Guido Martinelli

La grande voglia di ripresa, con attenzione e cautela, dopo le chiusure pandemiche, si riscontra anche osservando i manifesti delle numerose iniziative culturali all’aperto che si stanno susseguendo in tutti gli angoli della nostra penisola e ci accompagneranno in queste calde, serate estive. Una di queste è “Un fiume di libri in Piazza Cavallotti”, a Pisa, rassegna di editoria indipendente, iniziata il 29 giugno e si concluderà il 5 Agosto, nell’ambito del luglio culturale pisano, organizzata dalla Libreria Erasmus in collaborazione con nove case editrici locali e gli esercenti di Piazza Cavallotti. Tra i diciannove appuntamenti programmati ho scelto il primo di Alessandro Scarpellini, un autore che in questa manifestazione presenta tre libri di tre diverse case editrici. Il primo luglio ha presentato “La viola rossa”, edito da Felici Edizioni, in collaborazione con l’attore e drammaturgo Franco Meini, l’attrice Stefania Pugi e col supporto delle suggestioni e degli interventi musicali del sax e clarinetto di Giacomo Innocenti e della stupenda voce di Marina Mulopulos.

Scarpellini è un autore prolifico e ben conosciuto, non solo in ambito locale, anche per la sua attività di pedagogo che lo vede, da molti anni, alla conduzione di innumerevoli numerosi corsi di scrittura creativa rivolti sia a piccoli che a grandi in ogni dove. Si muove, da decenni, nei territori della poesia c della prosa, con un ottimo seguito di pubblico e di critica, e prima della presentazione ci siamo scambiati delle impressioni in piazza, finalmente dal vivo dopo mesi e mesi di comunicazioni telefoniche con gli intervistati, comunque a debita distanza e con l’assistenza del vaccino. E con lo stupendo sottofondo del clarinetto del bravo Giacomi Innocenti e della bella voce, evocativa e struggente, di Marina Mulopulos in prova.

Di cosa parla questa viola rossa?
“La viola rossa è un insieme di sette racconti di genere giallo noir, che ho scritto in vari periodi della mia esistenza, edito dalla Felici Edizioni, che ora sono stati assemblati, ma tutti legati a una voce che è il gran dio Pan o di uno che dice di chiamarsi Pan”.

Quello del flauto? (annuisce) E cosa rappresenta?
Che le certezze umane non sono certezze ma sono solo apparenze e in tutti i racconti c’è un filo unico che ci porta dentro le follie delle persone, l’emarginazione, e tutto ciò che mette in discussione la nostra vita.

Ma perché il dio Pan e non un altro?
Perché è il dio del timore panico che abita nel bosco e fa smarrire gli esseri viventi, già smarriti per conto loro, e la sua voce pone la domanda: “E se fosse Dio o l’umanità il vero assassino?”

Cosa sarebbe la viola rossa?
Si può intendere sia come strumento musicale sia come la macchia di sangue che sgorga dall’umanità a causa delle ingiustizie sociali, l’emarginazione, l’oppressione. E questo provoca una reazione violenta. Il dio Pan si chiede se la nostra vita valga la pena di essere vissuta o se è tempo di cambiare l’esistenza.

Quali sono le Sue fonti relative al romanzo o allo scritto noir?
Le mie fonti sono abbastanza eretiche al riguardo. Potrei citare Chesterton, Simenon, e tanti altri autori classici magici che mi hanno dato tanto in un genere che ho praticato sin dal lontano 1990 quando vinsi il MystFest di Cattolica con una ghost story. Il presidente di quella giuria era Francesco Guccini e grazie a quel risultato sono entrato nella “Accademia dei notturni” con Loriano Machiavelli, lo scomparso Pinkets e altri importanti autori italiani del genere.

Un autore noir attuale che la colpisce qual è?
Mi viene in mente Carlotto, ma un autore che, pur non essendo noir, ritengo eccezionale è proprio Loriano Machiavelli.

La sua produzione poetica come si è evoluta in questi ultimi tempi?
È uscito, ad ottobre, “L’amore segreto” per i tipi della Ensemble Edizioni, che presenterò qui Mercoledì 14 Luglio. L’opera ha la presentazione del Premio “Tenco” della musica Alessio Lega e la post fazione di Edoardo Olmi, una delle voci di Affluenti: una delle correnti della poesia fiorentina e non solo. Loro stanno portando la poesia nelle strade, nelle piazze. Definisco “segreto” l’amore perché si nasconde dietro ogni piccola cosa della vita, in ogni granello della materia.

Invece, un poeta che la colpisce molto?
Una delle mie fonti è Garcia Lorca, ma potrei citarne molti altri come Sandro Penna, Alda Merini, Amelia Rosselli, la Pozzi.

Qual è, per lei, la funzione della poesia nel mondo ai nostri giorni?
La poesia fa sgorgare di nuovo l’umanità che c’è dentro di noi. Un granello di sole che permette di cambiare la vita. La poiesis è la sorgente, la vitalità dell’esistere, del bene, del divenire.

Grazie Alessandro Scarpellini, e prendete appunti, gente, perché, senza libri, la vita è noiosa e vuota. Ma torneremo sull’argomento sia andando in Piazza Cavallotti sia in tutti quei luoghi dove circolano libri presentati e raccontati da chi li ha creati.

Giacomo Innocenti al sax e clarinetto
L’attore e drammaturgo Franco Meini
Marina Mulopulos

 

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