Andrea Cosimi

Sui social sembra ormai caccia aperta “all’untore”, dove per tale si intendono non solo i cosiddetti “no vax”, ma anche tutti coloro che ancora non hanno scelto se farsi somministrare il vaccino o no, o magari non se la sentono per il momento. Nell’ambito del vasto popolo dei vaccinati (in Italia, dati al 22 luglio, 61,4% degli italiani con almeno una dose e 46,6% con vaccinazione completa) si sta diffondendo, per fortuna da parte di pochi per adesso, un delirante invito alla ghettizzazione, al pubblico ludibrio, se non addirittura alle minacce verso il popolo dei non vaccinati. Credo che nessuno, ma proprio nessuno, neghi l’esistenza del Covid. Forse ci sarà chi lo ritiene il male del secolo e chi ha più paura di altre letali patologie, ma questo fa parte dell’essere umano e delle proprie legittime e ataviche paure.

In molti pensano che si tratti di un virus fuoriuscito da un laboratorio e come tale sfugga ad ogni tipo di logica, e chissà che non sia vero. Ma quello che non va assolutamente bene, in uno Stato di diritto, è che a dire cosa sia giusto e cosa sia no, invitando e aizzando in un senso o in un altro chi legge, sia qualche scellerato post intimidatorio: in questo periodo se ne leggono dei più svariati sui social, quei social che hanno permesso ad ognuno di noi di sentirsi importante e detentore delle verità personali da diffondere. Sono atteggiamenti di deriva antidemocratica, da kapò, oltre ad essere evidentemente perseguibili dalla legge. Occorre trovare equilibrio perché tutti vogliamo definitivamente lasciarci alle spalle questa pagina di Storia da incubo ed evitare contrapposizioni “armate” gli uni contro gli altri.

Intanto mi pongo alcune domande per le riflessioni di chi mi leggerà:

– Il Green pass vale anche in Parlamento e nelle sedi istituzionali della Politica?
– Perché chi si vaccina viene obbligato ad assumersi le responsabilità di eventuali effetti collaterali futuri, perché questa manleva di responsabilità?
– Se si ritiene veramente il vaccino la panacea di tutto e l’unico vero modo per uscire da questo incubo, perché lo Stato non ha allora il coraggio di renderlo obbligatorio?

Dal 6 agosto cambiano dunque nuovamente e forzatamente i nostri comportamenti sociali per accedere ad una serie di servizi ed attività non essenziali e sarà bene leggere bene cosa è stato emanato per evitare anche di incorrere in sanzioni pecuniarie pesanti.

Fa sorridere ad esempio quanto deciso sullo sport, con capienze fino al 50% della massima autorizzata all’aperto e comunque con non più di 2500 spettatori (mille al chiuso) in zona gialla: un controsenso in termini, quasi una offesa per tutto il popolo dei vaccinati che pensava di ritornare alla totale libertà e protezione e che invece si ritrova costretto comunque ad obbligo di green pass e a limitazioni varie.

Ricordiamoci però che questo lasciapassare si ottiene pure, per chi non è ancora vaccinato, con il tampone di esito negativo eseguito nelle ultime 48 ore: e questo è un dovere etico al quale non ci si può sottrarre. Alla Politica il compito di fornirli gratuitamente.
Mentre sul vaccinarsi o meno, nello Stato attuale del Diritto la scelta è personale.

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