Guido Martinelli

Il terzo incontro della terza rassegna delle Muse dei nostri giorni organizzata dall’Associazione Fanny Mendelssohn si è svolto in un’altra stupenda location: villa Medicea di Coltano. Sorta ne 1687 su incarico di Francesco I de’ Medici e fortificata dal Buontalenti passò ai Lorena e infine ai Savoia che la donarono all’Opera Nazionale dei Combattenti responsabili di quella bonifica tra il 1920 e il 1933 che rese l’area pronta per lo sfruttamento agricolo. Ora è di proprietà del Comune di Pisa e viene gestita dalla Proloco di Coltano che vi organizza eventi culturali come questo che ha visto l’organizzatrice Sandra Landini con il suo staff portare due eventi: uno pomeridiano e uno serale.

POMERIGGIO

Nel pomeriggio è stato dato spazio a un giovane pianista pisano diciannovenne: Giacomo Mattolini. Vincitore di numerosi premi e con masterclass importanti al suo attivo, il giovane talento ha eseguito, senza timore e con precisione e perizia, brani di due autori importanti come il geniale W.A. Mozart (1756-1791) con la Sonata N.8 KV 310 ed E. Liszt (1811-1880) di cui ha eseguito la Ballata N.2. Condividendo la saggia scelta organizzativa di dare risalto non solo ad autori affermati a livello internazionale, ma anche a giovani promesse locali, sono andato a trovare e intervistare questo bravo ragazzo pisano in piena crescita.

Ciao Giacomo, innanzitutto complimenti per la tua performance e la sicurezza che hai mostrato durante la tua esibizione. Ci racconti il tuo percorso artistico-musicale?
“Grazie, il mio percorso musicale iniziato con lo studio del pianoforte all’età di sei anni è proseguito alla Scuola Secondaria Statale “Vincenzo Galilei” di Pisa, poi ho proseguito il mio percorso di studi frequentando il primo anno del Liceo Classico “Galileo Galilei” di Pisa mentre gli altri quattro li ho passati al Liceo Musicale “G.Carducci” di Pisa. Nello stesso periodo ho anche seguito corsi di danza classica, moderna, hip hop, e successivamente, verso la seconda-terza liceo, ho pure provato i vari standard partecipando a concorsi regionali e nazionali riportando anche qualche successo”.

La tua formazione artistica è quindi stata composita, manca solo il teatro…
“Durante la scuola dell’obbligo ho trovato il modi di prendere parte a laboratori teatrali scolastici improntati sul gioco, in quanto ritengo che una formazione artistica debba essere completa. Sarei anche adesso disponibile a partecipare a qualche spettacolo se avessi delle proposte interessanti perché l’arte in genere è, per me, è un gran divertimento”.

Giusto, diceva un mio amico regista che l’arte è come un grande Luna Park pieno di attrattive nel quale si corre anche il rischio di perdersi.
“Condivido, anche se spero di avere la bussola e quindi di riuscire a non perdere la strada maestra”.

Attualmente cosa stai facendo?
“Frequento il Conservatorio Musicale “G. Puccini” di La Spezia e a novembre inizierò il secondo anno dopo aver frequentato il primo in contemporanea con l’ultimo anno di Liceo Musicale”.

Dove hai conseguito il massimo punteggio alla Maturità, da quel che so…
“Sì, sotto la guida della professoressa Francesca Amato, che mi ha seguito per tutto il percorso di studi, e il mitico professor Carlo Deri, il referente della scuola, che è stata la persona sempre pronta ad ascoltarti e a risolvere tutti i tipi di problemi di noi studenti, un grande punto di riferimento per qualsiasi questione. Al Liceo “Carducci” potrei dire, usando un’altra metafora, di aver trovato un giardino nel quale giocare, un ambiente fantastico per qualsiasi amante della musica, che è stato determinante per la mia crescita. È una scuola piena di stimoli, con tante offerte di laboratori molto interessanti. Io ho avuto modo di seguirne uno di jazz con professionisti di alto valore. Voglio, poi, estendere i miei ringraziamenti a Francesca Costa, la mia professoressa al Conservatorio di La Spezia, che mi sta seguendo in questo momento. E non intendo certo dimenticare il mio primo e ottimo maestro, Giulio Collavoli, perché senza la sua tenacia, la sua intraprendenza, il suo amore per l’insegnamento, non avrei mai continuato gli studi musicali. Ecco, lui è stato il primo, grande pilastro della mia formazione e del mio percorso musicale”.

T’interessi solo di musica classica o anche di altri generi musicali?
“Finita la formazione classica mi piacerebbe frequentare il triennio di pianoforte jazz, che è un genere fondamentale nella formazione di un pianista, ma non intendo concentrarmi su un solo genere. Considero, infatti, la musica come un’entità unica e non divisa in settori”.

