Sono 918 gli stabilimenti balneari lungo i trecento chilometri della costa toscana, da Carrara fino a Capalbio. Quasi tremila le persone che vi lavorano, per un fatturato che si aggira intorno ai 150 milioni di euro ogni anno, ma la stima potrebbe essere inferiore a quella reale. Dopo diversi anni di tira e molla il governo ha deciso di applicare la direttiva Bolkestein, scrivendo la parole fine per le proroghe sulle concessioni balneari. Il cambiamento, per certi versi epocale, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024: in pratica le nuove concessioni verranno messe a gara. Prevista anche la semplificazione della disciplina sulle concessioni demaniali e alcuni requisiti importanti per partecipare alle gare: ad esempio migliorare i servizi per i clienti, frenare il “caro ombrellone”, oltre al giusto riconoscimento (indennizzo) del valore d’impresa a chi da anni opera nel settore.

Per decenni i balneari hanno messo le mani avanti di fronte ad ogni ipotesi ventilata di cambiamento, sottolineando gli sforzi economici fatti (leggi mutui) e i sacrifici fatti per tirare avanti la baracca. Hanno dimenticato, però, che quel duro lavoro gli ha fruttato dei discreti guadagni, a fronte di canoni davvero irrisori pagati allo Stato. Pensate, i trecento km di costa toscana ogni anno fruttano allo Stato circa 11 milioni di entrate per i canoni demaniali, che suddivisi per stabilimento sono pari a 11.982 euro. Una cifra assai irrisoria.

Nelle nuove gare saranno previsti dei “premi” per i concessionari che abbiano già fatto investimenti, così come delle salvaguardie per i proprietari più deboli, ad esempio quelle famiglie il cui reddito è solo quello derivante dallo stabilimento, oppure che abbiano acceso dei mutui per portare avanti la loro attività. Le gare, inoltre, cercheranno di puntellare l’occupazione, in un settore che, con trentamila imprenditori conta circa 300mila lavoratori. Ma quanto dureranno le nuove concessioni? Dipenderà anche dal tempo necessario per l’ammortamento delle spese e un’equa remunerazione. Saranno espressamente vietate le proroghe e i rinnovi automatici.

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