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Record di trapianti di fegato a Pisa

- Cronaca
27 Settembre 2024

Il 20 settembre scorso si è svolto un convegno celebrativo per i 3.000 trapianti di fegato eseguiti all’U.O di Cisanello Pisa, con un’interessante intervista al premio Nobel della medicina Mello Creig. Mi permetto di evidenziare una frase ripetuta più volte dal dottor Davide Ghinolfi, direttore dell’Unità Ospedaliera di chirurgia epatica e trapianto del fegato di Pisa: “Dietro ogni trapiantato c’è un donatore e la sua famiglia che non si è opposta al prelievo”. Molto apprezzati gli interventi musicali che si sono succeduti nel corso dell’incontro, nel quale sono stati trattati temi di alto profilo emotivo.

Durante il convegno, che si è svolto al teatro Verdi di Pisa, sono stati proiettati tre cortometraggi. Il primo dei quali narra cosa accade quando giunge al centralino della clinica la notizia che un fegato è disponibile. Con l’orologio, che registra ogni passaggio dal momento della chiamata, inizia questo interessante filmato. Si vede la squadra di pronto intervento partire per raggiungere l’aeroporto, con l’aereo predisposto per il decollo, in quanto si deve recare in un luogo distante più di mille chilometri per arrivare all’ospedale ove si trova il soggetto da cui sarà prelevato l’organo. Tutto deve essere fatto nel minor tempo possibile poiché i tempi di conservazione del fegato sono ridotti. E appena l’espianto si è concluso il fegato viene inserito nel contenitore e quindi ritorno a Pisa ove l’intervento può iniziare. Tutto si conclude in 24 ore. La proiezione del cortometraggio è stata accolta con applausi e vivo entusiasmo. Le storie narrate negli altri due video sono state estrapolate dal libro “Il dono della vita in una scelta. Sette storie di Rinascita”, scritto dai giornalisti Gabriele Masiero e Francesco Ingardia con il supporto di Gloria Chiarini, presidente dell’Associazione Vite odv

La suddetta associazione ha il fine di assistere i trapiantati una volta usciti dall’ospedale in quanto non pochi di loro trovano difficoltà nel reinserirsi nella vita normale, non sapendo con precisione ciò che possono o non possono fare. Ad esempio, possono guidare l’automobile? Sono ancora invalidi? Che diritti hanno e a quali limitazioni devono sottostare? Vite cerca di studiare e di analizzare i problemi dei trapiantati che spesso sono costretti a vivere in una sorta di limbo legislativo. Questa mancanza di norme non proviene dall’indifferenza del potere legislativo perché legiferare in questo campo è difficile.

Ci sono persone trapiantate di cornee, rene, fegato, cuore, polmone, pancreas… non tutte hanno gli stessi problemi, per non parlare di individui che hanno avuto più organi trapiantati e delle patologie che hanno indotto il trapianto in una realtà ove la scienza amplia e modifica l’esistente.

Il secondo cortometraggio proiettato è incentrato sulla figura di Federico Finozzi (foto sotto), scomparso da alcuni anni, persona nota nel mondo dei trapiantati. Federico narra, in una sua intervista televisiva, che la sua patologia non aveva cure e solo il trapianto poteva salvarlo. E così è accaduto. Dimesso dall’ospedale ha ripreso ciò che aveva dovuto interrompere. Si è laureato, sposato, è divenuto padre di una bambina ed ha iniziato di nuovo la sua attività sportiva tanto da partecipare ai Giochi Mondiali dei trapiantati nel nuoto in Canada nel 2005, vincendo ben sei medaglie (tre d’oro, una d’argento e due di bronzo) e stabilendo persino un record del mondo. Federico con semplicità narra la sua vita, la sua paura di morire e invita i trapiantati a “vivere una vita normale”, frase che ripeteva spesso. Era conosciuto e stimato da tutti e la conclusione del video è stata salutata da applausi, con non poche persone che avevano gli occhi lucidi.

Il terzo e ultimo corto riguarda la storia di Perla. Anche lei, proprio come Federico, un giorno si ammala. Non esistono cure se non il trapianto. Dopo una lunga attesa viene chiamata dal Centro Trapianti di Cisanello, è preparata per l’intervento ma questo non avviene. I familiari della persona scomparsa che prima avevano dato il consenso avevano cambiato opinione. Oggi per fortuna Perla è una professionista, una madre, una persona recuperata alla vita. Il suo caso non è unico perché il tema dei trapianti solleva non pochi problemi. È l’incontro fra la disperazione e la speranza: la fine di una vita può diventare la rinascita di un’altra. E se la speranza si avvera la vita continua.

Dopo i filmati è iniziata l’attesa intervista al premio Nobel Mello Craig, condotta dal dottor Ghinolfi. La prima domanda è sulla natura dei sui studi. La risposta è modulata, giustamente, per un pubblico non specializzato in materia. Craig spiega che i virus che hanno creato tanti problemi con il Covid se studiati e analizzati nelle loro strutture possono essere modificati per divenire strumenti di cura. Precisa poi che la strada sarà lunga ma non esclude che alcune patologie non possano essere vinte in tempi brevi con questa ricerca. E sempre parlando di scienza fa due appelli. Il primo è rivolto ai giovani esortandoli a seguire studi scientifici perché la natura è piena di meraviglie ancora non comprese e analizzate; la seconda è rivolta alle persone molto avanti negli anni, ai centenari, e li invita a disporre che, quando la loro vita sarà finita, di lasciare il proprio corpo alla scienza per studiare le cause che li hanno fatti
vivere così a lungo. Conclude che non è impossibile che la vita non possa giungere normalmente a 120 anni. E anche qui applausi, sorrisi, e frasi del tipo “speriamo”.

Quando il convegno stava per concludersi sono chiamati sul palco i rappresentanti delle istituzioni: il sindaco di Pisa (Michele Conti), il presidente della Regione Toscana (Eugenio Giani), il sottosegretario di Stato al Ministero della Salute (on. Marcello Gemmato). Il sindaco ha parlato dell’Ospedale di Cisanello e del suo ampliamento che procede senza interruzioni. Il presidente Giani, pur non nascondendo che la sanità Toscana abbia problemi, ha affermato che, per quanto attiene ai trapianti, la nostra regione si colloca ai vertici mondiali per donazione e per interventi chirurgici.

Il sottosegretario ha precisato che il Governo, conscio delle difficoltà che ci sono nella sanità italiana, cerca di trovare le risorse per risolvere le attuali criticità. Il convegno si è concluso con le parole di Filippo Macchi, schermidore campione olimpico, che dopo aver ringraziato tutti i presenti per la loro partecipazione invita i giovani a praticare lo sport affermando che esso è disciplina, rapporto con gli altri, e stimolo a migliorarsi e a confrontarsi con la realtà.

Giuseppe Di Colo

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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