Penso che l’importante sia imparare la tecnica…
“Certo, e per questo ritengo determinante imparare a suonare la classica perché è il modo migliore per arrivare a suonare bene il pianoforte ma successivamente sarebbe mia intenzione passare anche ad altri generi, come il jazz”.

Quando non suona, un ragazzo di diciannove anni che musica ascolta?
“A me piace ascoltare di tutto perché comunque non sono una persona anacronistica che ascolta solo autori della musica classica che suona”.

Quali sono i tuoi musicisti preferiti?
“Il cantautorato italiano, Lucio Battisti, ma anche autori più moderni come Venerus oppure Fra Quintale, ma non ne ho uno preferito, che magari venero come tanti miei coetanei”.

E tra i classici?
“Se dovessi scegliere un autore classico da salvare sceglierei sicuramente Mozart. Perché ha questa brillantezza di suoni, questo modo di comporre per cui, con poco materiale riesce a realizzare tanto. Tutti gli autori moderni dovrebbero imparare da lui”.

Che ruolo ha la musica nella tua vita?
“Essenziale. Un giorno senza musica è un giorno sprecato. Diciamo che l’80 % della mia vita è musica. E credo che abbia un ruolo importante nella vita di tutti”.

Qual è il ruolo della musica nel mondo?
“Ha un ruolo salvifico, perché da gioia e serenità a tutti”.

Preferisci suonare da solo o in gruppo?
“Ho suonato in due trii musica classica: Schubert, Beethoven, Mozart. A me piace suonare in gruppo, ma siccome in questi ultimi anni ero molto impegnato nello studio non avevo il tempo per incontrarmi con altri”.

Suoneresti mai in un gruppo che suona musica pop, magari una boy band?
Suonerei in qualsiasi gruppo che suona musica.

Concludendo, cosa speri di diventare da grande?
Il mio sogno sarebbe quello di insegnare pianoforte perché suonare in pubblico ed essere applauditi è bellissimo, ma la felicità che un docente prova nel vedere un suo allievo, che ha modellato, plasmato, realizzare qualcosa di difficile dia più felicità di qualsiasi esecuzione

Ti piacerebbe, comunque, fare anche dei concerti?
Certo, ma mi piacerebbe di più insegnare.

Grazie Giacomo, e tanti auguri per il tuo futuro!

 

Foto: Alessio Alessi

Giacomo Mattolini (foto di Guido Martinelli)

SERA

La terza giornata della rassegna ha visto in scena un altro importante appuntamento, dopo la proposta pomeridiana riservata alle giovani promesse, con la musica lirica in “Donne all’OPERA” del duo composto dal soprano Samantha Sapienza e dalla pianista Nadia Testa: due grandi certezze nel panorama musicale nazionale e internazionale.

Samantha Sapienza ha studiato canto lirico presso il Conservatorio “G. Martucci” di Salerno e si è esibita in numerosi concerti eseguendo brani del repertorio di camera e musica sacra oltre ad opere di autori classici. Ha partecipato a innumerevoli spettacoli non solo in veste di cantante dopo studi di recitazione, e ha vinto parecchi premi a concorsi musicali. Tra questi, un ambito Premio Speciale per la New Generation agli “Oscar della lirica 2014-International Opera Award”.

La pianista Nadia Testa, da par suo, si è diplomata al conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino, ha vinto numerosi concorsi e ha al suo attivo molti concerti in Italia e all’estero, da sola o con prestigiose formazioni, senza tralasciare la registrazione e partecipazione a programmi musicali per la Rai, la Televisione Svizzera e Mediaset. È titolare della Cattedra di Pratica pianistica presso il Conservatorio “D. Cimarosa di Avellino.

La soprano Samantha Sapienza

Nel bel salone della Villa Medicea le note suonate e cantate di noti brani lirici da parte di questi due talenti hanno risuonato belle, alte e chiare in mezzo al pubblico presente nei margini previsti dal Dpcm anti pandemia. Si sono inizialmente uditi brani di G. Verdi (dalla Traviata e Oberto Conte di Bonifacio), P. Mascagni (Cavalleria Rusticana, per solo piano), G. Puccini (da Boheme, Madame Butterfly, Gianni Schicchi e Tosca), A. Catalani (da Wally). In un momento successivo, le due artiste, hanno voluto rendere omaggio al sommo Dante Alighieri in quest’anno celebrativo della morte, con brani passati dalle pagine del libro della sua immortale Commedia a quelle di spartiti musicali come quelli di W.Ph.Gluck (“Danza degli spiriti beati” per solo piano), G. Pinsuti (Beatrice), R.Zandonai (Da Francesca da Rimini “Paolo, datemi pace”, su testo di G. D’Annunzio) e G. Donizetti (Amor ch’a nulla amato amar perdona).

La pianista Nadia Testa

Una grande performance, suggellata da applausi fragorosi e a scena aperta con successivi bis generosi delle due magnifiche interpreti. Un altro tassello di questo stupendo puzzle rappresentato dalle muse contemporanee, un vero regalo per il nostro territorio.

Scrivi un commento