Maurizio Ficeli

Mi avvicinai come volontario alla mensa dei poveri “Ludovico Coccapani”, presente all’interno della parrocchia di San Francesco di Pisa, nel 1997. Prima di allora non avevo mai saputo come funzionassero realtà simili. Frequentavo la chiesa di San Francesco e un giorno il parroco di allora, padre Marco Szymanski, mi invitò a conoscere questa nuova realtà, presentandomi dei volontari che mi mostrarono l’attività che svolgevano.

Piano piano, incuriosito, volli provare e mi decisi, anch’io, a prestare opera di volontariato. Servivo ai tavoli, lavavo le pentole, spazzavo e passavo lo straccio per terra a fine servizio. Non potrò mai dimenticare la gioia che vedevo nei bisognosi quando porgevo loro un piatto di pasta, dando loro un sorriso e un po’ di ascolto. È stata un’esperienza che mi ha arricchito molto e mi ha permesso di conoscere persone straordinarie. Lo slogan che potrei coniare è il seguente: “Fare del bene fa stare bene”. Mentre facevo il volontariato in quella mensa ho percepito questo e mi fa davvero piacere, attraverso queste righe, condividere questa esperienza con chi mi leggerà.

Attualmente la mensa è chiusa per la ristrettezza degli spazi e le restrizioni imposte dalla pandemia. Fino al giorno della chiusura erano cinquanta i volontari coinvolti settimanalmente nel servizio, con circa una trentina di ospiti, suddivisi in egual numero tra italiani e stranieri. La speranza di tutti è poter riaprire presto, ma dipenderà dall’evolversi della situazione Covid, quindi date precise al momento non ve ne sono. La Caritas supplisce con un servizio pasti presso la struttura del Cottoloengo, in via Mazzini, con i bisognosi che ricevono un sacchetto con un pasto “take away”. Non bisogna dimenticare che la mensa, oltre ad ovviare al bisogno alimentare, è anche un occasione per dare un’ora di tranquillità relazionale agli ospiti, perché purtroppo la vera povertà di oggi è soprattutto la solitudine.

La storia della mensa Ludovico Coccapani

L’idea di aprire una mensa dei poveri nell’ambito del convento francescano fu di padre Marco Szymanski, allora giovane frate 36enne, nominato guardiano del convento dei Frati minori conventuali oltre che parroco, chiamato con altri confratelli polacchi a sostituire i frati della Provincia Toscana. Le attività iniziarono il 28 novembre del 1994 in alcuni locali del chiostro appositamente ristrutturati. La mensa fu aperta dove prima sorgeva un deposito con attrezzi dove un tempo un frate italiano, padre Remo Pianigiani, appassionato di ciclismo, offriva il suo “fioretto” riparando gratuitamente le biciclette agli studenti universitari. La mensa dei poveri di San Francesco fu dedicata a Ludovico Coccapani, un insegnante di Calcinaia (Pisa), dove era nato il 23 giugno 1849.

Discendente di un’agiata famiglia borghese di ceramisti originaria di Sassuolo e stabilitasi in Toscana alla fine del Seicento, Ludovico crebbe assorbendo profondamente i valori cristiani. Dopo un breve periodo di insegnamento nelle scuole elementari, a 25 anni decise di dedicare la sua vita all’assistenza dei poveri e dei più bisognosi. Entrato a far parte del Terz’ordine francescano e della Società San Vincenzo de’ Paoli nel 1874, operò spesso all’interno delle carceri, portando la parola della speranza cristiana tra i condannati. Legato da profonda amicizia al cardinale pisano Venerabile Carlo Raffaello Rossi, che fu suo confessore, conobbe e collaborò con il beato Giuseppe Toniolo.

Nel 1914 diventò presidente del Consiglio particolare della Conferenza vincenziana pisana, rimanendone a capo fino alla morte, avvenuta presso la casa natale di Calcinaia la sera del 14 novembre 1931. Chiese esplicitamente che non gli venissero dedicati onori particolari, ma funerali modesti con il seppellimento nel campo comune, dove riposavano le persone più povere che aveva assistito durante la propria vita. La causa di beatificazione fu iniziata a livello diocesano nel 1949, centenario della nascita. In suo nome è stata intitolata una scuola materna privata, sorta nel palazzo di famiglia dove egli morì e che venne per sua iniziativa donato all’Opera Cardinale Maffi nel 1925. Oltre alla mensa dei poveri presso la parrocchia di San Francesco di Pisa a lui è intitolata una strada, sempre nelle vicinanze.

Per il suo funzionamento la mensa riceve offerte sotto forma di denaro o generi alimentari, questi ultimi prevalentemente a lunga conservazione, che sono fornite da famiglie, singoli, associazioni di svariate estrazioni o da raccolte effettuate nelle varie parrocchie del vicariato o dell’arcidiocesi. Inoltre sono stati stipulati accordi con alcuni supermercati, grazie ad un’opera di sensibilizzazione della Caritas diocesana, per fornire prodotti freschi.

Le persone che hanno sostenuto fin dall’inizio padre Marco Szymanski, quando diede vita alla mensa, furono Pina Pallini per la cucina e Remo Pallini per la gestione dei volontari. Quando Pina venne a mancare l’organizzazione fu assunta in toto da Remo, responsabile infaticabile, venuto a mancare a metà di questo anno a causa di un infarto.

La speranza è che altri volontari, giovani e meno giovani, possano unirsi a questa mensa per i bisognosi, quando verranno riprese in pieno le attività. Una bellissima realtà che dà lustro alla città di Pisa.

Maurizio Ficeli

 

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