Paolo Lazzari

Un boato assordante ha svegliato mezza città in piena notte, strappandola dal sonno profondo. Erano le 3.40 quando un incendio di proporzioni devastanti ha avviluppato il coloroficio Bevilacqua a Lucca. L’edificio si trova in via Ingrillini, nel quartiere di San Concordio, a due passi dalla stazione: è dunque immerso nella primissima periferia, ad una manciata di chilometri dalle mura cittadine.

Una serie di forti esplosioni ha costretto tutti ad aprire le finestre o a scendere in strada per capire che cosa stesse succedendo: la scena, da ogni angolazione, è apparsa desolante. Un’enorme colonna di fuoco e fumo si issava dal colorificio, mentre alcune esplosioni minori continuavano senza sosta. Subito è scattato l’allarme da parte dei residenti, che hanno iniziato a contattare a raffica i vigili del fuoco, prontamente accorsi sul luogo: il comando di Lucca è stato affiancato dai colleghi di Massa e Pistoia, considerata la gravità e la difficoltà dell’incendio. Gli inquirenti sono già al lavoro per risalire alle reali cause dell’accaduto, ma per ora mantengono il più stretto riserbo, per non sbilanciarsi in ricostruzioni avventate.

Sul posto, dalle 4 in poi, si è recato anche il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, che proprio stamani ha firmato un’ordinanza lampo, con cui invita i residenti a tenere porte e finestre chiuse per almeno tre giorni consecutivi ed a lavare approfonditamente gli ortaggi eventualmente coltivati nelle vicinanze. Sul luogo c’erano anche i tecnici di Arpat, perché la colonna di fumo che si è innalzata – alimentata dalle vernici – ha prodotto una cortina che ha reso fin da subito l’aria pesante, con rischi di intossicazione. Anche il titolare del colorificio si è precipitato sul posto: i medici hanno dovuto assisterlo poiché, nel vedere la struttura completamente distrutta, ha avuto un mancamento.
Il bilancio dei danni del resto è pesantissimo: il capannone è stato completamente divorato dalla fiamme, mentre l’adiacente negozio al dettaglio è stato soltanto lambito.

Grande preoccupazione, inevitabilmente, per i venti lavoratori del colorificio che stamattina hanno appreso la notizia. Per strada e sui social è subito partito un tam tam: “Ho sentito un forte boato, che succede?”, scrivevano alcuni lucchesi già dalle quattro di stamani, mentre altri si sono ritrovati per strada, inizialmente impauriti perché era difficile comprendere la provenienza delle esplosioni. Poi il fuoco ed il fumo hanno fornito una connotazione geografica a quella che, a tutti gli effetti, resta una vicenda drammatica che solo per l’orario notturno non ha provocato feriti o morti.

Paolo Lazzari

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