Andrea Cosimi

Ci siamo, è iniziata la domenica più lunga da trentuno anni a questa parte.

Il 26 maggio del 1991 il Pisa disputò l’ultima partita in serie A e nessuno avrebbe mai immaginato che, da allora, si sarebbe aperto un lunghissimo periodo di grandi sofferenze sportive con pochi momenti di gioia.

Stasera, per la prima volta da allora, la nostra città si gioca la possibilità di tornare nella massima categoria.

L’avversario è di quelli forti, non conta assolutamente nulla averlo battuto all’andata e al ritorno della stagione regolare, ha una proprietà tra le più potenti del panorama nazionale e, si è percepito chiaramente durante la settimana, gode delle simpatie di tanta stampa e tv.

Rispetto alla partita persa di misura grazie alla meravigliosa incornata di Berra su perfetto calcio d’angolo di Sibilli (i corner vanno battuti così), i Neroazzurri innanzi tutto potranno giocare senza alcun tipo di remora, visto che i diffidati, mal che vada, saranno squalificati per la stagione a venire.

Piuttosto bisogna augurarsi un arbitraggio perfetto, perché un rigore come quello su Sibilli poteva anche essere dato, ed errori della terna arbitrale non sono ammissibili, mai e più che mai quando la posta in palio è altissima.

Certo occorrerà essere più spietati davanti, ricordandosi pure che loro soffrono sui palloni alti, e concentratissimi dietro, perché non un solo secondo di distrazione può essere permesso.

Ci vuole una partita ad intensità totale, in ogni zona del campo,  il Pisa in questa stagione ne ha fatte tante, ma stavolta è inevitabilmente chiamato a ripetersi, perché siamo giunti all’ultimo atto.

Qualcuno, dalla Lombardia, ci ha dipinto come barbari ed incivili, andando a ripescare quella famosa finale del 2007 mai dimenticata con la speranza di festeggiare a casa nostra. Oggi però tutta Pisa, in ogni suo singolo componente, è chiamata e tenuta a contribuire per scrivere la Storia.

Sarebbe bello che, con l’avvicinarsi dell’evento, tutta la città si vestisse dei nostri colori, e sarà di vitale importanza che l’Arena spinga ai livelli massimi possibili i nostri ragazzi, da ben prima dell’inizio della partita fino al fischio finale.

L’emozione è incontrollabile, io mi ritrovo con il nodo alla gola da tanti giorni al pensiero che questo Popolo di cui faccio parte possa tornare in una categoria che meriterebbe per la capacità dimostrata di resistere alle difficoltà più inaudite, compattandosi anno dopo anno, sempre di più.

Tra poche ore possiamo, tutti insieme, scrivere la Storia, nel ricordo di Romeo, di chi non c’è più e per la generazione attuale e quelle future. Non è per noi solo una partita di calcio, non lo è mai stata e non lo sarà mai.

PISA è chiamata a vincere, ognuno faccia la sua parte perché questo giorno rimanga indimenticabile.

 

 

 

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