Una nuova grande base militare a Pisa manda in subbuglio la sinistra. Destinata ad accogliere tre corpi di élite, il Gis (Gruppo intervento speciale), il reggimento paracadutisti Tuscania e il reparto cinofili, sorgerà in un’area demaniale di settanta ettari che si trova nell’ex centro radar di Coltano, la frazione divenuta famosa perché Marconi vi realizzò il primo grande centro radio.

La decisione arriva dall’alto, da Palazzo Chigi, scavalcando tutti, compresi Regione e Comune. L’area in questione è stata individuata come “struttura di interesse nazionale per esigenze di difesa”, e per costruire la basi saranno utilizzati i fondi del Pnrr. Saranno costruite palazzine per la logistica, l’addestramento e gli alloggi, un eliporto, poligoni di tiro e tutto quanto necessario. Saranno occupate anche aree sui quali esistono vincoli paesaggistici e di interesse naturalistico. E proprio per questo il Parco regionale di Migliarino San Rossore e Massaciuccoli, Lorenzo Bani, ha già alzato la voce, anche se mette le mani avanti: “È un problema di merito e di metodo, perché non è stato ascoltato nessuno prima di arrivare a una decisione, dovevano essere coinvolti gli enti e i residenti. Certo, la guerra in Ucraina potrebbe aver velocizzato l’iter. Si va a costruire su un’area agricola, che serviva come zona umida, l’impatto ambientale è forte. Per non parlare del consumo di suolo. Noi non si potrà fare più niente su questa cosa, solo protestare”.

L’accelerazione decisa da Palazzo Chigi ha fatto arrabbiare gli ambientalisti e non solo. I rappresentanti di “Una città in Comune“, lista che si colloca alla sinistra del Pd, ha indetto un’assemblea pubblica, proprio a Coltano, per il prossimo 19 aprile. Lo scopo è “fermare il cemento armato dentro il parco”. Insorge anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana: “Presenteremo un’interrogazione parlamentare ai ministri Guerini e Cingolani. Ci chiediamo è questo il modello di resilienza e transizione ecologica di governo e maggioranza? Chiediamo al governo di rivedere la scelta di realizzare una nuova base militare a Coltano, valutando ipotesi alternative che non coinvolgano aree protette e parchi naturali e senza aggiungere ulteriori strutture militari in una zona che ne è ha già ampiamente gravata”

Dall’area ambientalista Europa Verde afferma che “la scelta di collocare una nuova base militare a Coltano andrebbe a devastare aree protette. Non è ammissibile militarizzare in questo modo un Parco che doveva offrire un modello di sviluppo alternativo alla fabbrica in crisi e a un turismo che consumava territorio e risorse, una scorciatoia in contrasto con tutti gli atti di pianificazione vigenti, quindi un pessimo esempio per l’intera società civile. Siamo dalla parte di tutte le associazioni locali e dell’Ente Parco, che ha già dato parere negativo per questo progetto”.

Duro affondo contro il Pd

In una nota firmata “Una città in comune – Partito della Rifondazione Comunista” si legge:

La presa di posizione del Pd pisano in merito al progetto di devastazione di Coltano e del Parco di San Rossore con una nuova mega base militare è un misto di ipocrisia e malafede, con cui si continua a prendere in giro la cittadinanza.
A pensare, portare avanti e approvare questo progetto è stato il Ministero della Difesa, per mano del Ministro Lorenzo Guerini, esponente di punta del Partito Democratico. A firmare il decreto con il via libera all’opera finanziata con i soldi del PNRR è Mario Draghi, Presidente del Consiglio, sostenuto dal Pd. Ad attivare una procedura che ignora la cittadinanza, gli enti locali e lo stesso Ente Parco è il Governo di cui il Pd è uno dei maggiori azionisti.

