Guido Martinelli

“Chi si ferma è perduto” è un vecchio detto che calza più che mai a pennello per coloro che s’impegnano molto nel portare avanti le loro idee. Uno di questi esempi di tenacia, e aggiungerei pure di lungimiranza, ci viene dall’Associazione pisana Fanny Mendelssohn che da diversi anni porta lustro al nostro territorio organizzando rassegne musicali di livello internazionale seguite dalla nostra testata con particolare attenzione. Siamo quindi andati a trovare la direttrice artistica Sandra Landini per stilare un resoconto di quella terminata in primavera in prospettiva della ripresa autunnale ormai prossima.

Si presenti da sola, come d’abitudine…
“Sono Sandra Landini e sono direttore artistico dell’Associazione Artistica Fanny Mendelssonh, sono pianista e insegno pianoforte principale al Conservatorio Boito di Parma”.

I suoi studi?
“Ho studiato privatamente con mia madre e poi mi sono diplomata al Conservatorio ‘Cherubini’ di Firenze per prendere successivamente la laurea al Conservatorio ‘Morlacchi’ di Perugia. Ho seguito diversi corsi di perfezionamento con la maestra Maria Golia, col maestro Frugoni e altri”.

Foto di Giulia Sirolli

Chi era Fanny Mendelssohn?
“Era la sorella del più celebre Felix, anche lei compositrice, e noi abbiamo voluto dedicare la nostra associazione a lei per dare visibilità e un accento alle compositrici che sono sempre state, soprattutto nell’Ottocento, penalizzate dalla presenza di fratelli o mariti musicisti. In realtà eravamo inizialmente molto legati alla figura di Clara Schumann, altra musicista non valorizzata secondo i suoi meriti, però sapevamo che c’era un’altra associazione con questo nome nel
senese e quindi abbiamo dirottato la nostra attenzione su Fanny. Va detto che negli anni si sta rivalutando la figura di questa sorella e le sue opere stanno entrando sempre di più nei repertori anche nei programmi ministeriali e dei conservatori. C’è comunque, negli ultimi anni, una riscoperta delle compositrici ingiustamente dimenticate”.

Quindi, nel nome di Fanny state organizzando delle belle rassegne internazionali come il Nono ”Festival Musicale Internazionale Fanny Mendelssohn” concluso da pochi mesi, che abbiamo seguito con particolare attenzione, e di cui vi chiediamo un bilancio finale.

“Quest’anno il Festival ha registrato otto appuntamenti, otto concerti molto importanti perché per noi si è trattato di una ripartenza. Noi non c’eravamo fermati”.

Perché chi si ferma è perduto…

“Appunto, e anche lo scorso anno c’eravamo attivati sia pur in forma ridotta sia numericamente sia senza artisti stranieri, andando contro una delle impostazioni del nostro Festival che vuole avere un’ impronta internazionale e intende portare musicisti non solo italiani nella nostre dimore, che sono soprattutto nel Comune di San Giuliano Terme, e nel monte pisano. Noi, infatti, vogliamo far conoscere il nostro territorio anche all’estero e quindi, nonostante tutte le difficoltà avute col Covid, quest’anno siamo riusciti a ripartire ospitando qualificati musicisti provenienti dall’estero. Anche nella prossima edizione dell’altro Festival che organizziamo ‘Muse contemporanee e Note D’Arte’, alla quarta edizione, che inizierà il prossimo 2 settembre, ospiteremo un nutrito numero di artisti importanti provenienti da tutta Europa”.

Quante presenze avete registrato all’ultima edizione del Festival?

“All’incirca mille persone all’interno del Festival, e non era possibile averne di più dato che le ville che sono, col Teatro Rossini di Pontasserchio, lo stupendo scenario di questi concerti non potevano ospitarne di più. Tenendo pure presente le limitazioni del Dpcm come nel caso del primo concerto svoltosi proprio al Teatro Rossini in cui abbiamo dovuto tenere una capienza ridotta per un concerto importante come quello della Orchestra Sinfonica Stabile dell’Aquila che altrimenti avrebbe avuto maggior seguito. Siamo, comunque, riusciti ad avere il tutto esaurito a tutti gli eventi e in molti perfino la lista d’attesa. Se avessimo avuto ambienti più ampi avremmo avuto utenza maggiore. Trovo che la bellezza del nostro Festival sia proprio questo stretto contatto tra pubblico e musicisti durante l’esibizione che riporta indietro ai concerti salottieri dell’ottocento, e questo è uno dei nostri obiettivi”.

Quante persone compongono la vostra associazione?

“Una decina di persone con vari incarichi che si occupano di tutta la gestione delle varie manifestazioni. Ma noi collaboriamo con altre associazione come quella delle ‘Dimore Storiche della Toscana’ sezione Ville Pisane, e con ‘La Voce del Serchio’: due collaborazioni importantissime.

Quali sono questi fondamentali collaboratori?

“Il presidente della Fanny Mirko Savi, la vicepresidente Michela Inghilleri, la consulente artistica Francesca Amato, i consiglieri associativi Antonio Spinello e Sabrina Galvagna, il fotografo ufficiale della nostra rassegna, Alessio Alessi. Bravissimo, senza dubbio. Agostino Agostini, Associazione Dimore Storiche (delegato Adsi). Sandro Petri, presidente della Voce del Serchio”.

Foto di Pamela Rovaris

Il finanziamento di tutte queste rassegne da dove viene?
“Dal prezioso contributo della Fondazione Pisa, dell’Unicoop Firenze sezione Valdiserchio Versilia e da tutti gli sponsor privati che ci sostengono. Abbiamo anche il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Pisa, del Comune di San Giuliano Terme e di Vicopisano”.

Tra pochi giorni, come mi stava dicendo, partirà la Rassegna delle Muse contemporanee.
“Questa quarta rassegna si svolgerà quasi prevalentemente nella Provincia di Pisa e quindi saremo all’Archivio di Stato, al Museo della Grafica anche se faremo qualche tappa nel Comune di San Giuliano”.

Come è spiegato bene nel programma allegato…

“Certo, invece è ormai ultimato il programma del Decimo “Festival Internazionale” che sarà una manifestazione ancora più interessante e ricca di sorprese per festeggiare il decennale. Vorrei anche ricordare che nello scorso luglio abbiamo collaborato con l’Ente Parco San Rossore organizzando alcuni appuntamenti musicali all’aperto”.

Complimenti e in bocca al lupo.
“Grazie e crepi”.

E noi, quando potremo, saremo sempre lì dove la Fanny agisce, perché la passione, la competenza e la tenacia sono dei valori da sostenere e indicare come esempio.

 

 

Foto in alto di Pamela Rovaris

 

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