Andrea Bartelloni

Sembra incredibile che agli inizi del XXI secolo ci sia ancora il pericolo di essere perseguitati per le proprie opinioni addirittura da una legge dello Stato. È quanto potrebbe avvenire se venisse promulgata la legge, in discussione in Parlamento, che prevede di punire, anche con la reclusione, chi si macchi di reati di omofobia o transfobia attraverso la discriminazione verso queste categorie di persone. Pericolosissimo, perché un domani potrebbe essere punito chi discrimina i vegani o i no-vax, ma anche i mangiatori di carne o chi vuole far vaccinare tutti. Perché è importante dire no: punire un pensiero vuol dire andare contro la Costituzione italiana che all’art. 21 tutela proprio tale libertà.

Proprio per difendere queste libertà le piazze italiane si sono riempite di persone silenziose per non restare in silenzio, ferme, per avere il diritto di esporre le proprie idee. È successo anche a Marina di Pisa, in piazza Baleari (foto), giovedì 16 luglio alle ore 21. Trecento persone si sono ritrovate per stare in silenzio, un’ora, a leggere un libro per testimoniare la volontà di difendere la libertà, per tutti, anche per chi la pensa diversamente dai manifestanti, perché la libertà di dire che un figlio ha bisogno di un padre e di una madre non offende nessuno, così come essere contrari alle adozioni per le coppie omosessuali non può essere vietato. Così come non essere favorevoli all’utero in affitto, fra l’altro in compagnia di molte femministe, o essere contrari alla lettura di favole in una scuola elementare da parte di una drag queen.

L’insegnante che si dovesse opporre al “gioco del dottore” verrebbe additato al pubblico ludibrio? Il ddl Zan (ma ce ne sono altri quattro a firma Boldrini, Scalfarotto, Perantoni, Bartolozzi) all’art. 6 prevede una strategia nazionale che si basa su “educazione e istruzione”, ovviamente nelle scuole.

Per essere liberi di dissentire in 100 piazze italiane si è manifestato con lo slogan #restiamoliberi “per difendere la libertà di coscienza, la libertà di espressione, la libertà di educazione, di associazione e di stampa”, messe a rischio da un testo di legge che – spiegano i promotori della campagna – vuole istituire “un nuovo reato, quello di omofobia appunto, che non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni e derive liberticide che colpiranno tutti coloro che promuovono il diritto naturale di ogni bambino ad avere un padre e una madre o, più semplicemente, che si riconoscono nel principio dell’identità sessuata biologica e non in quello della variegata identità di genere che, basandosi sull’auto percezione, comprende oltre 50 definizioni”.

“Si finirebbe col colpire – come ha sottolineato in un comunicato la Conferenza episcopale italiana – l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso. Crediamo fermamente che, oltre ad applicare in maniera oculata le disposizioni già in vigore, si debba innanzitutto promuovere l’impegno educativo nella direzione di una seria prevenzione, che contribuisca a scongiurare e contrastare ogni offesa alla persona”. E questo, il nostro ordinamento, già lo prevede.

Andrea Bartelloni

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1 Comment

  1. Certosa Di Pavia Reply

    Per tutto quello che in Italia sta succedendo mi sono sempre domandato perchè i Generali della Forze Armate Italiane, che hanno giurato fedeltà alla Repubblica e alla su Costituzione perchè, in presenza di atti e fatti contrari alla Costituzione loro si schierano col Governo e non con il popolo

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