Ottime notizie per la Scuola Normale Superiore di Pisa, istituzione fondata da Napoleone nel 1810. La classifica elaborata dalla RUR Rankings Agency sulla base dei dati Clarivate Analtycs, che ogni anno valuta qualità dell’insegnamento, ricerca, sostenibilità finanziaria e internazionalità analizzando 867 università di 85 paesi del mondo, vede la Normale al 23° posto, la prima in Italia. Ai primi 3 posti troviamo Harvard, Caltech e Stanford University. Grande soddisfazione da parte dei dirigenti della Normale: “Classifica particolarmente premiante perché tiene conto della taglia degli atenei”.

È molto interessante vedere in base a quali dati viene stilata la classifica: si tiene conto di 20 indicatori che riguardano 4 aree di interesse degli atenei: quelle della qualità dell’insegnamento (Teaching) e della ricerca (Research), che hanno un peso complessivo dell’80% nella determinazione del punteggio finale; internazionalizzazione (International Diversity), ossia la presenza di studenti e docenti stranieri nello staff accademico, e infine la sostenibilità finanziaria (Financial Sustainability), che pesano il restante 20%.

Il parametro “Teaching” vede la Normale al decimo posto e prima in Italia. Migliora invece il parametro “Research”: la Scuola Normale è 63^ al mondo, e, di nuovo, prima in Italia (nel 2020, rispettivamente: 83^ e terza). Nei parametri “Financial Sustainability” e “International Diversity” i risultati non sono particolarmente significativi rispetto ad altri atenei, anche se in Italia la Scuola Normale è prima e seconda.

La RUR Rankings Agency, che ha sede a Mosca, elabora la classifica sulla base dei dati della statunitense Clarivate Analtycs. Tra i 20 indicatori che hanno determinato i piazzamenti figurano la reputazione accademica internazionale, il numero di studenti laureandi e dottorandi rispetto allo staff complessivo, nonché gli articoli su riviste scientifiche e altre variabile.

Il direttore della Normale Luigi Ambrosio e Angelo Vistoli, prorettore alla Ricerca, valutazione e ranking, affermano che “il ranking RUR è da sempre particolarmente premiante per la Scuola Normale. Il criterio generale con cui viene compilato tiene conto della taglia degli atenei e dunque realtà di piccole dimensioni come la nostra non vengono penalizzate. Se guardiamo per esempio all’indicatore ‘pubblicazioni scientifiche dello staff di ricerca” vediamo che il numero dei papers ascrivibili a ricercatori e professori di una università, pubblicati su riviste in un determinato periodo, viene rapportato al numero complessivo di ricercatori e professori presenti in quell’ateneo: in questo modo la Normale risulta altamente competitiva. E così, passando all’area insegnamento, il fatto che la Normale abbia pochi allievi laureandi e dottorandi non diventa un handicap, come in altre classifiche, ma un punto di forza: pochi allievi sì, ma con tanti docenti e strutture ad essi dedicati, quindi con un indubbio vantaggio in termini di livello di formazione”.

Tra qualche mese RUR pubblicherà le classifiche per settore disciplinare, tra cui Natural Sciences, Humanities e Social Sciences: in alcuni di questi in passato la Scuola Normale ha ottenuto piazzamenti prestigiosi, a conferma ulteriore del livello di eccellenza raggiunto. .

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