“Se ne è andato anche Afo e questa città è ancora più povera. Afo che sapeva raccontare questa città come pochi, Afo dalla scrittura sapiente e ironica e senza sconti. Afo e il jazz, il grande jazz il jazz sempre e comunque. Afo compagno, amico, persona unica e rara”. Questo è il ricordo che Valeria Della Mea, per anni responsabile della comunicazione del Teatro Verdi di Pisa, ha scritto su Facebook per la morte di Afo Sartori, scomparso all’età di 82 anni.

Personaggio poliedrico, artigiano, aveva dedicato la sua vita oltre che alla famiglia ad alcune grandi passioni, tra cui la scrittura e la musica. Musica e parole, parole e musica. Grazie alla sua passione e al suo amore si mise sulle tracce dei più grandi jazzisti internazionali e li portò a Pisa.

Alla sua città nel 2004 regalò un libro davvero bello e importante, ristampato di recente, “Gente di Pisa“: una carrellata di personaggi che hanno fatto la storia, quella della quotidianità, la “storia minima” che rende davvero uniche le città. Tanti articoli di Afo si possono rileggere riprendendo in mano i vecchi numeri delle riviste cittadine come “Il Gobbo”, Il Tramme” e altre ancora.

Paolo Fresu, noto trombettista, lo ha ricordato in questo modo: “Forse molti di voi non sanno chi era Afo, ma la gente di Pisa e della Toscana lo ha conosciuto, e soprattutto, grazie a lui, ha potuto conoscere il jazz. Un uomo di un altro tempo che ha cantato la musica afro-americana in tempi non sospetti innestandola nella cultura italiana”.

Difficile trovare le parole giuste per ricordare un personaggio così importante per la cultura pisana. Ci piace farlo con un sonetto scritto da Piero Nissim su Facebook:

SONETTO IN VERNACOLO IN RICORDO DI AFO SARTORI

Difficile stia tutto in un sonetto
un riordo ‘ompreto der Sartori:
io lo conobbi ch’ero un giovinetto,
lui lavorava a mescolà’ i colori.
Di notte coi pennelli in Borgo Stretto
s’andava a scrive’ “Ameriani fori!”,
ma non prima d’avè’ fatto un giretto
fra zuppe alla pisana e l’Antinori…
Der Canzoniere era estimatore
‘vando in tre gatti, s’era sempre ‘velli,
si ‘antava der Gino der Pignone
e poi de li pisani gli stornelli.
Ma soprattutto Afo era un signore,
esperto in vini, in jazz e libri belli
su Pisa, per esempio… Oh che t’ho detto?
Er foglio piange, lo spazio è troppo stretto!

Alla moglie Gabriella, ai figli Massimiliano ed Enea, e a tutta la sua famiglia, le condoglianze de L’Arno.it e un ricordo commosso del grande Afo.

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