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Fanny Mendelssohn, Aurelio e Paolo Pollice ci conducono per mano nel melodramma italiano

- Cultura
24 Maggio 2025

Marina Sacchelli

Li abbiamo amati fin da subito, Aurelio e Paolo Pollice, da prima che iniziassero a suonare l’uno accanto all’altro, seduti di fronte al pianoforte appoggiato alla grande finestra ad arco dell’intima e romantica Villa Rita di Uliveto Terme, situata nell’antico borgo di Noce nel comune di Vicopisano (PI).

È iniziato così il penultimo concerto del XII Festival Musicale Internazionale Fanny Mendelssohn, in una sala con la volta affrescata, Cupido e Venere al centro, luci soffuse e un oleandro che faceva capolino dal giardino. Un’altra incantevole location ha fatto da sfondo a una bellissima passeggiata nel melodramma italiano verso la quale siamo stati accompagnati da due pianisti di fama internazionale, i fratelli Pollice. Il programma proposto è stato di volta in volta arricchito da aneddoti interessanti che ci hanno fatto apprezzare maggiormente tutte le arie dei più conosciuti compositori italiani dell’Ottocento.

Ad aprire il concerto “Casta diva” dalla Norma di Vincenzo Bellini, poi “Largo al factotum della città”, un’energica esecuzione tratta dal Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini e ancora, di Gaetano Donizetti, “Una furtiva lacrima” aria tratta da Elisir d’amore. Il pubblico rapito dal susseguirsi dei brani interpretati con enfasi a quattro mani, ha applaudito con calore e anche con una certa commozione davanti a pezzi emozionanti come “Vesti la giubba” da Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, il “Va pensiero” dal Nabucco di Verdi e il canto di addio di Violetta nella Traviata, la celeberrima aria di “Amami Alfredo”. Ancora di Verdi l’ultimo brano in scaletta, di nuovo tratto dalla Traviata, “Parigi o cara”.

Non poteva mancare Giacomo Puccini per completare il repertorio operistico italiano magistralmente eseguito dal duo Pollice. Alle arie famose del celebre compositore toscano è toccato l’onore di chiudere la serata con ben tre bis. La prima è stata ”E lucevan le stelle” tratta dalla Tosca (un grande amore ha bisogno di tutti i sensi, così è stata presentata dagli artisti questa famosissima melodia con testo scritto personalmente da Puccini). Ancora l’amore protagonista con il secondo brano, il puro e disinteressato sentimento di Liù, la serva buona e fedele nella Turandot, e quello coraggioso, sempre nella Turandot, esaltato nel pezzo finale ”Nessun dorma”.

Sebbene queste arie siano state suonate con un solo strumento, il pianoforte, possiamo tranquillamente esprimere ciò che sicuramente è arrivato al pubblico intero, una vera e propria rappresentazione teatrale, dovuta alla eccezionale bravura musicale e alla forte empatia di Aurelio e Paolo Pollice.

Tutti in piedi per rendere onore a questi due straordinari musicisti con un lungo sentito applauso e un brindisi finale nelle sale di Villa Rita. Il prossimo ed ultimo appuntamento di questo riuscitissimo Festival è domenica prossima 25 Maggio alle ore 21 a Villa Roncioni, nel comune di San Giuliano Terme.

Marina Sacchelli

Foto: Alessio Alessi

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