Francesco Fasulo

Dai su scrivo. Sì, sì, lo vedo che ci sono nuove firme che scrivono di Pisa e di calcio con più voglia di me. Sono depresso per gli attacchi al nostro allenatore, questa scelta incomprensibile di lasciare Cohen in panchina lascia perplessi i cittadini del popolone, encomiabile sulle gradinate bagnate di questo postaccio. Malgrado tutto.

Unica nota positiva della giornata, oltre alla compagnia dei compagni di viaggio, una tagliatella al salmì di lepre consumata nell’ospitalità della profonda provincia padovana. Più giro il mondo e più mi rendo conto che esiste tanta “gente” che mi piacerebbe conoscere e che una vita non basta. Pioviggina quando ci “accomodiamo” sugli spalti.

Organizzare una trasferta ormai è complicato. Non si gioca mai lo stesso giorno, mai alla stessa ora. Fa schifo. È violata la sacralità del calcio per compiacere tv che non funzionano e siti che raccolgono scommesse sempre più ricchi post lock down.

Partiamo da Milano scarichi e e senza voglia ma con due nuovi acquisti trovati in maniera rocambolesca. Fu galeotta una maglia del Pisa in un campetto di scarponi nella bruma di Quarto Oggiaro. “Bellino, trattala bene quella maglia!”. “Caa voi palle? Ti conosco?”. Da fare quasi a botte a migliori amici è un grande classico sotto la torre ed anche in trasferta

Della partita non parlo e tanto meno di chi è scappato dallo zoo più famoso della Toscana per venire a rovinarla al popolone.

Se me la taglia non scrivo più. Bona Ugo. Forza Pisa.

 

 

 

Foto: Paola Garbuio/LaPresse (ilGiornale.it)

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