Francesco Fasulo

Quando ci è arrivata la notizia della possibile cessione delle quote di maggioranza del Pisa abbiamo fatto la prima cosa che si deve fare: verificarla. Mettendo insieme alcuni elementi e facendo alcuni rapidi riscontri ci siamo resi conto che non eravamo di fronte a una bufala ma a un interessamento vero, legato al progetto stadio ma non solo. Possibile che Giuseppe Corrado, che avevamo intervistato qualche settimana fa, non avesse fatto trapelare nulla? Non solo è possibile ma è normale, visto che, da che mondo è mondo, le trattative serie avvengono così, in modo riservato, senza sventolarle in giro anzitempo. Eppure, tra le righe, Corrado qualcosa aveva fatto capire sul suo futuro e sul futuro del Pisa. Così come, in un’altra intervista, aveva parlato chiaramente della ricerca di un socio straniero per il progetto stadio.

Un visitatore prudente e accorto apre gli occhi ma non la bocca (detto sentito sulle rive del Nilo in Sudan).

Cercando altri riscontri ci siamo imbattuti in un sito che aveva ripreso la notizia dell’interessamento di Knaster, già anticipata da Il Secolo XIX e dal sito dell’Aifi (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt). Ci è parso giusto e doveroso attribuire la “primogenitura” della notizia a tale sito (calcioinpillole.com). Nonostante la nostra doverosa cautela, resa ancor più esplicita dal punto di domanda che avevamo messo nel titolo dell’articolo (Il Pisa nelle mani di un miliardario russo?), i commenti fatti sui social da diversi tifosi pisani nei nostri confronti sono stati assai poco carini. Non ce la siamo presa, non siamo permalosi. Ci rendiamo conto che se si tocca una cosa a cui si tiene tantissimo si diventa protettivi e si diffida di chiunque.

Poi cosa è successo? Ne hanno parlato tutti, giornali locali e il Sole-24Ore, quindi anche i più diffidenti si sono resi conto che forse qualcosa di vero c’era. Stavolta non servono le “due diligence”, termine che i tifosi nerazzurri conoscono alla perfezione dopo la famosa “estate del pisano”. Stavolta i bilanci sono certificati da Kpmg e, in altre parole, si fa presto a vedere le carte sui numeri e a rendersi conto che il Pisa, grazie alla nuova gestione, è diventata una società trasparente, coi bilanci in regola e i conti in ordine. Un gioiellino, possiamo dire, se guardiamo al desolante panorama delle società calcistiche di provincia (e non solo).

Sapremo più avanti se l’impegno per il Pisa (e lo stadio) sarà personale, da parte di Alexander Knaster, oppure mediante una società costruita ad hoc operante nell’ambito del fondo che ha creato, Pamplona Capital Management. Non è da escludere che Corrado resti, così come potrebbero restare anche gli altri soci, ovviamente in posizione minoritaria.

A quanto ci risulta siamo a un “cicinin” dalla chiusura. Ma non chiedetemi di più. E continuate a seguirci su L’Arno.it.

 

Foto: Knaster e la sua villa di Forte dei Marmi vista dall’alto

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