Internet emise il primo vagito in Italia all’ombra della Torre pendente. Da un ufficio di un istituto del Cnr, il Cnuce, posto nella centralissima via Santa Maria, a due passi dalla torre. Attraverso un cavo telefonico della vecchia Sip partì un segnale (era un semplice “ok”) che raggiunse il Fucino, in Abruzzo, e da lì, grazie a un’antenna fu inviato su un satellite, l’Intelsat IV, raggiungendo la stazione satellitare di Roaring Creek, in Pennsylvania (Stati Uniti). Per la prima volta l’Italia si collegava al resto del mondo.

Da alcuni anni a Pisa si tiene l’Internet Festival, giunto quest’anno all’undicesima edizione. La parola chiave del festival quest’anno è “Phygital“, unendo i termini fisico e digitale. Numerosi i temi al centro della kermesse: da “Abel”, l’androide bambino in grado di gestire le emozioni, alla smaterializzazione e moltiplicazione dell’identità in Rete, dal computer quantico più potente di sempre al nuovo concetto di memoria legato alla trasformazione digitale; dall’app per meditare in 3D al social bon ton.

Decine di incontri con gli esperti, con installazioni interattive, degustazioni multisensoriali, performance, concerti, presentazioni di libri e spazi riservati all’arte urbana. Il festival si svolge in dodici diverse sedi, dal centro congressi Le Benedettine alle iniziative dei T-Tour dedicati gli studenti delle scuole.

L’androide bambino che capisce le emozioni

Ma torniamo all’attesa attrazione, l’androide Abel, che assomiglia a un ragazzino ed è “capace di reagire alle emozioni”, come spiega Gianluigi Ferrari, coordinatore del comitato scientifico IF2021: “Segue una linea di ricerca che vuole progettare dei robot o per meglio dire dei sistemi digitali, che riescano a interagire con gli esseri umani in un contesto ibrido, reale e digitale, per aiutarli in vari aspetti della vita quotidiana. Il robot che lo ha preceduto si chiamava Face, un robot ‘espressivo’ utilizzato per interagire con i ragazzi autistici. Da quell’esperienza nasce Abel, che può interagire, per esempio, con pazienti affetti da Alzheimer, per scandagliare reazioni e comportamenti, e capire quali possano essere le migliori risposte”.

Frutto della collaborazione tra il Centro di Ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa e i laboratori Biomimics di Londra, l’androide è il frutto degli studi sulla biorobotica e l’affective computing, che sfruttando l’intelligenza artificiale cerca di realizzare delle macchine in grado non solo di riconoscere ma anche di esprimere emozioni. In tal senso dobbiamo ricollegarci alla parola chiave di questa edizione del festival, Phygital. I robot non aiuteranno l’uomo solo per i lavori pesanti ma saranno in grado di imparare come ragioniamo noi e come ci evolviamo grazie (anche) agli errori o alle emozioni. In altre parole, saranno sempre più evoluti e in grado di aiutarci. Qualcuno potrebbe temere che i robot prenderanno il nostro posto, a partire dalle mansioni più pesanti. Può essere, ma di sicuro l’uomo resterà sempre il protagonista e il beneficiario di questa grande rivoluzione. Ovviamente ci sono anche fortissimi implicazioni etiche, con la trasformazione tecnologica che deve prevedere un futuro in cui l’uomo sia (e continui ad essere) al centro, e non relegato ai margini.

 

Foto: Centro E. Piaggio

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