Paolo Lazzari

Il pari di lucida ostinazione contro l’Atalanta irrora di convinzioni aggiuntive la stagione della Fiorentina. Con il risultato di lunedì sera al Franchi la viola strappa il quattordicesimo risultato utile consecutivo (11 i successi) e certifica una volta di più di essere assurta ormai a gruppo autentico, capace di dettare i ritmi ma anche di soffrire all’occorrenza, senza però mai uscire dalla partita.

La squadra segue Italiano e viaggia con automatismi accuratamente lubrificati. Ben oltre la tattica – comunque cruciale – si intravede sempre però una determinazione a tratti folle: vincere aiuta a vincere, si sa, e adesso che la Fiorentina ha iniziato a indossare questi panni non intende più dismetterli.

Contro una Dea cinica e sempre insidiosa la viola va sotto, ma non si disunisce. Continua, anzi, a restare più che aggrappata alla gara, compattandosi e cambiando ritmo. Il pareggio, il palo centrato da Biraghi e la colossale chance per Bonaventura nel finale raccontano il debordante stato di forma di un gruppo che in questa fase storica potrebbe contendere il successo contro chiunque.

Spiccano, tra le fronde gigliate, le prestazioni di Nico Gonzales – puntuto in fase offensiva, umile nei ripiegamenti – Dodò, Quarta e Cabral. Arturone continua a segnare, seppur di rigore, rammentando che adesso sì, il traffico prodotto là davanti ha un vigile che lo governa sicuro verso lo specchio.

Un viatico impensabile, serve ripetersi, ricordando quel che la Fiorentina mostrava fino ad una manciata di mesi fa. La resurrezione fisica, tecnica e morale di una squadra che ha saputo raccogliersi e riconoscersi nelle difficoltà e che, adesso, può preparare con fiducia un finale di stagione che ancora la vede in corsa su tutti i fronti.

 

Foto e video: Acf Fiorentina (Facebook)

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