Guido Martinelli

Oltre i tanti sport che quest’estate trionfale per lo sport italiano sono saliti alla ribalta, ce ne sono altri con un notevole seguito in tutto il mondo ma poco praticati e conosciuti nel nostro paese, che forse meriterebbero una maggiore considerazione. Tra questi c’è senza dubbio il golf, e ho quindi invitato una praticante pisana di ottimo livello affinché ci erudisse sull’argomento.

Innanzitutto, come sempre, la invito a presentarsi da sola.
Mi chiamo Beatrice Cambi, sono pisana doc, nata qui, vissuta qui, studiato qui, e da più di trent’anni svolgo un lavoro bellissimo nel settore dell’editoria. Quindi, i libri sono la mia passione e mi danno l’opportunità di incontrare tante belle persone e di organizzare e partecipare a tanti eventi culturali coinvolgenti e di alto livello. Però, sono anche una persona che ha avuto la fortuna di avere un incontro molto felice grazie a mio padre, sin dalla più verde età, con uno sport poco noto o comunque conosciuto non per quel che è, ma per quello che si presume sia. Mi riferisco al golf, sport di matrice anglosassone e assai comune sia in Inghilterra che negli Usa, paesi in cui è un’attività alla portata di tutti e nelle abitudini di numerose famiglie. In Italia, invece, è sempre stato considerato uno sport elitario, una scelta figlia di un modus vivendi di una certa fascia di persone privilegiate.

È così ancora oggi?
Credo che quest’idea si stia assottigliando anche perché i primi, bellissimi, storici campi italiani degli anni cinquanta e sessanta nel nord Italia e nell’area romana, sono stati affiancati da piccoli campi nelle periferie delle città più piccole. Proprio questi ultimi, a mio avviso, stanno facendo capire come questo sport sia un’occasione per stare nel verde e competere senza dubbio a livello agonistico, ma sempre nel rispetto della natura, con la possibilità di distendersi e avere la fortuna di respirare a pieni polmoni un’aria sana e vivere giornate indimenticabili. Io ho avuto la fortuna di fare un incontro magico, come dicevo prima grazie ai miei genitori, perché passando delle bellissime estati a Tirrenia, grazie ad amici, vicini di casa americani, sono stata convinta, negli anni settanta, quando ero piccola piccola, ad affacciarmi al piccolo golf di Tirrenia. Questo è un impianto a nove buche che tutt’ora è ritenuto generalmente il più bel campo a nove d’Italia, tagliato nella pineta, in un’area che era, a quel tempo, del Comune di Pisa. Allora, nella zona c’era una folta colonia di americani del vicino “Camp Darby”, prevalente rispetto agli italiani, e questo campo di golf nacque nel 1968 anche grazie proprio a loro che portarono macchinari per trasformare quella zona in un luogo in cui poter praticare quell’attività sportiva a cui tenevano in particolar modo. La passione sportiva prese piede e coinvolse industriali e altre persone di altre città vicine che cominciarono a gravitarvi intorno. Posso dire, quindi, di aver vissuto felicemente con le famiglie, istruttori preparati e amici cari, in un posto sano che raggiungevo in bicicletta venendo da casa, e dove mi allenavo fino a sera in serenità.

È stata una bella opportunità…
Sì, una fortuna immensa perché lo sport mi è piaciuto subito da pazzi da ragazzina, e poi ho fatto del mio meglio per onorarlo perché, soprattutto nell’età della crescita, si è rivelato disciplina che mi ha permesso di rapportarmi con me stessa meglio di altri sport che ho amato e praticato come tennis e sci. Invece, qui c’è un tempo di riflessione, di attesa, perché il gioco viene diviso in team di quattro, quindi tu devi rispettare anche il gioco degli altri, aspettare il tempo in cui devi giocare la tua pallina in considerazione del gioco degli altri tre con cui condividi la gara, che può durare parecchio, dato che si tratta di ultimare diciotto percorsi, dall’inizio alla fine. È importante, di conseguenza, avere una capacità di autodisciplina, di reprimere momenti di furia, di arrabbiatura, e di conseguenza è un gioco che ti forma il carattere costringendoti ad essere umile, a non prendere sottogamba un tempo lunghissimo in cui devi portare a compimento un lungo percorso al fine di ottenere un risultato eclatante.

