Per Giacomo Franceschi, il 39enne di Calci (Pisa) sotto processo per l’incendio dei Monti pisani (settembre 2018), l’accusa ha chiesto una condanna di quindici anni. La procura di Pisa è convinta che sia lui il colpevole di quel disastro ambientale, anche se l’imputato nega ogni addebito nonostante le iniziali ammissioni. Che giustifica in questo modo: “Ero andato nel panico”. Le fiamme, divampate la sera del 24 settembre 2018, mandarono in fumo 1.500 ettari di bosco e circa 15mila piante di ulivo tra i comuni di Calci, Vicopisano, Vecchiano e Buti.

Questa la versione di Franceschi quando fu interrogato durante il processo: “Sono stato nove mesi in carcere e un anno ai domiciliari. Mi è servito per pensare. La sera del 24 settembre 2018 non ero sul Serra. Ci sono andato con le squadre antincendio (faceva il volontario, ndr). Quando ho detto ai carabinieri e al magistrato che c’ero stato ero in piena confusione, panico totale. Non so neanche io perché le dette quelle cose”.

Dopo la requisitoria della pm Flavia Alemi la parola passa alla difesa, poi interverranno gli avvocati delle parti civili e, alla fine, arriverà la sentenza, prevista per le prossime settimane.

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