Francesco Fasulo

Comincerei dalla fine e dalla scena teatrale vissuta nel settore ospiti dopo il fischio finale. La squadra sotto la curva inscena un rito pagano di doglianza nei confronti dei 650 tifosi che accolgono le scuse di Capitan Masucci e l’alfiere d’ebano in testa, ululando la propria fede in maniera ancora più accorata.

Casualmente siamo a Bolzano anche noi per visitare il museo archeologico e l’uomo di Similaun. Lui, ghiacciato da 5000 anni, è più mobile della nostra squadra. Non subiamo un tiro in porta dalla squadra peggiore mai vista in serie B. Non ne facciamo uno nella partita più triste dell’era moderna.

Pezzuto, che fa rima baciata con l’epiteto rivolto a qualsiasi arbitro, fischia due rigori (e fanno 5 contro in due trasferte, record del mondo all time).

Serve un colpo di fortuna che scuota il torpore in cui siamo scivolati, complici anche le scelte sbagliate e tardive del management, a partire dal cambio in panchina. Davvero incomprensibile, soprattutto nella forma. Il piano inclinato è pericoloso.

Birra, stinco, canederli e strudel rendono il pre gara fantastico, come sempre. Il ritorno infinito in autostrada verso la routine della giungla che t’ammazza è reso indimenticabile dai “dementi” con cui mi accompagno, che mi tengono sveglio stuzzicandomi mentre scrivo questi quattro pensieri. Bona Ugo, forza Pisa.

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