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L’emendamento pro concerie era stato già presentato due anni prima e bocciato dall’avvocatura

- Politica
20 Maggio 2021

Abbiamo già parlato diverse volte del famoso emendamento con cui la Regione Toscana allentò i vincoli per le concerie in materia di rifiuti (legge poi impugnata dal Governo di fronte alla Corte costituzionale). Se n’è parlato molto dopo lo scoppio dello scandalo dello smaltimento dei rifiuti, nell’inchiesta che vede indagati l’ex capo di gabinetto della Regione Toscana, un consigliere regionale del Pd e un sindaco, e che ha portato la Dda di Firenze a denunciare il possibile uso del Keu (il materiale inerte finale che deriva dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli) sotto l’asfalto o in diversi cantieri sparsi per la Toscana, con la complicità di alcune persone considerate vicine alla ‘ndrangheta. Ora, con le forze di centrosinistra in evidente imbarazzo da alcune settimane, si apprende un altro dettaglio interessante. L’avvocato della Regione, Lucia Bora, in Commissione ambiente ha raccontato che già nel 2018 era stato proposto un emendamento con il quale, una volta approvato, il consorzio Aquarno di Santa Croce sull’Arno avrebbe potuto operare senza la prevista (dalla legge) autorizzazione integrata ambientale. In quel caso, come riferito dalla legale, la giunta regionale chiese un parere al suo ufficio, da cui arrivò un “no”. La modifica, però, non sappiamo se con alcune modifiche o meno, tornò due anni più tardi direttamente in Consiglio e venne approvata. Questa storia fa capire una cosa: quell’emendamento stava molto a cuore a qualcuno, che si dava da fare affinché venisse approvato. Ecco perché non si può, oggi, “cadere dal pero” e fare finta di non aver capito cosa ci fosse in ballo. Se tutto fosse stato liscio, altrimenti, per quale motivo l’ufficio legale avrebbe posto i paletti al primo tentativo?

Dopo lo scoppio dello scandalo la Regione, per iniziativa del presidente Eugenio Giani, ha deciso di cancellare l’emendamento. Con questa mossa si spera di arginare, almeno in parte, le polemiche, e come primo effetto decade il contenzioso con lo Stato davanti alla Corte Costituzionale. Il Pd, attraverso il presidente della Commissione ambiente, Lucia De Robertis, spiega che “come ci eravamo impegnati a fare con i colleghi della minoranza abbiamo approfondito tutti quegli aspetti che da loro erano stati evidenziati. Molte le domande, molte le risposte chiarificatrici arrivate, che ci consentono di portare il provvedimento all’esame del Consiglio nella prossima seduta, come da impegni presi”. Tutto chiaro, tutto lineare? L’opposizione non lo pensa. Alessandro Capecchi (FdI) ribatte che se non ci fosse stata l’inchiesta “nulla sarebbe cambiato perché il Pd avrebbe continuato a tacere e niente sarebbe venuto alla luce. Questo nonostante il ricorso del Governo alla Corte Costituzionale contro gli articoli incriminati della legge regionale 32 e, come appreso in commissione, nonostante una relazione negativa dell’ufficio ambiente su una richiesta di modifica della stessa legge, modifica poi direttamente trasformatasi nel noto emendamento, risalente al 2018! Non ci sono più dubbi ormai, è evidente che la giunta Rossi era a conoscenza delle controversie dell’emendamento incriminato ma ha comunque deciso di procedere per farlo approvare”.

Ma chi è che aveva così a cuore l’interesse dei conciatori, tanto da provare e riprovare a far passare quell’emendamento? Vedremo se si scoprirà. Per il momento conosciamo solo i nomi di coloro che firmarono la presentazione dell’emendamento: i consiglieri del Pd Andrea Pieroni, primo firmatario, Alessandra Nardini (oggi assessore), Antonio Mazzeo (oggi presidente del Consiglio regionale) ed Enrico Sostegni. Com’è noto volevano ottenere una deroga per favorire il consorzio di concerie “Aquarno”, anche se il provvedimento fu impugnato dallo Stato, attraverso il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

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Giornalista.

1 Commento
    dr.Strange

    i conciatori hanno contribuito finanziariamente alla campagna elettorale di Giani. lo smaltimento era affidato a ditte legate alla ndrangheta ed il PD faceva i provvedimenti legislativi ad hoc. il vecchio PCI aveva molti difetti, ma non avrebbe mai organizzato porcate del genere. Berlinguer si rigira nella tomba

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