Andrea Cosimi

Bene, ora si può dire: all’indomani della dolorosa finale persa con il Monza mi sarei aspettato un mercato diverso e dalle dinamiche più perentorie (una su tutte quella che doveva portare all’immediata “sostituzione” di De Luca).

Ai miei occhi, sicuramente pieni di emozione e di illusioni, sarebbe sembrato molto più logico confermare per intero o quasi la squadra che aveva sfiorato la A effettuando, “pronti-via”, quei tre quattro innesti per riprovarci subito. Non è andata così, il Pisa ha scelto una strada del tutto diversa, partorendo una rosa eterogenea che adesso Maran ha il dovere di assemblare rapidamente per risalire la classifica prima che subentrino fattori psicologici di altro tipo legati alla mancanza di risultati.

L’arrivo di Barba riallinea sui valori della passata stagione la difesa virtuosa di allora. Di Gliozzi sentiremo parlare, e bene: vero che a Como era in panchina, ma questo ragazzo ha tutto per esplodere a Pisa, specialmente se avvertirà la nostra fiducia e la nostra carica. E giocherà tanto, visto che di attaccanti il Pisa ne ha pochi, ed è qui la vera nota dolente del mercato.

Per segnare dovremo confidare più che mai sui tanti trequartisti, un rischio sembra voluto e che un minimo mi lascia perplesso: l’arrivo di un ulteriore bomber l’avrei preferito, al di là delle più o meno fantasiose visioni e interpretazioni tattiche di alcuni che lo ritengono superfluo nonostante il Monza, a casa nostra, ci abbia dimostrato l’importanza di una panchina lunga e forte, al di là del modulo messo in campo.

Da oggi fine dunque del “cantiere in corso” e fine delle attenuanti che ci siamo assegnati e che hanno indebolito e determinato non poco un avvio brutto e con appena un punto in tre partite e ben sette reti subite.

Prima della sosta abbiamo di fronte due trasferte a Bolzano e Venezia con nel mezzo la Reggina: tre partite molto difficili, la prima delle quali affronteremo senza Torregrossa e Calabresi contro un Sud Tirol fresco di Bisoli alla ricerca dei primi storici punti in cadetteria.

Poi arriverà “l’incredibile” Reggina, data per spacciata, a rischio iscrizione eccetera e poi improvvisamente riscopertasi “grande” e rinata con un mercato sontuoso dettato da un Mister ambizioso e pretenzioso come Inzaghi. Infine Venezia, una retrocessa ad oggi sottovalutata che stazionerà stabilmente nella parte sinistra della classifica.

Ragazzi questa non è una B facile: le avete lette le rose? Fatelo, datemi retta. Perché questo vi permetterà di capire che ci sarà tanto da lavorare e da tifare per mantenere la categoria, obiettivo primario ed irrinunciabile in cui calarsi tutti senza inutili voli pindarici dai quali la caduta sarebbe rovinosa.

La A non può essere pensabile fino al raggiungimento della quota sicurezza, poi si vedrà. Umiltà, grandissima determinazione e messa a fuoco del vero obiettivo, che è rimanere in serie B.

Andrea Cosimi

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