Nel comune di Capannoli, borgo nella provincia di Pisa, si trova un’installazione molto particolare: il telefono del vento, la cabina telefonica per poter parlare con chi non c’è più.
La storia del telefono del vento è molto interessante. La prima cabina telefonica è stata ideata nel 2010 dal designer giapponese Itaru Sasaki. Dopo un lutto in famiglia, Sasaki decise di collocare la cabina nel proprio giardino. Un modo diverso di reagire al dolore e mantenere un legame diretto con la persona cara scomparsa parlandoci idealmente al telefono. Riflettere sulla scomparsa del defunto e metabolizzare la perdita in un modo totalmente alternativo. Si trattava di una comunissima cabina telefonica al cui interno era stato posizionato un apparecchio telefonico, ovviamente scollegato da qualsiasi linea.
Un anno dopo, nel 2011, in Giappone si verificò uno dei più potenti terremoti mai registrati che causò la morte di migliaia di persone. Dopo questo tragico evento Sasaki decise di aprire al pubblico il suo telefono del vento per consentire a chiunque lo volesse di recarsi alla cabina per un momento di meditazione e per mettersi in contatto con i cari recentemente scomparsi a causa del disastro naturale. Da quel momento in poi la cabina telefonica è stata visitata da centinaia e centinaia di persone e negli anni successivi, in molte parti del mondo, sono lentamente comparse altre cabine.
A portare in Italia l’idea giapponese della cabina telefonica è stato il fotografo Marco Vanni a dicembre del 2023. Si trova nel verde delle campagne pisane, precisamente a San Pietro Belvedere, località nel comune di Capannoli.
Oggi le cabine telefoniche sono scomparse, rendendo quella di Capannoli un elemento davvero unico. Collocata in un incantevole punto panoramico della Valdera, questa cabina rappresenta un luogo speciale dove ritrovare un attimo di vicinanza con chi non è più tra noi. Un piccolo angolo di memoria e silenzio, capace di suscitare emozioni profonde in chi vi si sofferma.


