Andrea Cosimi

Ho preferito scrivere l’ultimo pezzo della stagione lasciando trascorrere un bel po’ di ore dal fischio finale che ha sancito la vittoria del Monza. L’ho fatto con la speranza di evitare affermazioni e prese di posizione umorali ed emotive, sia in senso positivo sia in senso negativo.

La stagione appena conclusa ha un sicuro vincitore, il pubblico. La tifoseria neroazzurra ha riempito di colore e di calore l’Arena e gli stadi delle squadre avversarie, ha scaldato i cuori, ha emozionato e ha così colpito per la sua bellezza che, ovunque, nel web e nella vita reale, tutti ripetono che è un gran peccato che una cornice di tifosi del genere non possa essere presente negli stadi della massima serie.

Eh già, perché è ormai iniziato il trentaduesimo anno di lontananza dalla serie A, un’assenza che ha dell’incredibile ormai.

Un grandissimo e caloroso abbraccio va ai giocatori che, per buona parte del campionato, ci hanno fatto sognare il ritorno da avversari all’Olimpico, a Torino, a Milano, a Firenze…

Hanno sempre dimostrato di metterci il cuore e di voler bene alla maglia: un sentito “grazie” va ad ognuno di loro, per tutti a colui che è stato l’uomo simbolo della consacrazione Neroazzurra, Samuele Birindelli.

Altrettanto dicasi per Mister e Società: gli occhi lucidi di Luca D’Angelo la dicono lunga su quanto questo uomo sensibile, che ha contribuito a scrivere la storia del Pisa degli ultimi anni, ci tenesse alla promozione, ma identica gratitudine ai Corrado, molto amareggiati per l’epilogo e ai quali va ribadita tutta la nostra riconoscenza per aver restituito alla nostra città una Società organizzata e stimata, e per Alexander Knaster, di cui ricorderò sempre il sorriso pieno di gioia all’indomani della vittoria a Monza, nella stagione regolare, ed al quale è adesso lecito chiedere quali siano i programmi futuri sul fronte prettamente calcistico.

Applausi convinti dunque per tutti e un sentito grazie, a prescindere da come è andata a finire.

I giocatori del Pisa a fine partita

Ma, come dico sempre, se si vuole bene al Pisa bisogna anche evidenziare cosa non è andato, perché la critica, quando è costruttiva e a fin di bene, rafforza e chi la riceve deve avere la capacità di accettarla e valutarla.

Il Mister ha spesso ribadito di avere a disposizione una rosa con molte alternative, in realtà colmate a gennaio in attacco dall’arrivo di Torregrossa e Puscas, ma altrettanto non può dirsi con certezza riguardo al reparto difensivo e al centrocampo.

Dietro un esterno sinistro è mancato, e anche un difensore centrale non sarebbe stato inutile: nell’ambito di una annata dove si vedeva chiaramente l’importanza di avere più ricambi, disporre di una rosa lunga, magari anche con dei buoni titolari di serie C che volentieri avrebbero accettato la panchina, avrebbe aiutato a far rifiatare alcuni dei titolari in un campionato lunghissimo e logorante quale è la serie B, specie nella stagione appena conclusasi. In mezzo al campo un incontrista in più sarebbe stato sicuramente opportuno.

In una logica di frequente ricorso al turn over, come spesso è avvenuto, avere una rosa più ampia a disposizione avrebbe sicuramente aiutato.

Non sempre mi hanno convinto le scelte del Mister sulle quali lui, attento e profondo quale è, di certo non mancherà di riflettere per migliorarsi ulteriormente. Turn over a volte eccessivi, letture discutibili di alcune partite hanno contribuito ad alcuni fatali rallentamenti che, alla fine, ci sono beffardamente costati cari.

Perché, e sono in tanti a pensarlo, si ha chiara la percezione che la A diretta un po’ l’abbiamo buttata via, e non solo nell’ultima partita in casa con il Cosenza.

Sulla gestione della finale tutto benissimo fino al 2-0, poi forse era il caso di chiudersi e lasciar stancare il Monza, invece di andare ossessivamente all’attacco alla ricerca del tre a zero. E ai diffidati sarebbe stato giusto chiedere qualche remora in meno negli interventi.

Anche le sostituzioni non hanno convinto in pieno, in pratica ci siamo ritrovati ai supplementari “spuntati” davanti e senza filtro in mezzo al campo. Ma tant’è…

Il Pisa rimane in serie B, e da questa ottima consolazione dobbiamo ripartire per attutire la grande amarezza di questa sconfitta.

Sbaglia, e di grosso, chi sottovaluta la prossima annata: il Pisa è una delle tante società ricche e ambiziose, “non è un problema di se, ma quando” è un “adagio” discutibile, ormai la serie cadetta ha svoltato attirando definitivamente su di sé l’interesse fattivo di proprietà molto facoltose e vogliose di vincere, oltre ad essere diventata una sorta di A2 per spessore qualitativo e risonanza mediatica.

A leggere le future partecipanti, manca solo l’ultima che uscirà tra Padova e Palermo, sarà un campionato di difficoltà massima, dove nulla sarà scontato, né in vetta né in coda.

Per questo Knaster e i Corrado, al di là di eventuali dinamiche societarie che non ci competono, saranno chiamati ad un gran lavoro sotto vari punti di vista, sicuramente chiave e da affrontare quanto prima.

Chi sarà il Mister della prossima stagione? D’Angelo riuscirà a confermarsi nello spirito combattivo ed innovativo che lo ha caratterizzato da quando è a Pisa o c’è il rischio di un potenziale ed eventualmente comprensibile calo di stimoli? Chiellini rimarrà e se si con quale ruolo?

Quanto puntare su giovani di qualità provenienti dalle squadre di serie A? La Cremonese ne è stata uno degli esempi più positivi. Quanto rivoluzionare la rosa, visto che l’obiettivo sfumato proprio sul più bello potrebbe essere un fattore negativo difficile da dimenticare per qualche giocatore?

Adesso ci si aspetta un mercato senza indugi, siamo il Pisa, abbiamo sfiorato la A, siamo una piazza notevole e abbiamo una Società forte, i giocatori importanti che potranno fare la differenza potrebbero accettare di buon grado di venire sotto la Torre. E soprattutto, puntare con ancora più forza alla serie A o attendersi un campionato interlocutorio, visto il coefficiente di accresciuta difficoltà che presenterà al via la stagione 2022/2023?

Ci sono appena poco più di due mesi per organizzare al meglio e definire il futuro, il campionato parte prima di Ferragosto. Legittimo adesso ricaricare le pile e riposarsi. Ma non per molto. Ed è proprio la Società che, certamente, lo sa più di tutti.

Luca Marrone 3-3

Foto: Gabriele Masotti

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