Incredibile scoperta archeologica avvenuta per puro caso da parte di un escursionista a Pontremoli (Massa Carrara) vicino alla via Francigena. Lo scorso 6 marzo Paolo Pigorini inerpicandosi lungo un sentiero di sassi che porta sul monte Galletto, ha notato uno strano sasso a forma di fungo, o almeno così ha pensato in un primo momento. Attratto dalla curiosità è andato a vederlo da vicino e, piano piano, lo ha ripulito un po’ dalla terra. Subito gli è venuto il sospetto che potesse trattarsi di qualcosa di speciale. Così lo ha preso per mostrarlo a un esperto, il direttore del Museo delle Statue Stele Lunigianesi, Angelo Ghiretti. Questi, dopo averlo visto, non ha avuto alcun dubbio: non era un sasso qualunque ma si trattava di una stele antichissima, risalente a circa 5mila anni fa, nell’età del rame. Immediatamente sono state avvisate la funzionaria di zona della Soprintendenza, Marta Colombo, e Lucia Baracchini, sindaco di Pontremoli. L’ipotesi è che il sasso fosse stata trovato da un contadino, arando il proprio campo, e poi gettato via sul sentiero, insieme agli altri ciottoli. E lì è rimasto a lungo, finché l’escursionista l’ha notato. Ora, dopo essere stato ripulito come si deve, verrà studiato e analizzato, per poi essere esposto nel museo, insieme ad altre opere dell’epoca.

Secondo alcuni studi risalenti agli anni Cinquanta pare che in quella zona, vicino alla sommità del Monte Galletto, vi fossero allineate diverse statue tutte raffiguranti donne. La stele ritrovata di recente potrebbe essere un frammento di una di queste statue. L’uomo di cinquemila anni fa le scolpiva con uno scopo preciso, secondo gli studiosi: dialogare con l’aldilà, convincere le persone defunte a tornare in vita. È solo un’ipotesi, ovviamente, che potrebbe anche essere lontana dalla verità. Di certo una distanza di cinquemila anni rende difficile ricostruire le reali intenzioni di chi realizzava queste statue. In uno studio del 1955 (“Il Groppus de Tabernula sulla via di Montebardone e l’oratorio di S. Lazzaro di Pontremoli”) Manfredo Giuliani suggeriva che l’imbocco della gola dell’Annunziata dovesse essere un luogo adatto per le ricerche di preziosi manufatti, visto che si trattava di un luogo di attraversamento. Molte altre stele provengono da posizioni simili, elle vicinanze di guadi in cui si doveva per forza transitare.

Simbolo della Lunigiana

Il Museo delle Statue Stele Lunigianesi si trova nel castello del Piagnaro a Pontremoli (MS). Al suo interno sono esposti alcuni importanti ritrovamenti della megalitica europea. Figure umane maschili e femminili in forme astratte, le statue stele sono scolpite nella pietra arenaria tra il IV e il I millennio a.C. e ancora oggi sono un enigma in parte irrisolto. Sono caratterizzate dalla testa “a cappello di carabiniere” e dal volto a forma di U. Furono realizzate tra l’età del rame e l’età del ferro e hanno attraversato i secoli arrivando fino a noi, magari nascoste sotto metri di terra oppure nascoste o utilizzate in diversi modi da parte dell’uomo. Sono il simbolo identitario della Lunigiana, la valle del fiume Magra lungo la quale sono distribuiti tutti i ritrovamenti.

 

Foto: Voceapuana.com

2 Comments

  1. deve essere il seguito delle teste di modigliani..trovate miracolosamente…lololol

  2. deve essere il seguito delle teste di Modigliani..ritrovate”miracolosamente” anni fa

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