Siamo andati a conoscere da vicino Paolo Martinelli, candidato a sindaco di Pisa per il centrosinistra. Prima di tutto alcune domande di presentazione, per conoscerlo meglio…

Ci può dire quando e dove è nato?
“Sono nato a Pisa nell’ottobre del 1983, ho 39 anni”.

Studi fatti?
“Mi sono diplomato al liceo scientifico, poi laureato magistrale in Scienze Politiche internazionali all’Università di Pisa ed esperienza di tesi presso l’università di Amsterdam; corso di alta formazione in ‘Teorie e tecniche di gruppo’ dipartimento di psicologia Università di Firenze, diploma universitario in ‘Pianificazione e gestione d’impresa sociale’ Unipi e corso di alta formazione manageriale in ‘Gestione dell’impresa socialmente orientata’ Università Sophia in collaborazione con Dipartimento di Management Scuola Sant’Anna di Pisa”.

Qual è la sua professione?
“Lavoro nel terzo settore, come responsabile nella frontiera tra cooperazione sociale, animazione territoriale e organizzazione aziendale dei servizi e del personale. Mi occupo in particolare di creare opportunità lavorative per lavoratori fragili e progettazione sociale, privacy, sicurezza e formazione del personale”.

Sposato, figli?
“Sono sposato con Federica e ho tre figli: Lorenzo, Alberto e Pietro”.

Alcune curiosità: piatto, film e canzone preferita, squadra del cuore, sport praticati, credente (frequenta/pratica?), animali…
“Piatto preferito: la zuppa pisana e la pizza. Squadra del cuore: ovviamente il Pisa. Canzone preferita: ‘Culo dritto’ di Guccini perché mi commuove pensando ai miei figli che crescono. Sport praticati: calcio, scherma, nuoto e mi piace giocare a ping pong. Religione: sono cattolico, praticante. Animali: non ho animali in casa, tre figli bastano!

Quando ha iniziato a occuparsi/interessarsi di politica?
“Fin da ragazzo, soprattutto nell’ambito della solidarietà, dell’aiuto a chi è più in difficoltà, della connessione tra nord e sud, dell’immigrazione e dell’associazionismo per la legalità e contro tutte le mafie, i circoli, la cooperazione sociale”.

Veniamo ora alle domande vere e proprie… Che Pisa ha in mente tra dieci anni? Poniamo l’orizzonte volutamente così lontano nel tempo pensando a due mandati per poter imprimere un cambiamento…
“Me la immagino con servizi in tutti i quartieri, con una povertà ridotta, un’occupazione aumentata, e una risposta seria ai bisogni abitativi. Mi immagino una città che ha saputo creare sviluppo e sostegno alle imprese partendo dal grande patrimonio di università e ricerca. Penso a una città che non lascia indietro nessuno, dove le decisioni principali sono state assunte con la partecipazione delle cittadine e dei cittadini e che è diventata protagonista nella lotta all’emergenza climatica grazie a più verde urbano, riduzione del traffico, più mobilità pubblica sostenibile. Penso ad una Pisa attrattiva, che sappia dare ai giovani le opportunità per restare”.

Qual è, a suo avviso, l’urgenza più grave da affrontare subito per chi governa la città?
“Quella abitativa, affiancata da una revisione e un potenziamento del sistema di presa in carico di chi ha bisogno, superando la logica attuale dei bonus spot. Accanto a questo, la lotta alle solitudini e l’isolamento che la pandemia ha acuito. Per questo riapriremo spazi di socializzazione nei quartieri, lavoreremo a risposte sul fabbisogno abitativo e ad aumentare il numero di assistenti sociali”.

