Guido Martinelli

È risaputo che le presentazioni dei libri seguono, in genere, una prassi consolidata comprensiva dell’intervento inziale di uno o più esperti letterari che introducono il volume per passare, subito dopo, la parola all’autore e, quasi sempre, dopo eventuali domande dall’uditorio, a successive letture di alcuni brani del libro da parte di terzi prima del firma copie conclusivo. Piero Pancanti, poeta cascinese componente del gruppo poetico “Poesiamo”, ha avuto un’idea originale per presentare il suo ultimo libro di poesie “Oniricum”: organizzare un processo sulla sua raccolta poetica coinvolgendo altri colleghi e operatori culturali.

Questo momento di  legal poetry ha registrato  un primo grado di giudizio nel mese di novembre presso la Biblioteca di Cascina e dopo l’assoluzione di primo grado si è passati alla seconda istanza di Appello pochi giorni fa, presso il caffè letterario pisano Voltapagina di Via San Martino 71.

Questo secondo grado di giudizio ha visto come protagonisti, in qualità di giudice, lo scrittore e organizzatore culturale Jonathan Rizzo, mentre i ruoli di pubblico ministero e di avvocato difensore  sono stati ricoperti, rispettivamente, dalle poetesse Nadia Chiaverini, sostituta dello scrittore Pierantonio Pardi presente la volta precedente, e Stefania Giammillaro, che ha invece preso il posto del collega Alessandro Scarpellini presente a Cascina.

Stefania Giammillaro
Nadia Chiaverini
Serenella Menichetti

                                                                                       

Nel corso del dibattimento la pubblica accusa ha preso di mira la fatica letteraria del Pancanti cercando di evidenziarne limiti e difetti con la lettura e l’analisi critica dei suoi versi, accusati di non essere degni prodotti poetici. La difesa ha controbattuto colpo su colpo servendosi pure di testi come le poetesse Serenella Menichetti e Antonella Jacoponi e la lettrice Elena Boesso, che a son di versi hanno mirato a sottolineare la bontà e la qualità dell’opera dell’autore.

Ne è scaturito un dibattimento colto, interessante, divertente e divertito, che ha spulciato la produzione dell’autore di cui evidenzio una breve poesia per rendere in qualche modo tutti partecipi dell’argomento del dibattimento.

Eiko-seisui

(una volta nella vita)

Piovono petali di sangue rappreso

dalle elucubrazioni degli ignavi

e non ci sono ombrelli né ripari

sotto i ponti. Infuria la pace dei sensi

dopo la stagione della lussuriaaa…

Al termine dell’accesa e dotta disquisizione, il brillante e arguto giudice Rizzo non ha avuto dubbi nell’assolvere, ancora una volta, Piero Pancanti dall’accusa di non essere un poeta.

       Jonathan Rizzo

Ritengo importante parlarne perché l’originale iniziativa non si è senza dubbio esaurita in questa sede. Manca, infatti, un terzo grado di giudizio, quello della Cassazione, e quando il tribunale poetico si esprimerà in tal senso verrà trovata un’altra aula che ospiterà questo ennesimo, interessante e gustoso dibattimento, sicuramente da non perdere.

Guido Martinelli

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