A governare la Regione che da un anno conosce questo progetto e per un anno lo ha tenuto nascosto è il Pd con il Presidente Eugenio Giani, che continua a tacere.
Il silenzio e l’inerzia del sindaco Conti, appartenente a quella Lega con cui il Pd è alleata a livello nazionale nel Governo Draghi, sono vergognosi, come denunciamo da giorni, ma è ipocrita e in malafede la denuncia del Pd pisano. Risulta intollerabile leggere nella nota del Partito di Enrico Letta che il progetto è stato reso pubblico da ‘indiscrezioni della stampa’. Si continua a mentire o, se non si sa cosa fa il proprio partito sul territorio, è il caso di dimettersi in massa.

Ma non finisce qui l’ipocrisia del Pd che, ricordiamo, ha dato il via libera con il Governo Gentiloni al potenziamento di Camp Darby nel 2017 permettendo anche in quel caso la devastazione del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli: questa forza politica sostiene che la presenza della nuova base nel nostro territorio sarebbe positiva, definendola parte della nostra identità. Sarà semmai parte dell’identità del Pd che aumenta le spese militari e toglie l’Iva alla vendita di armi, non certo di quella tradizione pacifista e contro la guerra che da sempre ha contraddistinto Pisa.

Ma la malafede del Pd non si ferma. Nella nota si apre, infatti, la strada a possibili ridimensionamenti o compensazioni, per poi arrivare a proposte ridicole come lo spostamento ad Ospedaletto cercando di riesumare il vecchio “progetto caserme”, altra mega operazione di speculazione a favore dei militari, completamente sorpassata dalla svendita delle caserme Artale e del Distretto 42 per operazioni speculative. La logica delle compensazioni e delle riduzioni del danno rientra nel mantenimento di una chiara prospettiva: quella di non cambiare la sostanza dell’aggressione del cemento e, in questo caso, quella di un forsennato consumo di suolo a favore della guerra.
Dica il Pd piuttosto quanti sono le centinaia di milioni di euro che il suo Partito e Governo intende stanziare per questo progetto! Guerini, Giani e il Pd rendano pubblico il progetto tenuto segreto per un anno!

Noi lo diciamo con chiarezza: siamo assolutamente contrari che risorse del PNRR si utilizzino per nuove infrastrutture militari, non esiste alcuna riduzione accettabile né alcuna compensazione possibile, la cui logica deve essere rifiutata in toto. La tutela di un territorio non può essere ridotta ad uno scambio di figurine. Qui è in gioco l’idea di Paese, di come si utilizzano le risorse pubbliche, di quale economia si vuole avere per il territorio, di quale futuro per la nostra città, che sempre più viene trasformata in una piattaforma logistica per la guerra e circondata da cemento armato.
Se il Pd fosse contrario a questa proposta, non avrebbe difficoltà a dimostrarlo con fatti concreti, a partire dalla cancellazione del progetto da parte del proprio Ministro”.

Ma il Pd come risponde? “Non è sostenibile per il territorio”, dice il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale Vincenzo Ceccarelli.

Se saranno confermati i primi numeri che stiamo leggendo si tratterebbe di oltre 440mila metri cubi di nuove edificazioni, all’interno dei confini del Parco, su una area complessiva di oltre 70 ettari, con villette a schiera, poligoni di tiro, edifici, infrastrutture di addestramento, magazzini e altro ancora. Con tutto il rispetto per la sicurezza nazionale, sono finiti i tempi nei quali si poteva pensare da Roma di realizzare un intervento di queste dimensioni, in un’area di elevato pregio ambientale, derogando a tutte le leggi di tutela dell’ambiente e del territorio in nome della difesa nazionale, scavalcando completamente le istituzioni del territorio e ignorando le criticità evidenziate da tutti gli enti competenti, a cominciare dall’ente Parco. Per questo motivo – conclude il capogruppo del Pd – porteremo la questione all’attenzione del Consiglio regionale con un atto ad hoc, nel quale si chiede al presidente alla Giunta di attivare ogni strumento possibile per aprire un confronto con il Ministero e con le autorità militari, teso a scongiurare un intervento così impattante in un luogo protetto”.

Foto: Facebook

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