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Nuovo Dpcm, i sindaci toscani si arrabbiano

- Politica
19 Ottobre 2020

L’ultima mossa del Governo per cercare di affrontare l’emergenza coronavirus scatena il malcontento dei sindaci, senza distinzioni tra destra e sinistra. Dario Nardella (Pd), primo cittadino di Firenze, osserva che “se lo Stato vuole il coprifuoco faccia un vero coprifuoco; se vuole una misura specifica strada per strada non dia genericamente la responsabilità al sindaco, ma dia al sindaco compiti precisi e gli strumenti per fare le cose. Io ho chiamato subito la signora prefetto, Laura Lega: domani faremo un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica provinciale perché queste cose non si possono assumere in modo solitario, dobbiamo deciderle insieme. Se nel frattempo dal Governo arrivano indicazioni più chiare, noi saremmo più contenti. Già oggi – aggiunge il sindaco di Firenze -, se c’è da chiudere una strada o una piazza per motivi di sicurezza, i sindaci lo possono fare. Quello che diciamo noi sindaci è che siamo in una situazione nuova: coprifuoco significa intervenire in modo massiccio per controllare intere parti di una città. Di fronte a questo c’è da chiarire chi si prende la responsabilità di individuare queste aree? Con quali forze dell’ordine? I sindaci sono sempre in prima linea, non ci tiriamo indietro ma c’è bisogno di chiarezza”.

Anche il sindaco di Pisa, Michele Conti (Lega), è rimasto deluso dalla decisione di Palazzo Chigi. “Il Governo continua a scaricare sulle spalle dei sindaci muove responsabilità. Mi sarei aspettato interventi concreti. Stamattina prima di partecipare al Centro operativo comunale con la Protezione Civile, le associazioni di volontariato e i dirigenti di Asl e Aoup, ho letto attentamente il Dpcm definitivo. Da parte del Governo mi sarei aspettato un quadro dettagliato di misure e interventi per gestire l’emergenza Covid sul territorio e, soprattutto, delle risorse per aiutare categorie e attività su cui questo nuovo provvedimento impatterà in maniera fortemente negativa. Invece niente di tutto questo. Non è chiaro – aggiunge Conti – neanche quali poteri sono lasciati a chi governa le città e i territori. Una cosa è certa: il Governo, in maniera poco responsabile, continua a scaricare sulle spalle dei sindaci, in prima linea dall’inizio dell’emergenza Covid, nuove responsabilità”. Il sindaco di Pisa sottolinea che “è inutile annunciare che non ci sarà nessun lockdown e un attimo dopo lasciare l’onere di chiusure ai sindaci per non doversi giustificare con l’opinione pubblica. Io certamente non mi sottrarrò alle mie responsabilità, scegliendo anche misure restrittive se si renderanno necessarie, a tutela della salute pubblica. Ma un Governo serio – conclude – deve stanziare risorse, mettere a disposizione personale ai Comuni e cambiare atteggiamento nei confronti dei Sindaci che non sono parafulmini, bensì l’istituzione più vicina ai cittadini”.

Il primo cittadino di Pistoia, Alessandro Tomasi (FdI) sottolinea che “i sindaci sono da sempre in prima linea in questa emergenza, non solo da oggi. Siamo pienamente responsabili dei nostri territori e fronteggiamo una situazione sempre più difficile, da un punto di vista sanitario e sociale, e non lo facciamo certo dalle 21 e 30 di ieri sera. Sul ‘coprifuoco’, però, il Governo non può scaricare la decisione e il controllo sui Comuni senza dare risorse e personale. Ripeto, siamo disponibili ad assumerci ulteriori responsabilità ma se messi in condizioni di farlo. Oltretutto in base ai provvedimenti delle singole aree si creerebbero disparità enormi tra i vari operatori senza risolvere il problema sanitario. Se dovessi disporre chiusure al pubblico di piazze e strade su Pistoia – prosegue Tomasi – le persone si riverserebbero nei Comuni vicini. Servono quindi decisioni a livello regionale o di macroaree. Inoltre i sindaci hanno già facoltà di adottare provvedimenti su alcune particolari situazioni visto che siamo le massime autorità sanitarie – aggiunge Tomasi – A seguito di ogni atto però, è necessario che ci sia un controllo, e questo si può fare solo con maggior personale ma, al momento, non sembra esserci alcuna previsione da parte del Governo”.

Dura critica al Dpcm anche da Matteo Biffoni (Pd), sindaco di Prato e presidente dell’Anci Toscana: “La norma non è mai stata oggetto di discussione al tavolo delle decisioni col Governo: così come è stata annunciata è assolutamente inattuabile, è una scorrettezza al leale rapporto fra istituzioni. Da presidente di Anci Toscana e da sindaco di Prato dico che non può funzionare, non abbiamo le forze sufficienti, non abbiamo i ristori economici, la norma non funziona dal punto di vista delle geografie delle città. Chiediamo subito la riapertura del tavolo di confronto”. E ancora: “Abbiamo visto che il Governo ha già depurato l’indicazione dei sindaci dalla normativa, ma non funziona lo stesso. C’è da chiarire chi fa cosa e come e non certo scaricare la responsabilità sui sindaci che già rispetto a tanti altri se ne prendono di più”.

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