Sabato 14 giugno a Pisa si è svolto il “Tower Cage Fighting”, una manifestazione di arti marziali miste, le cosiddette MMA, nel suggestivo scenario del Giardino Scotto. Circa cinquecento gli spettatori presenti, non poco visto che era la prima volta che nella città della Torre pendente andava in scena questo evento. Il mattatore assoluto della serata è stato Walter Cogliandro, 33enne di Novara, atleta professionista MMA con un curriculum di tutto rispetto. Si è aggiudicato la cintura del “Tower Cage Fighting” battendo il brasiliano Thiago Martins. Noi de L’Arno.it lo abbiamo intervistato per conoscerlo più a fondo e per carpire le sue sensazioni dopo questo successo conquistato all’ombra della Torre.
Ciao Walter, grazie per aver accettato il nostro invito. Anzitutto, quando hai iniziato a praticare questo sport?
“Nel 2022, dopo aver praticato 20 anni di judo ho smesso e mi sono appassionato alla disciplina MMA (arti marziali miste). Il tutto era partito inizialmente come un gioco… ‘ma sì, faccio uno sportarello, la sera giusto per divertirmi’. Poi alla fine tutto questo è diventato il mio lavoro, la mia vita e la mia passione. Diciamo che è stato un tuffo dentro”.
Era la prima volta di un evento del genere a Pisa: come hai trovato l’organizzazione della manifestazione?
“Io ho partecipato perché il mio migliore amico, il pisano Federico Perri, è stato l’organizzatore dell’evento. Poi conoscevo già anche Simone Benedettini, sempre di Pisa. Con loro vi è una grande stima perché sono due grandi istruttori oltre che dei grandi maestri. L’organizzazione è stata bellissima per essere stato il primo evento del genere fatto a Pisa. Non avevo dubbi perché Federico Perri è sempre venuto con me a combattere in giro per il mondo ed ha visto tante grandi promotion a livello mondiale. Ha provato a replicare nella sua città tutto questo ed è stata una cosa molto bella, oltre che un ottimo punto di partenza”.
Pisa ha una grande tradizione in certi sport. Forse manifestazioni come questa servono a perfezionare il tutto, non pensi?
“Sì, secondo me a Pisa, ma direi anche in tutta la Toscana in generale, ‘fare a botte’ piace a tutti. Non ho mai trovato nessuno che qui mi abbia detto che fare a cazzotti fa schifo, secondo me questa terra è la patria degli sport da combattimento in Italia. Forse ci saremmo aspettati un po’ più di affluenza di pubblico, ma c’erano anche alcuni eventi concomitanti con il Giugno Pisano. Comunque, per essere la prima volta, circa 500 persone non sono pochissime. Poi ho notato tanti che partecipavno tifando ed è stato tutto veramente molto bello”.

C’è qualche aneddoto curioso che ci puoi raccontare?
“Guarda, io generalmente quando vado a combattere sono molto concentrato. Come è successo a Pisa, fino alle 18 (cioè prima del match) ero la persona più buona e solare del mondo, ridevo e scherzavo con tutti, mentre 5 minuti dopo e fino a che ho combattuto il mio mondo si è chiuso. Detto questo ho comunque visto diverse scene belle nel post gara, di molte persone che sono venute a farsi la foto con me, tanti ragazzini che erano emozionati. Qualcuno si è messo a piangere perché era la prima volta che mi vedeva dal vivo ed era felice del mio successo. È stata una cosa bellissima questa. Io combatto spesso negli Emirati Arabi, dove ho conosciuto tantissimi campioni, con cui mi sono allenato. Sono bellissime esperienze che, come quella fatta a Pisa, porto nel mio cuore”.
Hai trionfato alla grande nella gabbia. Che combattimento è stato e che avversario hai trovato?
“L’avversario non era sicuramente facile, anche perché a me non piace combattere con gente troppo al di sotto di livello. Il brasiliano aveva 13 vittorie all’attivo, tra l’altro cintura nera di brasilian ju jitsu di altissimo livello. È stato un match molto combattuto al suolo. Lui era molto spaventato negli scambi, infatti quando si è tuffato alle gambe, in fase di lotta, ho iniziato a prenderlo a gomitate stoppando il suo gioco. È stato un bel match, che è piaciuto al pubblico, anche leggendo le recensioni che ci sono state. Sono quindi soddisfatto di questo”.

Chi senti di ringraziare per essere arrivato a certi livelli in questo sport?
