Prima di  lasciare gli Arsenali repubblicani, splendida sede del “Pisa Book festival”, un vero e proprio paradiso per bibliofili, ho voluto cercare qualche altra casa editrice non pisana o toscana. Mi è stata segnalata una casa editrice di Scampia, la Marotta&Cafiero, che sono andato a cercare. Dietro l’immancabile mole dei libri c’era un giovane che si è prestato a sostenere la sua prima,  sicuramente di una lunga serie, intervista.

Lei si chiama?

“Vincenzo Fortunato Cassone”.

In questa sede quale ruolo ricopre?

“Quello di venditore”.

E ha la bellezza di… quanti anni? 

“Diciannove”.

Che esistono sempre e non sono spariti dopo che noi vegliardi li abbiamo lasciati alla nostre spalle. Ci parli di questa casa editrice. Quando è nata?

“È nata negli anni Cinquanta. Però di recente, grazie a Esposito Rosario la Rossa, ha subito una rivoluzione. Lui, più o meno alla mia età, scrive “Al di là della Neve. Storie di Scampia”. Lo fa dopo che suo cugino, Antonio Landieri, ragazzo disabile, viene ammazzato dalla camorra. In questo libro l’autore mette nero su bianco tutto il dolore della sua famiglia e ci inserisce anche delle storie di Scampia. Il libro vince il premio Giancarlo Siani e l’editore posillipano dell’alta Napoli, che sta chiudendo la sua attività, si accorge del talento di Rosario e gli affida la sua casa editrice”.

In quale anno siamo?

“Mi sembra il 2008. Rosario, a quel punto, cosa fa? Prende questa casa editrice e la porta a Scampia, nel suo quartiere natale, compiendo un atto rivoluzionario perché non si è mai vista una casa editrice che vuole diventare un’azienda come si deve a Scampia. Parallelamente Rosario apre la Scugnizzeria, un teatro per giovani nella periferia di Napoli che si sta allargando sempre più, si sta rinnovando, e dove teniamo corsi di cinema e di regia. Rosario sta crescendo giorno dopo giorno”.

Sto leggendo, nella quarta di copertina proprio di “Al di là della neve”, che Rosario Esposito La Rossa “per il suo impegno contro il degrado sociale è stato nominato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Cavaliere dell’Ordine al Merito”…

“Precisamente”.

Leggo ancora che, sempre Rosario Esposito La Rossa, ha vinto pure il premio “Amato Lamberti” e collabora con La Repubblica e Il Fatto Quotidiano. Alcuni suoi libri sono stati pubblicati da Einaudi Ragazzi. La stampa gli ha dato un nomignolo simpatico…

“Sì, lo spacciatore di libri. Riguardo alla crescita c’è da aggiungere che due anni fa Stephen King ha deciso di pubblicare un libro con noi. Si tratta di un saggio contro le armi, ‘Guns’. Lui ha deciso di pubblicarlo con la nostra casa editrice anche se in tutta Europa non voleva pubblicarlo in forma cartacea, perché riteneva  che nel nostro continente non ci fosse il problema delle armi come negli Stati Uniti. Ma quando noi ci siamo proposti a lui ha accettato. Ha proprio detto che a Scampia vale la pena di pubblicare questo libro cartaceo per  la sua storia e i suoi alti e bassi al riguardo”.

Riuscite ad andare avanti nonostante i problemi che pubblicare libri comporta?

“Ultimamente ci sono delle curve pericolose date dalle bollette sempre più care, ma si va avanti. A Torino, a maggio, si è registrato un record importante di vendite e c’è molta energia positiva”..

Quali sono gli ultimi titoli in uscita?

“L’ultimo, uscito proprio una settimana fa, è ‘Le forme dell’amore’ di Harper Lee, un’autrice che a noi piace molto. Questo suo libro di racconti è il suo terzo e abbiamo deciso di pubblicarlo perché vi descrive varie tipologie di amore: materno, paterno, verso un marito, una moglie, una fidanzata, un fidanzato, i libri stessi”.

Voi non pubblicate solo autori italiani o locali…

“No, anche internazionali come sudamericani, africani, perché teniamo che tutti possano dire la loro”.

Avete finanziamenti, aiuti, anche per le caratteristiche sociali del vostro lavoro?

“Non so rispondere a questa domanda perché sono solo un venditore”.

Avete un certo seguito a Scampia?

“Sì, sia a Scampia che in Campania, ma riscuotiamo un particolare successo quando veniamo a queste fiere al Nord qui a Pisa, a Torino e Genova. In questo momento oltre a qui siamo in contemporanea in fiera  anche a Napoli e a Genova”.

Com’è la situazione attualmente a Scampia?

“Si è placata rispetto  ad anni come 2004 in cui c’era la faida della camorra descritta sia nella serie che nel film Gomorra. Si sta cercando di rinascere anche grazie a persone come Rosario e Maddalena, sua moglie, che hanno realizzato una rivoluzione nel quartiere piantandovi dei semi di speranza”.

Quanti anni ha Rosario? 

“Trentacinque. E come dicevo prima, da quando ha la mia età porta avanti questo progetto”.

Prospettive per il futuro della casa editrice?

“Crescere giorno dopo giorno, e magari pubblicare altri autori importanti”.

Organizzate corsi?

“Certo, all’interno della casa editrice si tengono corsi di editing, di scrittura creativa, e collateralmente, alla ‘Scugnizzeria’, si svolgono corsi di teatro e di cinema”.

Devo ammettere che voi napoletani siete importanti per la storia della musica e dello spettacolo in genere. La parte buona di voi ha delle doti eccezionali.

“Grazie. Questa parte buona ha una grande voglia di rivincita”.

Mi colpisce la caratteristica di tutti i vostri libri, ovvero il pezzetto mancante in fondo…

“Hanno tutti la forma a mattone e la parte mancante la deve aggiungere il lettore”

Originale. Mi piace. Allora, per concludere, secondo lei, la letteratura può cambiare il mondo?

“Per me la letteratura è la base per salvarlo questo mondo. La letteratura porta all’arte, al cinema. Io sono un grande appassionato di cinema e lo studio. Quindi credo che entrambi possano aiutare il mondo a ricostruirsi perché si sta sfracellando. Noi dobbiamo ripartire dalle cose più belle. Può sembrare una banalità ma scrivere un libro può essere già una rivoluzione, un modo per ricreare da zero”.

Grazie infinite e buon lavoro!

“Mai, la mia rituale e ormai scontata domanda per chi mi segue a suo rischio e pericolo, è risultata così azzeccata. A Scampia, grazie a questi valenti e coraggiosi operatori, si comprende in pieno l’importanza della letteratura, che forse non salverà l’intero orbe terraqueo ma in alcuni luoghi porta concretamente speranza e fiducia. E questa considerazione mi rende felice e speranzoso insieme a loro”.

Guido Martinelli

 

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