Paolo Lazzari

Dai rispettivi accampamenti si levano già i primi bagliori. Caterve di dichiarazioni si preparano ad irrorare l’aria, mentre i programmi gradualmente assumono forma e sostanza. Una certa agitazione accomuna i due schieramenti. Nel centrosinistra scalpita l’alfiere di Alessandro Tambellini, il sindaco uscente: Francesco Raspini porta sulle spalle anni d’esperienza affinata sul campo, una carta d’identità effervescente ed un bagaglio di competenze solide. Le primarie si prospettano tuttavia come un passaggio inevitabile, poiché in diversi hanno già puntato il dito contro una candidatura arrivata troppo presto e le correnti interne – tratto inequivocabile del Pd toscano e non soltanto – producono già basculamenti e sentimenti nodosi da districare. Non che la situazione assuma contorni più smussati dall’altro lato: tutt’altro. Il nome di Mario Pardini – ex presidente di Lucca Crea (su nomina dello stesso sindaco Tambellini) – ha fatto detonare un qual certo trambusto nel centrodestra lucchese: anche in questo caso si è parlato di una candidatura prematura e, comunque, pare che altri pretendenti intendano sedersi al tavolo piazzando i gomiti.

In questo scenario fatto di percezioni contundenti, una gran mossa di Giorgio Del Ghingaro – il Re Sole, per i cortigiani che lo ammirano da sempre – rischia di scompaginare il mazzo. Resta a Viareggio o si candida a guidare la città murata? La domanda è lecita, la risposta per nulla scontata. L’ipotesi di correre per lo scranno di palazzo Orsetti, a dire il vero, era già stata evocata in estate, suscitando le prime reazioni scomposte. Adesso il tema si ripropone in tutta la sua opprimente urgenza e l’autunno del sovrano si fa sempre più rovente. Negli ultimi tempi il primo cittadino di Viareggio è tornato a far parlare di sé prima per essersi preoccupato delle sorti del bombolonaro fuori porta santa Maria (smantellamento in vista dopo oltre sessant’anni), poi perché il suo atteggiamento sembra avere incrinato le certezze acquisite nel Pd viareggino.

Candidato risultatista come pochi, Giorgio assume le sembianze dell’uomo giusto per un eventuale terzo (ma non troppo) polo: intorno alla sua figura si agitano, in attesa di agganciarlo, liste civiche, Italia Viva, Azione, + Europa e – parziale colpo di scena – Forza Italia. Quel che è certo è che una eventuale corsa, adesso, deve tenere nella giusta considerazione i capricci del calendario. Il punto non sta soltanto nella tornata elettorale di maggio, all’ombra delle mura. Prima ancora, infatti, Del Ghingaro dovrebbe dimettersi entro il 24 febbraio 2022, nel bel mezzo del Carnevale, per evitare uno scenario che egli stesso si vanta di aver scansato come la peste bubbonica: un nuovo commissariamento. In questo modo i viareggini farebbero infatti in tempo – almeno sulla carta – ad eleggere un nuovo profilo per guidare il Comune.

Nel frattempo c’è già chi spinge lo sguardo più avanti, immaginando che nella insidiosa Lucca possa essergli inferta una sconfitta: anche in questo caso, secondo gli aficionados della fantapolitica, Del Ghingaro farebbe in tempo a risalire in sella candidandosi di nuovo nella Viareggio ripudiata, dal momento che avrebbe messo via meno della metà del secondo mandato. Il Re muove dunque verso Lucca – al suo fianco il fidato scudiero Valter Alberici – distribuendo frotte di post e dichiarazioni chirurgiche, in attesa di sferrare l’attacco decisivo agli antichi baluardi. Disinvolto e puntuto, nelle sue ultime escursioni sui social rivendica il diritto di decidere da solo, ricordando che ormai è consuetudine – ad ogni elezione – tirarlo per la giacca. Forse è così, magari no. La verità verrà presto a galla: per intanto basta basta scodellare il suo nome per sprigionare lo scompiglio.

 

Foto: Facebook

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  1. Dopo 2 Sindacature di un personaggio che non faceva nulla e aveva paura della sua stessa immagine Lucca, che vive ancora di rendita su quanto fatto dal Sindaco Fazzi, non simpatico ma molto efficiente, ha bisogno di qualcuno che possa raddrizzare le storture della città. Ad esempio un residente nel centro storico che non possiede un garage può entrare e uscire in macchina a suo piacimento da qualunque varco delle Mura. Un residente della stessa area che possiede un garage è invece penalizzato: gli viene assegnato un varco per l’uscita e un altro per l’entrata. Se fa l’errore di usarne un altro sono 80 Euro di multa! Esattamente l’opposto di quello che accade in tutte le altre città d’Italia, che cercano di incentivare il possesso di aree di parcheggio privato per evitare l’ingorgo delle strade. Ma Tambellini, sollecitato, non lo capisce!

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