Dopo lo scandalo che ha sconvolto Prato, con il parroco arrestato per spaccio e importazione di droga utilizzata in alcuni festini hard con il suo compagno, il vescovo, Giovanni Nerbini, ha scritto una lettera indirizzata ai fedeli e ai sacerdoti della diocesi, invitando tutti alla preghiera. Intanto, prelevati dal conto della parrocchia di Castellina, ci sarebbero almeno 50mila euro da giustificare. In attesa di sentire don Francesco Spagnesi, 40 anni, arrestato dalla Squadra mobile e posto ai domiciliari, gli inquirenti vanno avanti nell’inchiesta, per fare piena luce sulla cessione di stupefacenti durante i festini a base di droga e sesso organizzati da Alessio Regina, l’uomo che aveva una relazione con il prete, arrestato a fine agosto per importazione di un flacone di Gbl dall’Olanda, la cosiddetta “droga dello stupro”.

Agli atti dell’inchiesta ci sono anche intercettazioni tra don Spagnesi e il vescovo di Prato che, informato della situazione, avrebbe suggerito al sacerdote di prendersi un anno sabbatico per motivi di salute, evitando così di “mettere in piazza tutto”.

Quella casa lasciata in eredità alla parrocchia

Ad aggravare la posizione di don Spagnesi ci sarebbe anche un immobile lasciato in eredità da una signora della parrocchia defunta, del valore di 230 mila euro. Anche quella somma cospicua potrebbe essere finita nelle mani del sacerdote, per acquistare stupefacenti e altre spese improprie.

Ma nessuno si era accorto di nulla? Non proprio. Uno dei membri della commissione affari economici della parrocchia aveva messo in guardia il prete: “Sul conto corrente sono rimasti circa 120 mila euro. Tieni conto nel 2020 la parrocchia ha incassato oltre 200 mila euro solo dalle vendite degli appartamenti: con questo ritmo di prelievi il conto sarà azzerato prima della fine dell’anno”.

A fine aprile, visto che il sacerdote non aveva cambiato registro, il vescovo gli aveva tolto il controllo sul conto corrente, imponendo al prelato di sottoporsi a una riabilitazione per combattere la dipendenza alla droga, seguito da un professionista. Risulta indagato anche il vice parroco, don Paolo Ridolfi (73 anni), con l’accusa di appropriazione indebita: secondo gli inquirenti a lui si sarebbe rivolto don Spagnesi per mettere le mani su una parte dei soldi raccolti in chiesa dai fedeli. Don Paolo conosceva la vita del parroco? Gli inquirenti credono di sì, visto che nella chat su WhatsApp che i due sacerdoti condividevano ci sarebbero state anche le foto dei festini.

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Foto: da Facebook

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