Cosa pensa le abbia insegnato il golf?
Esprimendo tutta la mia forza agonistica ho imparato rigore, disciplina, rispetto delle regole. Se sei scorretto e vai contro le regole gabbi te stesso, quindi avvantaggiarsi in modo illecito è una vergogna che brucia in primo luogo te. È una gara in cui c’è sempre la ricerca del colpo perfetto, aneli insomma a fare le cose nel migliore dei modi: un insegnamento per la vita. Magari non riesci nel tuo intento, ma quella pallina veramente piccola che tu devi colpire in maniera decisa e forte con una lama di pochi centimetri, è un pochino simile ai tentativi che fai nelle cose della vita per ottenere qualcosa che ti preme. Negli anni, per motivi familiari ho dovuto smettere, e sono stata senza questo mio tempo personale in mezzo al verde, nel silenzio o con amicizie particolari, ma quando mi sono accorta che mi mancava immensamente me lo sono ripreso. Va detto che, a Pisa, tanti non sanno che abbiamo un polo golfistico di caratura internazionale che negli ultimi tempi, grazie ad una politica sempre più avveduta, forse potranno diventare un unico circolo.

Ora quanti sono?
Sono due, e hanno caratteristiche naturalistiche diverse. In questo momento gioco nel circolo dove ho imparato che è il piccolo circolo del “Golf club Tirrenia” che si trova nella pineta. Il presidente è il signor Romolo Berti mentre l’industrioso direttore che ha preso l’incarico nel 2020 è Florian Lushaj. L’altro è il “Cosmopolitan Golf Country Club Tirrenia” con un impianto a diciotto buche. Con altri amici del mondo del golf ci stiamo adoperando per far crollare resistenze partite dagli anni novanta quando nacque il circolo più grande nei terreni di proprietà di Carlo Ponti, ceduti alla figlia Guendalina, che era un’area dedita a pastorizia. Alcuni ricorderanno che visse decenni di abbandono prima di essere risistemato in una clamorosa estate in cui vi organizzarono concerti straordinari.

Nel 1982, in occasione della Festa Nazionale dell’Unità…
Appunto. Lì, tutti i giovani vi si riversarono anche per lavorare alla risistemazione dell’area, e dopo vari anni e diverse vicissitudini nacque questo campo stupendo di diciotto buche che attrasse anche coloro che, dalle nove buche volevano cimentarsi in un campo più ampio dove le buche erano il doppio, sia pur lasciando il cuore nel piccolo circolo nella pineta. Io spero che nei prossimi anni si trovi veramente la volontà politico-economico-amministrativa-gestionale di unire le forze, anche perché credo che anche dall’esterno si comprenda quanto costi mantenere perfette queste aree che hanno una vegetazione diversa, dal green rasato come una moquette d’erba vera per farvi rotolare velocemente la pallina, e tutto il resto. Questo sport è fascinoso anche perché ha tutta una terminologia inglese, le regole sono quelle storiche dettate dal primo circolo in cui è nato, St.Andrews, che ancora oggi redige le regole del gioco per l’Europa. Praticandolo, ci si rende conto che è come un libro di cento pagine perché nel corso di una partita si vivono talmente tante situazioni nella natura, si passa attraverso tanti luoghi strani dove la pallina si può ficcare che tu devi sempre riuscire a giocarla con correttezza superando gli ostacoli, per cui diventa di un divertimento indescrivibile.

Aveva già detto che la partita ha una lunga durata, se non erro. Quanto di preciso?
Le gare possono durare sulle cinque ore. Nella nostra regione si trovano circa trenta circoli golfistici con un circuito amatoriale con dei premi che stimolano la partecipazione e l’agonismo. Alcuni campi sono anche più impegnativi perché sono in collina ed occorre una certa tenuta fisica per reggere il percorso e avere la lucidità giusta per prendere le decisioni giuste in certi momenti. Insomma, devi essere allenato per fare una buona gara a buoni livelli. Senza dimenticare che devi portare anche la tua attrezzatura che è composta da quattordici bastoni in acciaio lega, con le palline, e sono 35 chili da spingere. Non è uno sforzo agonistico, aerobico come altri sport, ma occorre essere allenati. È rigenerante. Infatti, quando giochi nel tuo circolo stai con i tuoi amici a fare le gare e vivi lo spirito dell’ambiente anche nei momenti conviviali successivi alla gara, che manca in altri sport come quelli della palestra.

Il famoso terzo tempo…
Sì, non si tratta, per intendersi, di uno sport mordi e fuggi.

Tutto molto interessante e coinvolgente, ma la domanda che credo si pongano tutti di fronte ad uno sport simile è relativa ai costi…
Ogni circolo ha le proprie caratteristiche. Alcuni sono più sfarzosi e hanno delle tariffe annuali piuttosto elevate. Nel nostro circondario abbiamo dei circoli che hanno prezzi molto più abbordabili.