Cinque anni fa il centrodestra picchiò duramente sul tema sicurezza, imputando alla sinistra troppo lassismo. Ai cittadini-elettori il compito di giudicare la “cura” offerta da chi ha governato Pisa. A suo avviso che frutti ha prodotto? Come vorrebbe intervenire su questo aspetto?
“È il fallimento più evidente della giunta Conti, la situazione è sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo separare la marginalità economica e sociale dal crimine. Quindi, operatori di strada h 24 e un centro diurno per le persone senza fissa dimora, la richiesta a Regione e Prefettura di un nuovo ‘Patto per Pisa sicura’ che porti più forze dell’ordine e più coordinamento con la Municipale, un rapporto annuale sulla sicurezza urbana per avere dati certi, la riattivazione del progetto ‘Notte di qualità’ di ANCI-Regione Toscana, sostegno ai progetti di prevenzione di bullismo e cyberbullismo, adesione allo European Forum for Urban Security per lo scambio di buone pratiche e per affrontare il tema senza provincialismo”.

Quale errore deve evitare il centrosinistra per non perdere di nuovo a Pisa?
“Lo ha già evitato: non si è chiuso in se stesso, ha costruito una proposta civica e progressista e, attraverso la partecipazione, ha coinvolto nel programma le cittadine e i cittadini, le forze vitali di questa città”.

Nessuno ha la bacchetta magica, ma per gioco gliene diamo una noi. Vale, però, per un solo utilizzo. Come la impiegherebbe? Ricordi, vale solo una volta…
“Farei in modo che tutti i miei concittadini abbiano un tetto sicuro sulla testa e cibo per sé e per i propri figli e che la nostra città torni a mettere al centro le persone e i loro bisogni”.

Pisa è famosa nel mondo per la Torre pendente. Ma rispetto ad altre città toscane sembra un po’ ferma, quasi fosse una bella addormentata nel bosco, nonostante università, ospedale, aeroporto ed altre eccellenze. Che manca per svegliarla dal sonno?
“Mancano la visione e la programmazione, è la carenza più grave di questi ultimi 5 anni di giunta Conti. Si è pensato tanto alle asfaltature e alle rotonde, ma una città non può vivere solo di questo. Noi puntiamo a una programmazione culturale di qualità, fatta e comunicata con grande anticipo, perché anche le strutture turistiche e il commercio possano trarne beneficio. Pensiamo a connettere maggiormente città e università smettendo di viverle come città separate e a politiche di area su infrastrutture e offerta turistica e culturale con le altre città limitrofe”.

Mettere in rete Pisa, Lucca e Livorno, fare una volta per tutta l’Area Vasta e controbilanciare lo strapotere di Firenze. Se ne parla da decenni ma non si fa. Lei cosa pensa a riguardo? Come si può fare?
“Già in queste settimane ci siamo confrontati su questo con il sindaco di Livorno e, se eletto, aprirò un dialogo con tutte le città della Costa. Dobbiamo superare l’idea della Toscana a due velocità, è sbagliata per l’intero sistema regionale. Ecco perché chiediamo di confermare la centralità del Galilei nel sistema aeroportuale toscano, il raddoppio ferroviario tra Costa e Firenze . Ecco perché ci impegniamo a mettere in campo politiche culturali, turistiche e infrastrutturali di area vasta. Non è una questione di conflitto campanilistico, ma di garantire pari opportunità di sviluppo a tutti i territori”.

C’è qualcosa che ha visto all’estero, in qualche città, che vorrebbe provare a realizzare anche a Pisa?
“La cultura olandese per la mobilità sostenibile e la riduzione del traffico privato”.

C’è un pregio che riconosce al suo principale sfidante, il sindaco Michele Conti?
“Usa un linguaggio diretto”.

E il difetto più grande?
“La chiusura alla partecipazione e il non mettersi in discussione”

Per concludere, quale messaggio si sente di rivolgere ai nostri lettori e ai pisani chiamati alle urne?
“Costruiamo una città più moderna, aperta, inclusiva e sostenibile, una città orgogliosa, che ha coraggio di fare. Costruiamola insieme”.

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