Andrea Bartelloni

Quando non ascoltare la sveglia ti salva la vita. Ore 8 di giovedì 18 agosto, la sveglia è a quell’ora per scendere in spiaggia e prendere le brioches per la colazione. Il tender è pronto e in pochi minuti la colazione per tutto l’equipaggio sarebbe stata in tavola. Ma in cuccetta si sta bene e si ritarda un po’. Inizia così la mattinata dell’equipaggio di Charas2 di Giampiero Intrieri, che con Havana Vela porta avanti la sua attività di scuola vela d’altura. Il ritardo sarà provvidenziale..

 

Appena messa la testa fuori appare un qualcosa di mai visto: il vento aumenta con violenza ma, fuori dalla Girolata, il piccolo golfo all’estremità della penisola di Osani sulla costa occidentale della Corsica, appare un muro nero di pioggia e vento alto che avanza minaccioso. Il golfo è pieno di imbarcazioni di tutte le dimensioni a vela e a motore, siamo nella settimana dopo Ferragosto ed è normale che sia così, non è normale quello che accadrà dopo qualche minuto.

L’anemometro sembra impazzito: 30, 40, 50, 60 nodi, la pioggia violenta impedisce la visibilità. Intrieri prontamente accende il motore e manda tutti sottocoperta, la barca, un Hanse 370e, è robusta e ben ancorata a prua e poppa alle boe disseminate nel piccolo golfo. Ma non sembra sufficiente. Aver acceso il motore ha consentito di fare qualche piccola manovra per tenere la barca al vento e schivare i più sfortunati che erano in balia di vento e mare e destinati al naufragio.

Qualche metro più su di Charas2 una barca a vela di 27 metri perde l’ormeggio e comincia ad avvicinarsi minacciosa, sembra tutto finito, non restano che gli scogli in prospettiva, ma un colpo di vento provvidenziale l’allontana e allontana questa grossa minaccia. Intanto l’anemometro non si ferma e continua a salire fino a 82 nodi con onde fino a tre metri. Poi si vedrà che si sono superati i 100.

Le barche intorno non si fermano, molte andranno sugli scogli, anzi è Charas2 che farà da appoggio a tre quattro imbarcazioni che eviteranno guai peggiori. Intanto l’equipaggio è sottocoperta e vede passare barche sempre più vicine, sente i colpi sulla barca, i materiali che cedono, ma grazie alla tranquillità dello skipper niente panico. Panico che ha preso moltissimi che si sono gettati in mare abbandonando le imbarcazioni e finendo rovinosamente sugli scogli utilizzando anche i Sup o i tender, non adatti per la bufera. E tutto questo è durato 90 infiniti minuti.

Ad un certo punto Intrieri invita l’equipaggio ad uscire, è finita, ma guarda l’anemometro: segna 30 nodi. Sembrava una brezza leggera… Charas2 ha riportato moltissimi danni, ma alla fine tutti sani e salvi a Marina di Pisa in Cala d’Arno dove la barca tornerà come nuova.

“È stata un’esperienza drammatica – racconta Giampiero Intrieri – che ci poteva cambiare la vita e che non auguriamo a nessuno, pensavamo di non uscirne, e invece… Poi, passata la bufera, abbiamo avuto una accoglienza eccezionale a terra dove i Corsi avevano messo a disposizione tutto quanto potevano. Ci hanno alloggiati in un albergo a Porto, a sud di Girolata, evacuando con battelli ed elicotteri, più di 600 persone. Due giorni passati senza energia elettrica e isolati e con i contanti che avevamo in tasca abbiamo anche aiutato altri connazionali. Se penso che andare a prendere le brioches avrebbe voluto dire rimanere quasi sicuramente bloccato sulla spiaggia lasciando Giulia, Davide, Giorgia, Elena e Giacomo in rada da soli, mi vengono i brividi e ricomincio a piangere”.

Andrea Bartelloni

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