All’incirca?
Al nostro circolo di Tirrenia abbiamo una quota inziale di 1.200 euro l’anno, però uno può frequentare anche tutti i giorni. Non è come al circolo del tennis dove anche se sei socio devi pagare il campo tutte le volte che intendi giocare.

Una famiglia con dei bambini può avere delle difficoltà a sostenere certi costi?
I bambini e i ragazzi fino a diciott’anni non pagano e poi ci sono dei corsi due volte l’anno dal costo di cento euro, comprensivi dell’attrezzatura, con cinque lezioni gratuite. Così ci si può rendere conto se il gioco piace e magari continuare.

Ma ci vuole anche l’attrezzatura che non mi pare molto economica…
L’affittano, ma se si vuole comprare si trova anche a prezzi modesti, pure da Decathlon, sui 300 euro.

Poi ci sono le scarpe…
Anch’esse si trovano a buon prezzo sugli 80/90 euro.

Il gioco come si svolge?
Le regole sono un po’ complicate ma è uno sport molto democratico perché quando ti ritrovi a gareggiare hai il cosiddetto handicap che ti permette di confrontarti alla pari con gli altri giocatori.

Partite tutti insieme?
Siamo divisi in categorie (1^,2^,3^) e praticamente con questo margine invariabile tutti abbiamo la possibilità di arrivare primi. Chiaramente il bello è che bisogna migliorare il nostro handicap e scendere di livello, però puoi anche stare tutta la vita nella stessa posizione e trovare la tua fascia di divertimento pur competendo democraticamente anche con quelli più bravi.

Per avvicinare i ragazzi alla disciplina come si adopera la federazione?
Ci sono molti progetti federali che vengono applicati cercando di venire incontro alle diverse esigenze. Si sa che le donne, avendo tanti ruoli da conciliare tra lavoro e famiglia non hanno tanto tempo da dedicare allo sport, mentre gli uomini, nel fine settimana, si possono estraniare da famiglia e lavoro e si prendono il tempo per il gioco. Per le donne la federazione ha organizzato progetti carini e simpatici con gare dotate di graduatorie gratificanti. Per i ragazzi ogni circolo che si deve ha la sua attività giovanile rivolta anche alla scuola. Per esempio il circolo Tirrenia nella scorsa primavera ancora disgraziata per il covid, ha invitato la scuole cittadine, con l’ausilio dell’assessore Sandra Munno, mia cara amica, col progetto “Golf amico” a gruppi ristretti, a passeggiare nel bosco con una guida naturalistica lungo il sentiero creato da Berti con cartellonistica per la conoscenza di fauna e flora. A seguire si è svolta una merenda sulla terrazza del club e una prova di golf al campo pratica sotto la guida del maestro Paolo Scalabrino, che cura l’attività giovanile dei due circoli Tirrenia e Cosmopolitan. I bambini sono rimasti contenti.

Che età avevano?
Erano di quarta e quinta primaria e prima e seconda secondaria di primo grado. Sono venute soprattutto le scuole di San Piero a Grado e di Tirrenia. L’intento è quello di far conoscere una realtà che sembra esclusiva e invece è accessibile a tutti. Tra l’altro lì si mangia a cifre modeste piatti di un’ottima cucina che è aperta anche a chi non gioca a golf e a cui tutti possono accedere. Contrariamente a certi circoli dell’alta Italia dove non si può andare se non invitati da soci. È un posto alla buona, disponibile anche per le merende. Il mio sport è quello che, in questi anni terribili di covid, si è potuto praticare più di altri perché si svolge all’aperto, in sicurezza, a distanza. Ci ha salvato la vita permettendoci di restare in equilibrio dato che abbiamo potuto giocare in quattro socializzando tra di noi, distraendoci così per un po’ dalle angosce. Le aree di gioco del mio sport sono aree salvate, con grandi sacrifici economici, al disastro ambientale, alla costruzione edilizia; posti magici dove si trovano scorci e colori stupendi affacciati sul mare, vegetazioni stupende. Il Cosmopolitan è un posto di passaggio delle migrazioni verso l’Africa, e in certi periodi dell’anno vedi certe tipologie di uccelli bellissimi che passano o si fermano. Il golf è una magia. E’ lo sport più longevo che c’è. Gareggiano anche signori di ottant’anni che fanno un loro gioco adattato alla loro età, alle restrizioni fisiche. Di contraltare ci sono dei ragazzini che tirano delle palle lunghissime e fanno delle cose di una bellezza unica. Consideriamo che una pallina è piccolina e prenderla e farla volare duecento-duecentocinquanta metri come fanno molti di loro è un artificio veramente complicato.

