Ilaria Clara Urciuoli

La fotografia racconta, sintetizza o accenna a mondi lontani; la fotografia denuncia e rende scomodo il divano che ci accoglie mentre guardiamo il giornale; la fotografia coinvolge, cattura lo sguardo, rende immediato.

Ecco dunque cosa possiamo aspettarci da World Press Photo, la collettiva di fotogiornalismo organizzata da Photolux e ospitata nella suggestiva cornice dei sotterranei del Baluardo di San Colombano a Lucca fino al 26 settembre: tanti racconti in grado di svilupparsi in poche immagini (a volte una sola che ha quasi la valenza di manifesto), tante immagini che talvolta emozionano, che spesso ti inducono ad approfondire, a saperne di più.

Qui troviamo tanti sguardi sul mondo: incontriamo Fatima che per sfamare i figli si rimbocca le maniche di un burqa e si dedica alla pesca in un villaggio dello Yemen devastato dai conflitti armati tra sunniti e sciiti; osserviamo Olga che aspetta, fiori in mano, il marito fuori al carcere di Minsk in Bielorussia (attesa vana poiché quell’annunciata liberazione non sarebbe stata eseguita per lungo tempo); troviamo un transgender bullizzato in Russia e un soldato appisolato con in suo fucile in una trincea in Armenia. Tante ancora le immagini legate ai diritti umani: il racconto corale di adattamento degli immigrati raccolti nei campi nelle isole greche e le storie individuali di chi, arrivato in Italia, tenta di costruirsi un futuro e l’immagine che racconta il patriottismo dei dimostranti che in Perù si ribellano al presidente ad interim accusandolo di colpo di stato. Diritti civili ma anche tanto altro: troviamo scatti legati al Covid (come la foto vincitrice del World Press Photo of the Year che coglie il primo abbraccio tra un’infermiera e un’ospite della casa di riposo in Brasile dopo cinque mesi di distanziamento) al mondo animale, all’ambiente e alla relazione che l’uomo ha instaurato con questi.

In mostra anche tre italiani: Antonio Faccilongo che ci racconta il contrabbando di sperma nelle carceri israeliane da parte dei detenuti palestinesi che vogliono preservare i loro diritti riproduttivi; Gabriele Galimberti la cui serie Ameriguns racchiude in pochi scatti ben costruiti il rapporto morboso che alcuni americani mostrano con le armi; infine Lorenzo Tugnoli che ci porta nella Beirut scossa dall’esplosione che ha distrutto il porto nell’agosto 2020.

La proposta di Photolux continua a Villa Bottini che ospita fino al 3 ottobre altre due esposizioni fotografiche. Bitter leaves di Rocco Rorandelli sul mondo del tabacco, con una panoramica che va dai campi coltivati in India agli assaggiatori che per testare la qualità del lotto arrivano fumano anche cento sigarette al giorno, ai grattaceli delle multinazionali e alle giovani studentesse coinvolte nella pubblicità durante i concerti in Indonesia (dove più del 30% dei bambini inizia a fumare prima dei dieci anni), fino poi agli ospedali e ai macchinari per diagnosticare tumori. La seconda proposta Foul and Awesome Display, a cura di Francesco Colombelli, propone una serie di libri fotografici sul tema della guerre. Qui si trovano esposte immagini e foto scattate da Brancoli, soldato dell’Armata Italiana in Russia durante quella terribile campagna militare.

Ilaria Clara Urciuoli

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