La battaglia per salvare gli alberi è andata avanti dal 2019, ora il Tar ha dato loro ragione. Il bosco di Inno, nel comune di Lastra a Signa (Firenze) non sarà tagliato per lasciare spazio alla costruzione di un impianto di distribuzione di carburante lungo la superstrada Fi-Pi-Li. Capitolo definitivamente chiuso? Non proprio, meglio parlare di primo round per gli ambientalisti, perché potrebbe esserci il ricorso al Consiglio di Stato.

Il Tar ha annullato le varianti previste dal Comune di Lastra a Signa e ha riconosciuto che non c’è ragione distruggere quel patrimonio verde. Nel senso che il distributore potrà essere realizzato in un’altra area. La società che avrebbe dovuto costruirlo, la Sirtam di Pistoia, aveva chiesto e ottenuto i permessi dal Comune, poi però è nato il Comitato Collinare di Lastra a Signa (circa ottanta persone), che spalleggiato dalle associazioni ambientaliste si è battuto per scongiurare l’accensione delle motoseghe, presentando il ricorso al Tar, sottoscritto da 25 famiglie residenti nella piccola frazione.

La questione ha diviso il centrodestra locale, con la Lega che esulta per la vittoria degli ambientalisti, e Forza Italia che storce la bocca. “Il Tar della Toscana ha bocciato lo scempio che l’amministrazione comunale lastrigiana e alcuni privati stavano per compiere nella frazione collinare di Inno – commenta la consigliera regionale della Lega Elisa Tozzi – abbattendo un’area boschiva per farci l’ennesima area di sosta con distributore di benzina sulla Fi-Pi-Li, a ridosso di un abitato. Hanno vinto i cittadini, ha vinto il buon senso. Sono felice che il Tar abbia dato ragione ai cittadini che erano insorti in massa contro l’improvvida decisione del loro Comune, formando anche dei comitati – aggiunge Tozzi -. Questa vittoria del territorio e della coscienza ambientale dei suoi abitanti dà anche la misura di come, nell’iter di questo intervento, evidentemente mal gestito dalla pubblica amministrazione, ci sia stata una buona dose di incompetenza o, in alternativa, di malafede”. Il consigliere comunale leghista di Lastra a Signa Cristiano Santoni aggiunge che “abbiamo fatto questa battaglia tutti insieme, credendoci sin dall’inizio. L’abbiamo portata avanti senza mai retrocedere, intimamente convinti di essere nel giusto. Sapevamo che l’amministrazione aveva forzato, deliberando quello che sarebbe stato un vero e proprio scempio del nostro habitat. Siamo felici di averli fermati”

Il consigliere comunale Paolo Giovannini (Forza Italia) spiega che non c’era “nessuno scempio ambientale, il boschetto, che poi boschetto non è dal momento che un tempo c’erano ulivi, sarebbe stato ripiantato dall’altra parte della strada. E poi avevamo avuto tutti i via libera, compreso quella della Città metropolitana e della Soprintendenza”. Per dovere di cronaca bisogna aggiungere che un pezzo di quel bosco appartiene a un’azienda agricola e di questa una quota di minoranza fa capo al consigliere comunale Giovannini, che alle precedenti elezioni era stato candidato a sindaco per il centrodestra.

Legambiente ovviamente si schiera a difesa degli alberi, spiegando che “non c’era nessuno stato di reale necessità di fare l’ennesima stazione di sosta sulla Fi-Pi-Li e poi non si capisce perché farla proprio in quel punto dove bisognava abbattere degli alberi quando appena prima o appena dopo cessano i vincoli paesaggistici e soprattutto c’è una campagna priva di boschi”.

 

Foto: Comitato collinare Lastra a Signa (Facebook)

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