Pisa era un centro molto importante ai tempi dei Romani, anche se le testimonianze di quell’epoca sono rimaste poche. Nel Medioevo, infatti, non si andava troppo per il sottile e gli antichi edifici venivano smembrati per utilizzare i materiali di recupero. Tra i pochi resti rimasti ci sono i “Bagni di Nerone“. I resti delle terme sono arrivati sino a noi perché furono inglobati in strutture architettoniche successive: case, un forno e alcune stalle. Negli anni quaranta del Novecento gli edifici più moderni vennero abbattuti per poter studiare e salvaguardare l’antico monumento, unica costruzione rimasta in piedi della Pisa romana.

Oggi delle antiche terme vediamo solo muri di mattoni, ma all’epoca le strutture erano finemente decorate, con marmi  di diversi colori e affreschi. Negli scavi degli anni ’40 furono trovate alcune porzioni degli antichi pavimenti.

Vi segnaliamo ora una bella iniziativa. Dal 7 luglio tutti i venerdì del mese, dalle 15 alle 17, sarà possibile scoprire le storie svelate dalle ricerche archeologiche condotte dall’Università di Pisa, con il supporto del Comune di Pisa e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno. Non è necessaria la prenotazione.

Nel Medioevo si iniziò ad associare l’imponente rudere di Porta a Lucca alla storia di San Torpè, a cui dalla metà del XIII secolo è dedicata la chiesa costruita proprio accanto alle terme. La leggenda narra che il pisano Gaius Silvius Torpetius (Torpete) era un cortigiano di Nerone, che dopo essersi convertito al cristianesimo fu condannato al martirio. Secondo una tradizione il luogo del martirio era quello dove attualmente sorge la chiesa.

Dopo la decapitazione il corpo di Torpete fu messo sopra una barca alla foce dell’Arno, insieme a un gallo e a un cane. L’imbarcazione si sarebbe arenata in Provenza, vicino alla cittadina di Heraclea, ribattezzata in seguito Saint-Tropez in onore del santo. Gli studiosi ritengono, tuttavia, che il legame tra i Bagni di Nerone e l’imperatore romano sia solo il frutto della fantasia medievale.

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