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Padre e figlio scrivono un inno per la Carrarese. La bella storia di Lanmarco ed Edoardo Laquidara

- Primo piano, Sport
19 Maggio 2025

Maurizio Ficeli

Ci piace raccontare la passione dei tifosi per la propria squadra di calcio. Proprio per questo siamo andati ad intervistare Lanmarco Laquidara, medico in pensione e grande tifoso della Carrarese, squadra che segue assiduamente con il figlio Edoardo, diversamente abile, con cui ha scritto un inno dedicato proprio alla loro squadra del cuore, dal titolo “Marcia Carrarese”.

Come è nata l’idea di comporre questo inno?
“Eravamo in vacanza a San Vigilio di Marebbe, in Alto Adige, nel mese di marzo. Fuori nevicava e stavamo aspettando di vedere alla televisione Sudtirol-Carrarese. Pur essendo solo ad un’ora da Bolzano, avevamo deciso di non andare allo stadio, proprio a causa della neve. Mentre ero lì che aspettavo che iniziasse la partita, e stavo scrivendo un’altra canzone ‘seria’, diciamo così, non di tema calcistico, mio figlio Edoardo mi dice: ‘O babbo, perché non scrivi un inno per la Carrarese?’ Lì per lì sono rimasto un po’ così e gli ho detto: “Sì, ma cosa ci mettiamo? Il drago gialloazzurro che vola sul cielo dello stadio dei Marmi?’. E mio figlio Edoardo mi fa allora notare che se l’aquila della Lazio vola sul cielo dell’Olimpico, perché il Drago gialloazzurro non potrebbe volare sullo stadio dei Marmi? Così abbiamo cominciato a buttare giù questo inno ed ho visto che le strofe venivano carine. Edoardo mi diceva di metterci dentro il cuore dei tifosi, il fatto che non abbiamo paura di nessuno e lottiamo sempre ed io ho buttato giù il tutto con una metrica che consentisse di essere musicata con un programma di intelligenza artificiale”.

Nell’ultima gara giocata contro il Modena è stato diffuso dagli altoparlanti dello stadio: come è stato accolto dal pubblico e che emozione è stata?
“Avrebbe dovuto essere trasmesso già nella gara con la Sampdoria, però, poiché era morto da poco il Papa, era stato deciso dalla Lega di non mettere alcun tipo di musica, per cui la diffusione dell’inno è slittata alla gara con il Modena. Per noi è stata una grande emozione e ho notato che i tifosi vicino a noi l’hanno apprezzato. Abbiamo spiegato loro che lo avevamo scritto io e mio figlio Edoardo e c’è chi mi ha detto che lo preferiva all’inno ufficiale. Io non voglio fare competizioni con nessuno, ma ovviamente ci fa piacere che sia stato apprezzato”.

Soddisfatti, lei ed Edoardo, del campionato della Carrarese?
“Direi assolutamente di sì, perché c’è stato tanto gioco e non è che si sono rubacchiati i punti qua e là o giocato male,anzi, semmai alcune volte siamo stati ‘derubati’, soprattutto con alcuni arbitraggi che in certi momenti sono apparsi scandalosi”.

Quali sono i giocatori che vi hanno colpito in particolare?
“A me e mio figlio ci piace molto Cherubini, poi Schiavi, Guarino che potrebbe giocare in serie A, poi Torregrossa, ma direi tutto il complesso squadra”.

Da quanto tempo, lei ed Edoardo, seguite la Carrarese?
“Io la seguo da quando avevo 8 anni,quindi, avendone adesso 70, sono ben 62 anni. Vi  è stato un periodo che l’ho seguita un po’ meno, quando ero appena sposato, perché mia moglie non è che gradisse molto che tutte le domeniche andassi alla partita. Comunque ho cercato sempre di seguirla, nel bene e nel male. Anche Edoardo, quando aveva 8 anni, è stato portato allo stadio da suo nonno, mio padre, che era tifoso e che prima aveva portato allo stadio me”.

Avete qualche aneddoto da raccontare riguardo a tutti questi anni che avete seguito la Carrarese?
“Ci sono stati momenti molto belli perché mio figlio Edoardo è stato sempre accolto dalla società in maniera veramente encomiabile e quindi, per esempio, quando siamo passati dalla C/2 alla C/1 ed i servizi di sicurezza non facevano passare nessuno, Edoardo è riuscito in qualche modo ad andare negli spogliatoi a festeggiare con tutta la squadra, quando nessuno poteva andarci e questo per lui è stato importante oltre che meraviglioso. Un episodio davvero curioso successe, sempre allo stadio dei Marmi, in un derby con la Massese. La squadra bianconera era campione d’Italia di serie D, per cui poteva mettersi lo scudetto sulla maglia. Quando si è giocata l’amichevole Carrarese-Massese di precampionato, ad un certo momento vediamo avvicinarsi a me ed Edoardo un signore corpulento, che se ci avesse dato un cazzotto ci avrebbe mandato a Pisa. Lì per lì avevamo quasi paura di questo tizio che si avvicinava a noi, vestito con i colori della Massese, mentre mio figlio aveva quelli della Carrarese. Ad un certo punto, questo signore ha puntato il dito verso il naso di Edoardo, che a quel tempo era piccolo, per rivendicare con orgoglio il titolo acquisito dalla Massese dicendogli: ‘Oh bimbo, ricordati che lo scudetto è qui appuntato in questa maglia!’. Alla fine è stata anche una cosa simpatica”.

