“Non chi comincia, ma quel che persevera”. Questa frase attribuita a Leonardo da Vinci ben si adatta ad un’impresa che sta crescendo e si sta imponendo nel settore degli sport all’aria aperta a Marina di Pisa. Proprio in queste pagine ne abbiamo già parlato (leggi l’articolo) in occasione dell’allestimento del primo campo in terra rossa, ma il Circolo Tennis Paddle Litorale Pisano (TC Tweener) non finisce di stupire: l’estate ha portato in dote il primo campo di paddle a Pisa e dopo poche settimane anche un secondo. Adesso il circolo è “multicolor”: terra rossa, paddle verde e paddle blu. Colori che arricchiscono l’offerta sportiva sul Litorale pisano e che sicuramente premieranno l’impegno del gruppo di soci che sta dando nuova linfa e vitalità allo storico circolo del tennis di Marina di Pisa.

Quello che colpisce è il successo, per niente inatteso, del paddle, disciplina che coinvolge un numero sempre crescente di appassionati. Le lezioni tenute durante l’estate da Pedro, maestro spagnolo, sono sempre state affollate e i campi, tempo permettendo, sempre occupati. Il gioco nasce in America latina (Messico, Argentina) quasi per sbaglio per poi diffondersi e trovando in Spagna un terreno fertile.

Ci piace, forse perché viviamo sul mare, la leggenda della sua nascita nell’Ottocento a bordo di velieri inglesi dove si comincia a giocare in spazi ristretti e utilizzando come racchetta un remo (paddle in inglese). A parte la storia la realtà parla di un settore in grande espansione anche perché, con molti calciatori che lo praticano, ha avuto una forte spinta pubblicitaria. E poi è più facile del tennis ed ha regole molto simili: il campo è più piccolo, ma ha la stessa struttura; si batte da sotto e l’impatto deve avvenire con la palla che non deve superare l’altezza dell’anca; punteggio e posizioni identiche a quelle seguite nel tennis e si gioca solo ed esclusivamente in doppio.

Una delle caratteristiche del gioco è che la palla può rimbalzare contro le pareti del proprio campo, ma non direttamente. E poi bisogna provare, magari con una lezione con un maestro per acquisire i piccoli trucchi di questo gioco appassionante dove conta la prontezza, ma non la forza. È un gioco dove le differenze tra uomo e donna scompaiono e anche questo contribuisce al suo successo.

Andrea Bartelloni

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