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Metti una balena nel centro di Lucca: la surreale esposizione del 1495

- Cultura
2 Maggio 2022

Paolo Lazzari

Nel 1495 Cristoforo Colombo ha messo piede in America da appena tre anni, ma la grande maggioranza dei suoi connazionali – per dirla tutta – non è ancora esattamente avvezza ai flutti dell’acqua salata. La gente comune lavora prevalentemente nelle città e nei sobborghi, anche perché il medioevo era giusto ieri e le velleità esplorative dell’uomo medio sono ancora risibili. Diventa quindi quasi apodittico il fatto che, se non hai mai visto distese d’acqua salata, ti sfugga la complessità di una larga porzione dei suoi abitanti.

Così accade che, per colmare questa lacuna, a tal Nicolao Tegrimi frulla un’idea quantomeno singolare per l’epoca: se i lucchesi non vanno al mare, portiamo il mare a Lucca. La scintilla arriva improvvisa quando un’enorme balena rimane spiaggiata sul litorale di Viareggio. La notizia si diffonde veloce e subito si confabula fitto: e se qualcuno decidesse di staccare una parte dello scheletro per mostrarlo di là dal monte Quiesa? Nell’arborato cerchio – città punteggiata di mercanti che pigolano affari quotidianamente e fanno la spola per trasportare sete e spezie via terra – non mancano certo carri e buoi. La gigantesca creatura viene dunque trainata fino alle mura per poi essere trascinata fino in centro, dove possenti carrucole la issano su un lato della chiesa dei Servi, in modo da esporla nel ventre cittadino.

La gente è incredula e ben presto la piazza si affolla. In tanti ne hanno sentito parlare, ma praticamente nessuno le ha mai viste, le balene. Ai più piccoli, comunque, viene vietato di contemplare la carcassa, per scongiurare eccessivi turbamenti. Per ricordare l’evento si decide di apporre una targa – presente ancora oggi, seppur parzialmente sbiadita – su un lato della chiesa (proprio accanto alla porta d’ingresso). La lastra di marmo recita: «Balene, pistrici, delfini e orche e gli altri mostri del l’Oceano e del nostro mare, qualunque (mostro) tu hai o Nilo, qualunque ne annovera il mirabile Gange, questa sola bestia vi dà testimonianza. L’apertura della bocca e la costola dimostrano la vastità del rimanente corpo. Il mare toscano la gettò sul lido di Lucca nell’anno di salute 1495».

 

 

 

Foto: Paolo Lazzari

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