La città di Pisa piange la scomparsa di Umberto Moschini, 89 anni, per molti anni instancabile promotore delle iniziative legate alle tradizioni cittadine. Al suo impegno si deve la riscoperta in chiave moderna del Gioco del Ponte, la rievocazione storica che ogni anno, a fine giugno, si svolge sul Ponte di Mezzo, con la “battaglia” tra le Magistrature (che rappresentano i quartieri cittadini) riunite nelle due parti in cui è divisa la città della Torre, Mezzogiorno (a sud dell’Arno) e Tramontana (a Nord). La versione moderna prevede la spinta di un carrello lungo un binario appositamente montato sul  ponte. Prima della battaglia un grandioso corteo storico, composto da 710 figuranti (41 a cavallo) in costume cinquecentesco, si svolge sui lungarni della città.

Per decenni membro della Democrazia Cristiana, Moschini era amico personale di Aldo Moro e Giulio Andreotti. Nonostante gli incarichi di lavoro svolti in tutta Italia,  era sempre rimasto legatissimo alle iniziative storiche e culturali della città della Torre, dove era nato il 27 dicembre 1931. La sua famiglia, di origini nobili, era originaria delle Marche.

Moschini aveva iniziato a lavorare come maestro elementare nel collegio pisano del Cottolengo, venendo in contatto con diversi bambini dalle condizioni disagiate. Era stato proprio in virtù di quel contesto che, molto probabilmente, si era avvicinato alla Dc, partito di ispirazione cristiana, di cui diverrà funzionario (incarico svolto dal 1962 al 1993, anno in cui andò in pensione).

Tra i suoi molteplici interessi, legati al mondo dell’associazionismo, la musica, la cultura e l’enogastronomia. Aveva guidato l’Associazione Filarmonica Pisana, l’associazioni Cuochi Pisani e gli Amici del Gioco del Ponte. Del Gioco pisano era stato, come dicevamo, uno dei più forti sostenitori: nei primi anni Ottanta si impegnò a fondo affinché la storica disfida fra Tramontana e Mezzogiorno, le due parti della città divise dal fiume Arno, tornasse a combattersi sul luogo simbolo più importante, Ponte di Mezzo.

Pisa perde un pilastro, un personaggio unico, profondamente innamorato della sua città e in grado di trasformare in tante bellissime iniziative questo suo puro sentimento. Mancherà a tutti noi.

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