Dopo quasi un anno sono stati revocati gli arresti domiciliari alla donna di Prato che ha avuto un figlio da un tredicenne. Il tribunale di Prato ha sostituito la misura restrittiva con il divieto di avvicinamento al ragazzo, che oggi ha 15 anni. La trentunenne operatrice sociosanitaria deve rispondere dell’accusa di violenza sessuale e violenza sessuale per induzione nei confronti di un minorenne. I rapporti sessuali sarebbero avvenuti quando il giovane si stava preparando all’esame di terza media e la donna gli dava ripetizioni di inglese. Anche il marito della trentenne è imputato nello stesso processo: deve rispondere dell’accusa di alterazione di stato civile perché, secondo la Procura, avrebbe riconosciuto il bambino (nato nell’estate 2018) pur sapendo che non era suo.

Nel giro di un mese (intorno al 23 marzo) il processo dovrebbe concludersi. Alcuni giorni fa, quando si è chiusa l’istruttoria con il deposito della perizia del neuropsichiatra Renato Ariatti, si è appreso che dal punto di vista medico legale la donna è  capace di intendere e volere. Era stato il giudice, Daniela Migliorati, a chiedere la perizia.

La vicenda legale è nata nel marzo 2019, dopo che la mamma del ragazzino presentò una denuncia. Iniziarono le indagini e, dopo gli accertamenti del dna, emerse che l’ultimo bambino avuto dalla donna era effettivamente figlio del giovane studente. Seguì l’arresto, ai domiciliari, conclusosi dopo undici mesi.

 

Foto: ilGiornale.it

2 Comments

  1. Wilfredoc47 Reply

    Come fare una montagna da un pugno di terra! Rovinati due bambini e due famiglie: pragmatismo, questo sconosciuto e quante situazioni simili che nessun guardone va fortunatamente a sindacare!

  2. Wilfredoc47 Reply

    Come fare una montagna da un pugno di terra! Rovinati due bambini e due famiglie: pragmatismo, questo sconosciuto e quante situazioni simili che nessun guardone va fortunatamente a sindacare!!!!

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