Leggiamo con interesse quanto pubblicato sull’aumento del rumore aereo sulla città di Pisa e riteniamo sbagliato attribuire all’Aeronautica Militare la responsabilità di aver introdotto autonomamente nuove rotte di decollo da Pisa, perché gestore del traffico aereo sull’aeroporto militare e quindi Ente preposto a definire le procedure di decollo ed atterraggio.
Tale concetto è semplicistico e fuorviante, in quanto l’aeroporto pisano è sì militare, ma aperto al traffico civile e pertanto le sue procedure devono essere validate da ENAV, secondo gli standard internazionali e rese note su pubblicazioni aeronautiche (AIP) o autorizzate da specifici NOTAM (avvisi ai naviganti), quando si tratta di validità temporanea (caso pisano).
Le necessità territoriali sono rappresentate, discusse e condivise nella competente Commissione aeroportuale, in cui siedono i rappresentanti di Enac, Aeronautica Militare, MASE, ARPAT, Regione Toscana, Toscana Aeroporti e i Comuni di S.Giuliano e Pisa, pertanto informate nonostante l’attuale stupore comunale pisano.
Considerando la memoria storica del nostro aeroporto, ricordiamo a tali enti che 5 anni fà, partecipando al convegno dell’Università di Pisa e Responsible Management Research Center (REMARC) su: ”La sfida degli Scali Aeroportuali”, organizzato all’interno del “Festival dello Sviluppo Sostenibile 2021”, per rispondere al quesito “èpossibile tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini senza danneggiare i processi di sviluppo economico”, rispettando anche gli obiettivi e le prescrizioni dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile e del Green Deal Europeo, l’assessore all’Ambiente Bedini, lamentò la lentezza di attuazione del Piano di risanamento acustico, chiesto nel 2017.
In tale occasione il dottor Licitra, direttore di ARPAT, illustrò le soluzioni adottate per monitorare i voli e ridurre il loro rumore, per cui chiedemmo al responsabile comunale Ambiente, dottor Redini, di pubblicare la mappatura acustica del Comune di Pisa, con i decibel e numero dei cittadini interessati, ferma al 2008. Confermammo questo dato anche al dottor Fasciglione, del CNR e al dirigente ENAC, dottor Veccia, ma anche all’ingegner Tenerari, responsabile ambientale di Toscana Aeroporti, il quale affermò di aver chiesto all’Aeronautica Militare d’individuare procedure di decollo verso sud, con immediata virata verso il mare, per liberare le rotte d’avvicinamento e quindi per risolvere definitivamente il problema del sorvolo della città ed evitare il suo inquinamento acustico, creato più dall’aviazione commerciale, che dai turboelica della 46^ Brigata Aerea, meno impattanti.
Occorreva quindi realizzare la cosiddetta terza pista, voluta dall’ingegner Ballini, AD di SAT (orientativamente obliqua, con orientamento 12 30 ), ma in realtà seconda pista, perchè delle attuali due, solo una era ed è utilizzabile e quindi interessa la città. Da allora sono trascorsi 5 anni, spese tante parole, ma poco si è concluso e riteniamo che anche la sperimentazione odierna, richiesta dai membri dell’intera Commissione aeroportuale, non produrrà soluzioni certificate, in quanto le centraline di rilevamento
automatizzato del Sistema SARA, sono sempre posizionate lungo i precedenti percorsi procedurali.
Si ripete quindi la politica del “rimando“ e soprattutto quella dello scaricabarile, anche da parte di chi era informato dei fatti dai propri rappresentanti in Commissione aeroportuale ed ora fa finta di scoprire l’acqua calda.
ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI DI PISA
Il presidente Franco Ferraro