Il suo handicap, Beatrice, qual è?
Ora è dieci. Quindi sono abbastanza bassa, dato positivo per ogni giocatore, perché sto giocando a buonissimi livelli. Quest’estate è stata magica perché mi sono allenata e ho raggiunto ottimi risultati. Ho vinto una gara storica a Tirrenia perché è da 49 anni che si disputa ed è praticamente un challenge per cui il vincitore prende sia il premio sia una coppa che tiene per un anno per rimetterla in gioco l’anno successivo. In quella competizione ho fatto 66 colpi sui 72 previsti ed è un motivo di soddisfazione. Senza tralasciare che il golf mi permette di viaggiare, conoscere e frequentare tanta gente interessante e fare belle esperienze di vita. Per me è una fonte di felicità.

Tornando, per concludere, a parlare di costi, un ragazzo che vuole iniziare a giocare che spese deve sostenere?
Sotto i diciotto anni ha una tessera federale e con duecento euro può iniziare a gareggiare.

A cui vanno aggiunti trecento di attrezzatura.
Se è bravo ha bisogno di mazze migliori ma, come dicevo prima, le prime volte può prenderle a noleggio e poi ci sono questi corsi in cui rendersi conto se lo sport è adatto alle personali esigenze, opportunità che non tutte le federazioni offrono e, ripeto, il pacchetto base ha costi inferiori a sport come sci e tennis. Per me conviene sempre provarci perché i benefici di questo sport sono notevoli.

Non occorre una grande preparazione fisica di base?
Di partenza no, ma se uno si appassiona deve prepararsi un pochino perché in una domenica puoi fare anche 12-14 chilometri a piedi.

Altri prerequisiti: pazienza, concentrazione, attenzione, coordinazione oculo manuale…
Certo, perché il tiro è un movimento molto ampio che, squilibrando il corpo, può portare a non colpire la pallina, ma è anche armonioso dal momento che hai tanti colpi diversi, strategie da mettere in campo, e quando vai a gareggiare a certi livelli scopri che ogni gara è diversa dall’altra dal momento che ci sono 15 formule: a coppie, a quattro, singolo. Entri in un meccanismo molto divertente in cui miri a migliorarti sempre.

A livello professionistico, in Italia, abbiamo avuto e abbiamo dei grandi campioni negli ultimi tempi, vero?
Sì, pur essendo un paese piccolo abbiamo avuto degli ottimi interpreti e ora anche nuovi volti emergenti

Mi ricordo vittorie e prestazioni notevoli di campioni come Molinari, Paratore…
Certo, ma ora abbiamo quattro o cinque nuovi atleti a livello internazionale e ragazze juniores che stanno facendo molto bene a livello internazionale. Al contempo l’Italia, che è un paese di nicchia per il golf sia pur con campi in località meravigliose al nord e sud, è incredibile che si sia assicurata l’assegnazione, nel 2023, di questa gara meravigliosa che è la Ryder Cup. Per questa immensa competizione, che si disputa ogni due anni tra Usa ed Europa, è stato messo a punto un campo, il “Marco Simone golf & country club”, impianto di Laura Biagiotti, situato vicino Guidonia. Quest’anno la competizione si è svolta negli Stati Uniti.

Chi ha vinto?
Gli Stati Uniti.

Insomma, mi pare di capire che il golf non sia solo un maglione, o sbaglio?
(ride) Direi proprio di no, e consiglio a tutti di provarlo.

Grazie Beatrice, è stato molto interessante e piacevole ascoltare il racconto di una grande passione. Senza amore e stimoli positivi e gratificanti il mondo potrebbe essere una landa desolata, ma così diviene un paradiso di letizie da vivere col cuore aperto e il sorriso sulle labbra. E col golf sulle spalle e una mazza in mano di fronte a una beffarda pallina bianca dallo sguardo ammiccante.

1 Comment

  1. Vita Bruno Reply

    Intervista bellissima e riposante, complimenti ! La Signora è un personaggio, forse plasmata anche dallo sport che pratica. Rimpiango di non averlo praticato quando ero ancora giovane… ma non è mai troppo tardi. Dovrebbe essere lo sport principale insegnato nelle scuole per insegnare ai ragazzi come affrontarsi (?), no, confrontarsi in modo civile : in questo modo, tra qualche decina di anni, la nostra TV sarebbe guardabile.
    Grazie e spero che ci saranno altre interviste di questo tipo.
    Vita Bruno

Scrivi un commento