Ilaria Clara Urciuoli

“ANNO DOMINI MCCCCXXII A DI VENTITRE DAP(RILE)”: l’iscrizione in basso alla tavola ci
proietta in un oggi vissuto 600 anni fa, quando il ventunenne Masaccio salutava con l’ultima
pennellata il suo lavoro per la chiesa di San Giovenale a Cascia. Trovava così compimento il
Trittico con Madonna in trono e Santi“.

Giovane, alla sua prima commissione (o quantomeno alla prima che noi oggi siamo in grado di
attribuirgli), ancora inesperto dunque ma già deciso a lasciare la sua impronta, a imporre la
sua dimensione nell’arte. Ed è una dimensione che allude al vero quella che il maestro
introduce nel dipingere Gesù come un bambino attratto dalle dita dolci per l’uva che mangia,
intento dunque a succhiarle in un gesto naturale, come naturale e vero è il senso di protezione
offerto da Maria, una mamma che dà stabilità e dolcezza al suo bambino, da un lato
reggendolo con mano ferma, dall’altro chiudendo delicatamente nel suo palmo i piedini del
fanciullo.

Intorno a questa opera si sviluppa la mostra “Masaccio e i Maestri d’Arte del Rinascimento a
confronto per celebrare i 600 anni del Trittico di San Giovenale”, inaugurata sabato 23 aprile al Museo Masaccio d’Arte Sacra di Reggello e visitabile fino al 23 ottobre. L’esposizione, curata da Angelo Tartuferi, Lucia Bencistà e Nicoletta Matteuzzi, mette in relazione la prima opera del pittore valdarnese con quelle di altri artisti che hanno dominato quest’epoca di fermenti in cui, con fede più o meno certa, la pittura salutava il tardogotico per approdare a quel vero e a quella plasticità che renderanno unico il Rinascimento toscano.

Il progetto, che apre il ciclo delle proposte di Terre degli Uffizi 2022, fa luce sulle circostanze storiche e artistiche che hanno portato alla realizzazione dell’opera ma è anche l’occasione per osservare dal vivo uno spaccato della produzione artistica antecedente o di poco successiva alla realizzazione del trittico in esame che qui, per la prima volta, viene messo a confronto con quello di San Pietro Martire ad opera del Beato Angelico, pittore coevo che dimostrò interesse per le novità apportate da Masaccio. Accanto a quello dell’artista-frate, altri i nomi celebri che trovano rappresentanza nella mostra, come l’immancabile Masolino da Panicale ma anche Filippo Lippi di cui è esposta una “Madonna col Bambino” in grado di rendere con evidenza l’influenza di Masaccio sulla pittura giovanile del grande maestro del Rinascimento.

Ilaria Clara Urciuoli

 

Foto: Terre degli Uffizi, Reggello (Antonio Mulas, Stefano Casati)

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