Lei ha anche avuto una esperienza politica come consigliere comunale. Di cosa si è occupato in particolare?

“Mi sono occupato un po ‘di tutto, in quanto ero il leader dell’opposizione, da me passavano un po’ tutte le iniziative di contrasto. Tra le altre cose ho seguito anche il progetto del prato sintetico allo stadio dei Marmi che fu messo ai tempi di Buffon presidente della Carrarese, e devo dire che ci fu anche una grande collaborazione da parte di tutti i partiti di maggioranza e di opposizione. Fra le attività in consiglio comunale tenevo anche il discorso sul bilancio, intervenivo sulla questione dei diritti civili e su varie altre questioni. Ero un po’ a tutto tondo, diciamo”.

Veniamo alla città di Carrara, cosa le piace e cosa c’è da migliorare?
“Carrara come città secondo me è molto bella, ha un centro storico che è favoloso anche se piccolo. Il problema vero è la trascuratezza, perché molti carrarini non amano Carrara e tendono a rovinarla, ad esempio scrivendo sui muri. Poi abbiamo un livello di litigiosità che impedisce di fare tante cose condivise, ci si divide sulle virgole a discapito delle cose da fare. Tutto questo è un ostacolo notevole a far ritornare quella Carrara dei tempi quando ero bimbo, che era una città molto più bella e molto più curata”.

Ha esercitato la professione di medico per molti anni: come è cambiata da quando ha iniziato ad oggi?
“La professione è cambiata tantissimo, per certi versi in meglio perché ovviamente ci sono stati dei progressi scientifici indiscutibili che hanno portato a curare molte malattie e ad allungare la sopravvivenza di persone con altre patologie che comunque sono praticamente inguaribili. Premesso ciò, bisogna dire però che si è perso il lato umano, oggi come oggi non si visitano più i pazienti, i medici neolaureati guardano le analisi e basta, mentre quando studiavo medicina io le visite erano fondamentali, andavamo a cercare ed a parlare con il paziente come persona prima che come malato”.

Un suo giudizio sul campionato di Serie B appena terminato?
“Pensavo che non ci fosse grande differenza fra serie C e serie B. Ma sbagliavo. Non è solo una questione di tempi, nel senso che hai l’uomo addosso un mezzo secondo prima, ma ci sono anche giocatori di livello superiore, naturalmente non tutti, e partite di serie B che meritano di essere viste. In alcuni momenti mi è sembrato di vedere la Premier League. Sinceramente sono convinto che sia un campionato che meriterebbe di essere seguito molto di piu'”.

Uno sguardo all’altra squadra toscana, il Pisa. È giusta la promozione in serie A?
“Direi sacrosanta. Io tra l’altro guardo al Pisa con una grandissima simpatia, anche perché a Pisa ho dei parenti, una casa, quindi li sono venuto centinaia di volte ed ho sempre considerato la squadra nerazzurra la mia seconda squadra. Alla fine della partita della Carrarese guardo sempre cosa ha fatto il Pisa e naturalmente sono contento quando vince e quest’anno, avendolo visto diverse volte, posso dire che ha meritato la promozione in serie A”.

Cosa auspica per il futuro della Carrarese e della città di Carrara in generale?
“Per la Carrarese io vorrei che mantenesse la categoria. Per la città di Carrara, invece, auspico un cambiamento radicale che deve essere, per quanto mi riguarda, un cambiamento anche di colore politico, ma dovrà essere soprattutto un cambiamento culturale dove un sindaco deve insegnare ad amare la città e ad essere orgogliosi di essere carrarini”.

Maurizio Ficeli

Marcia Carrarese


Quando il drago giallo azzurro

vola alto in mezzo al cielo

 ogni attimo è un sussurro

che colpisce a bruciapelo

E la grande Carrarese

scende in campo per lottare

perché noi sappiam soffrire

perché noi sappiam sognare.

Sopra al prato del Dei Marmi

voleremo sempre insieme

e in trasferta ci saremo

con l’amor che nulla teme

 Siamo noi la Carrarese

che rincorre cose estreme

e a nessuno mai si arrende

perché nulla e nessun teme.

E il mio cuore di tifoso

tiene in alto la bandiera

nessun gufo né invidioso

ti può render meno altera.

Dacci ancora nuovi sogni

li vivremo assieme a te

e nessuno si vergogni

di gridare alè alè.

Sopra il prato del Dei Marmi

voleremo sempre insieme

e in trasferta ci saremo

con l’amor che nulla teme

Siamo noi la Carrarese

 che rincorre cose estreme

e a nessuno mai si arrende

perché nulla e nessun teme.

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