“Sicuramente il ringraziamento per essere dove sono va prima di tutto a me stesso, nel senso che io, anni fa, ho preso la mia bella valigina, con lo zainetto in spalla, e sono andato in Irlanda, nella palestra di Conor McGregor, da solo, facendomi un bel mazzo per farmi conoscere e farmi rispettare. Ringrazio inoltre le palestre che mi seguono qui in Italia: la Daruma-Pro di Milano, dove lavoro, la Urban Arena di Gallarate (Varese) e l’Aurora di Roma. Mi sono dovuto un po’ muovere e le preparazioni costano tantissimo. Un giorno sono a Milano, un giorno a Gallarate ed un altro a Roma. Per fare preparazioni più importanti vado sempre in Irlanda da Conor McGregor, facendo sempre parte di quel team e poi a Roma. Inoltre devo ringraziare tutti coloro che mi coadiuvano negli allenamenti, dalla mia famiglia alla mia fidanzata, persone che mi supportano a livello di dieta, sbalzi di umore e tutto ciò che ne consegue. Mi rendo conto che non sia facile stare vicino a chi, come me, pratica questo sport”.
Avrai avuto modo di visitare un po’ anche la città di Pisa, che impressione ne hai tratto?
“A me Pisa come città è sempre piaciuta. Essendo amico di Federico Perri ci vengo almeno 3 o 4 volte all’anno. Vivo molto bene Pisa e mi è piaciuto il calore e l’affetto della gente. Siamo usciti la sera e molti, anche in piazza dei Miracoli, mi hanno riconosciuto e sono venuti a farsi le foto con me. Davvero una cosa super bella, a Pisa mi sento sempre a casa”.
Qual è lo stato di salute di questo sport (Mma)?
“La disciplina MMA sarà lo sport del futuro, molte discipline si stanno evolvendo in funzione di questa. Diciamo che secondo me l’MMA ha fatto rinascere la lotta libera, il brasilian ju jitsu e tutte quelle discipline a sé stanti, che sono risbocciate nell’MMA, essendo talmente completo come sport. Ogni atleta ha bisogno di un istruttore in ogni singola disciplina, infatti anche io mi rivolgo a chi fa lotta libera, sport che volevano togliere dalle Olimpiadi e che è ritornato di moda grazie alle arti marziali miste (MMA) e così il pugilato. Secondo me la disciplina MMA ha fatto bene a tutto il movimento sportivo”.
Che consiglio ti senti di dare a chi vorrebbe intraprendere questa disciplina?
“Sicuramente di avvicinarsi alle palestre di gente che sui ring c’è stata veramente ed ad un certo livello. Consiglio a tutti di andare a spulciare chi è il vostro istruttore, magari atleta pessimo ma circondato da persone valide. Quindi aprire il cellulare e non fidarsi magari della prima palestra sotto casa perché è comoda a livello logistico. Può essere anche comoda, ma può lasciare anche tanti buchi ed allora,in tal caso,è preferibile fare 20 km in più per andare da un istruttore che è cresciuto a pane e lotta. Poi ci tengo a dare un consiglio, specie ai giovani…”
Prego, dì pure…
“Non fatevi condizionare da tutto quello che si vede in televisione, riferito a quelli che hanno picchiato qualcuno perché praticavano MMA. È giusto chiarire che l’atleta vero non è come quei quattro imbecilli che fanno certe cose. Io sono pagato e stipendiato per combattere, mi alleno tre volte al giorno, quando finisco di allenarmi vado a casa e non ho certo voglia di andarmi a picchiare in giro. Quelli che si picchiano fuori dalle discoteche non sono atleti, quella è gente che ogni tanto entra in palestra per il proprio ego personale, prende botte dagli atleti veri, e poi si sfoga fuori prendendosela con i ragazzetti. Quindi è tutto un altro contesto”.
Chi è Walter Cogliandro, al di fuori di questo sport?
“Tutti mi dicono che sono un cucciolone, ma in realtà sono un ragazzo che ama la sua vita, il suo lavoro, le arti marziali miste sono diventati la mia passione, mi piace allenare le persone, mi piace andare in giro agli eventi, vivo tutto questo contorno e sono orgoglioso di tutto questo. Sono un bel sognatore oltre che un grande appassionato di moto. Quindi la mia vita gira intorno alla velocità delle moto e alle gran mazzate (ride, ndr)”.
Maurizio Ficeli
Foto tratte dal profilo Instagram di Walter Cogliandro