Undici torri e una cinta muraria voluta nel XII secolo dalla famiglia degli Aldobrandeschi, un borgo medioevale arroccato sulla cima di una collina che vede nel punto più alto ergersi la Rocca e pochi metri più in là il Museo della Preistoria e Protostoria della valle del Fiora (piccolo ma ben tenuto in cui sono conservate le tracce rinvenute che testimoniano la presenza dell’uomo nella zona già all’età del Bronzo), poco più di 70.000 anime che abitano il territorio racchiuso tra la valle del Fiora e l’area del Tufo: questo – ma in realtà anche tanto altro – è Manciano, paese a sud della Maremma, che ospita l’undicesima edizione del Manciano Street Music Festival. Stessa formula dello scorso anno – a causa del Covid il pubblico sarà accolto nel parco cittadino per assistere a quattro spettacoli: si parte giovedì 22 luglio con Dario Ballantini in “Da Balla a Dalla”, il racconto di vita vera che l’imitatore, noto a tutti per la sua collaborazione a Striscia la Notizia, utilizza per ricostruire minuziosamente la carriera del cantautore emiliano scomparso quasi dieci
anni fa.

Sullo stesso palco il giorno successivo sarà ricordato un altro grande della musica italiana, Enzo Jannacci, grazie all’energia poetica del figlio Paolo che accosterà alle più belle canzoni del padre alcuni suoi brani jazz originali. Lo spettacolo sicuramente più atteso è quello di sabato con Gino Paoli e Danilo Rea in “Due come noi che”. Voce, piano e improvvisazione gli ingredienti per dare nuova vita ai classici della musica non solo italiana.

Domenica l’ultima serata del Manciano Street Music Festival che chiude con un live nuovo dei Modena City Ramblers, gruppo che quest’anno festeggia il trentesimo compleanno. In attesa di un ritorno alla formula originale di questo festival che aveva fatto convogliare negli anni precedenti alla pandemia molte street band provenienti da diverse nazioni in nome di varietà, evoluzione e originalità di questo tipo di spettacoli, queste serate sapranno essere comunque un modo per scoprire la forza di questo borgo di Toscana che con impegno e passione – in primis quella del direttore artistico Michele Santinelli – ha fatto crescere il suo nome legandolo a una realtà già diffusa all’estero e in espansione nel nostro paese.

Ilaria Clara Urcioli

 

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