento considerevole dei piccioni (coi problemi annessi) si apre la caccia o, per meglio dire, un “abbattimento controllato”.

Un contenimento si rende necessario, se non altro per motivi igienici e di salute pubblica. Diversi agenti patogeni sono presenti negli escrementi dei piccioni: salmonellosi, criptococcosi, istoplasmosi, aspergillosi, encefalite, tubercolosi e altre, per un totale di circa sessanta. E per contagiarsi non è necessario il contatto diretto: il vento così come gli aspiratori possono trasportare la polvere infetta nelle nostre case, nei ristoranti, negli uffici, nelle scuole e persino negli ospedali, contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la biancheria, e innescando pericolose infezioni per l’uomo.

Una cosa è fuor di dubbio: per la legge italiana il piccione è un animale domestico e, in quanto tale, non può essere catturato, avvelenato o sterminato, a meno che non sia deciso dalle autorità un piano di contenimento. Ai sensi della legge n. 968 del 27/12/1972 i piccioni sono un “bene ambientale” nonché “patrimonio indisponibile dello Stato”. L’articolo 544 bis del codice penale prevede una pena da quattro mesi a due anni di carcere per “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale”.

Si possono utilizzare dei dissuasori per evitare che i piccioni frequentino determinate zone e per contenere i disagi derivanti dal loro eccessivo numero. Parliamo di dissuasori meccanici ed elettrici. Poi si deve provvedere con regolarità alla pulizia, disinfestazione e disinfezione delle zone interessate.

Diciamo che le cose da fare per ridurre i problemi derivanti dai piccioni sono tante. Bisogna valutare la loro efficacia e ovviamente anche i costi.

Foto: Francesco Lami

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