Aspre polemiche, a Pisa, per la richiesta di cancellare una via intitolata al professor Giovanni D’Achiardi, già rettore dell’università, importante studioso di mineralogia ma anche, secondo gli autori di una petizione online, “primo responsabile dell’epurazione dei docenti ebrei, a partire dalla compilazione della lista, sul censimento dell’estate 1938, e della selezione razziale degli studenti”. Stiamo parlando, quindi, di un periodo antecedente la Seconda guerra mondiale. La petizione è stata girata al sindaco, il leghista Michele Conti.
Hanno aderito alla raccolta firme la Comunità ebraica di Pisa, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia di Pisa, l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti di Pisa. Nella motivazione con cui si chiede di cancellare la via intitolata all’ex rettore si spiega che “la condotta del rettore Giovanni D’Achiardi nel 1938 ci pare inequivocabile sul piano del giudizio storico, ed è la memoria di quei venti docenti, degli studenti italiani, dei 290 studenti polacchi lituani ungheresi boemi ricacciati verso i propri paesi intolleranti – e la Shoah in agguato – che ci spinge a considerare inammissibile che una via della città di Pisa gli sia ancora intitolata”.
La passione per lo studio dei minerali Giovanni D’Achiardi la ereditò dal padre Antonio. Laureatosi in Scienze naturali divenne assistente nell’Istituto di mineralogia di Pisa, che rese uno dei più attrezzati d’Italia. Dopo la morte del padre la Facoltà di scienze dell’Università di Pisa gli affidò l’insegnamento della mineralogia e la guida dell’Istituto. Fu rettore dell’Università di Pisa dal 1923 al 1925 e dal 1935 al 1939.
Oltre cento pubblicazioni scientifiche, dedicò i suoi studi soprattutto ai minerali e alle rocce della Toscana, della Sardegna e dell’Eritrea. Scoprì due nuovi minerali, ginorite e dachiardite (quest’ultimo chiamato così in onore al padre). Conosciuto all’estero per i suoi studi, si fece molto apprezzare in Germania, Francia, Austria, Ungheria, Svizzera e Russia. Nel 1934 fu nominato senatore del Regno. Un’improvvisa malattia (embolia) lo colpì nel 1939, costringendolo a porre fine alla sua attività. Si spense a Fauglia, in provincia di Pisa, nel 1944.
Foto: sba.unipi.it
Curioso che quando c’è da toglier eil nome di fascista dalle strade per la sx non ci sia mai alcun problema, quando si tratta di togliere il nome di uno stragista comunista (tito) la sx trova mille ostacoli e difficoltà burocratiche.
anche via Stalingrado? via Lenin? via Ho Chi Min? Via Ernesto Che Guevara, il quale è stato anche giudice, non ha mai assolto nessuno, tutti condannati a morte e spesso eseguiva lui la sentenza a sangue freddo. Persino Castro, la cui figlia ricorda che smisero di trasmettere i cartoni animati per far vedere le esecuzioni, ad un certo punto costrinse all’esilio il CHE, personaggio divenuto scomodo anche per Cuba.
Ho cercato sul Dizionario Biografico della Treccani e menzionano solo il fatto che fu destituito da rettore nel 1927, perché non iscritto al partito fascista. Poi lo richiamarono nl ’35 per meriti accademici incontestabili.
Cos’è successo veramente dopo ?