Di truffe legate alla fede ce ne sono tante, ma quella che vi stiamo per raccontare aveva raggiunto livelli importanti, se non fosse per le cifre milionarie, che un “santone” si faceva dare dai fedeli. L’uomo, un 42enne di Alessandria ex sub-agente assicurativo, aveva convinto le sue vittime di far parte di un “Progetto Divino” di rinnovamento della Chiesa, alla cui base ci sarebbe stata la formazione di nuove “Sacre Famiglie”. Di queste lui sarebbe stato il capostipite. Il passaggio successivo era farsi consegnare somme di denaro.

L’uomo si era accreditato presso un gruppo religioso, realmente esistente, e mediante con falsi attestati di merito e conoscenze importanti millantate (tra polizia e magistratura) aveva truffato i fedeli. Nel marzo 2020 un uomo della Versilia (Lucca) lo denuncia, convinto che sua moglie fosse stata circuita e indotta a versargli una somma importante, approfittandosi della sua forte fede religiosa. Iniziano le indagini e gli inquirenti cominciano a trovare diversi riscontri. In particolare emerge che l’accusato non sarebbe stato nuovo a episodi del genere, al punto che era stato estromesso dall’attività assicurativa. Si è scoperto poi che durante gli incontri era riuscito a convincere le sue vittime di avere “doti divine”, in virtù delle quali si poneva come “guida spirituale” per le attività di culto.

Ai fedeli che frequentava, soprattutto donne, raccontava di collaborare con alcuni preti esorcisti e gestiva persino alcuni account di posta elettronica intestati a sacerdoti inesistenti: don Paolo, don Carlos da Cracovia, don Josè dal Portogallo. A questi prelati le donne avrebbero scritto confessando ogni disagio o decisioni sofferte della loro esistenza. Così facendo l’indagato entrava in possesso dei segreti e dei pensieri più nascosti delle donne, utilizzando le informazioni a suo esclusivo vantaggio.

Nel corso dell’inchiesta la Polizia postale ha sequestrato centinaia di email che proverebbero la manipolazione da parte dell’uomo, con consigli, interpretazione degli eventi e persino “lotte notturne” con i demoni, che avrebbero voluto ostacolare, a suo dire, il “Progetto Divino”. Il santone diceva chiaramente che i demoni erano i familiari o gli amici delle vittime, la cui sola colpa era quella di voler consigliare i loro cari, invitandoli a riflettere e a non fidarsi troppo del mistico imbonitore.

Il santone distribuiva salmi e preghiere da recitare per le fedeli, che per ore ed ore pregavano per lui affinché potesse liberarsi dei “lacci” del Demonio e riuscisse a portare a compimento il “Progetto Divino”. Affinché il tutto si concludesse positivamente le fedeli dovevano versare somme di denaro su tessere post pay di cui il santone aveva la piena disponibilità.

Tra i numerosi stratagemmi adottati dal truffatore c’è anche la storia, assolutamente inventata, della grave situazione di salute di uno dei finti preti, don Paolo, che dopo due infarti sarebbe stato ricoverato in fin di vita a Livorno. Da una delle vittime l’indagato era riuscito a farsi consegnare, in diverse tranche, la somma di oltre un milione di euro, facendole credere che i “sacerdoti” ritenevano che sul suo patrimonio vi fosse un maleficio e che il denaro andasse in qualche modo “purificato”. Con le preghiere e le “buone” azioni.

L’indagine, che si è avvalsa anche di intercettazioni telefoniche e telematiche, ha permesso di ricostruire tutti i movimenti di denaro effettuati dall’indagato, e di scoprire l’acquisto di beni personali tra cui anche diverse auto.

Al termine delle indagini condotte, dalla Squadra Mobile di Massa, con il supporto specialistico di uno psicologo in servizio presso il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, il Gip del Tribunale di Massa ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari a carico dell’indagato, per i reati di truffa e circonvenzione d’incapace.

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